SCHLESWIG-HOLSTEIN

Enciclopedia Italiana (1936)

SCHLESWIG-HOLSTEIN (A. T., 53-54-55)

Elio MIGLIORINI
Carlo ANTONI

Provincia della Prussia, avente una superficie di 15.070 kmq. e una popolazione (1933) di 1.538.640 ab. (1.045.000 nel 1871), con una densità (106 ab. per kmq.) alquanto inferiore a quella media della Germania (139 per kmq.). La parte più settentrionale, con le isole di Röm e di Alsen (3992 kmq. e 166 mila ab.), è stata ceduta alla Danimarca nel 1919, in seguito a un plebiscito che ha dato ai Danesi i tre quarti dei voti.

Lo Schleswig-Holstein ha caratteristiche proprie e può essere considerato come una regione naturale, data la sua posizione nella parte meridionale della penisola cimbrica (Jütland), nel largo istmo che separa la Danimarca dalla Germania. Partendo dalla costa orientale si possono distinguere tre fasce aventi caratteri diversi. Poiché durante l'era glaciale il territorio è stato coperto da una spessa coltre di ghiaccio, si trova dapprima una serie di collinette, spesso separate da laghi (Plöner See: 30 kmq.), talora coperte con bei boschi di faggio, le quali non sono altro che il residuo dell'antica morena di fondo; la costa è interrotta da profonde insenature (Förden: con ottimi porti nella parte più interna) che corrispondono ad antiche valli glaciali, sommerse a causa d'un abbassamento del suolo. Del resto l'aspetto morenico ha subito scarse modificazioni dato che le piogge non sono violente e i venti sono attenuati dalle prospicienti isole danesi. Semisommersa tra i terreni morenici appare qualche collinetta terziaria. Anche l'Isola di Fehmarn (185 kmq.) fa parte di questa zona. Le alture maggiori sono a S. i Holsteiner Bungs Berg (m. 164) e a N. il Huttener Berg (m. 104). Seguono verso l'interno i terreni dell'antica morena terminale (in parte riplasmati dai fiumi glaciali), i quali formano un rilievo piuttosto irregolare, assai povero (Geest), con sabbie tanto più fini quanto più si procede verso occidente. Numerosi tentativi di rimboschimento tuttora in corso hanno cercato di valorizzare questa zona, che è la meno popolata (10-25 ab. per kmq.). Invece la fascia costiera occidentale (tanto più stretta quanto più si procede verso N., dove i terreni sabbiosi coperti dalla landa si avvicinano al mare), è del tutto pianeggiante, formata da terreni pesanti molto fertili (Marsch), difesi spesso da dighe, con pochi alberi, molti canali e qualche zona paludosa nei tratti mal drenati. Negli ultimi secoli (a partire dal XV) sono stati protetti con dighe 3600 kmq.; i polder (che hanno un'estensione da 200 a 2000 ha.) prendono il nome di Kog. Si distinguono poi le dighe estive, destinate a riparare quelle zone, spesso inondate, che servono per il pascolo del bestiame, dalle dighe invernali che cingono le zone riservate alle colture. Ancora più ad O. s'era andata formando una laguna in via di colmamento, ma poi l'abbassarsi della costa e le violente burrasche hanno creato un dedalo di isole; alcune sono i resti di antichi lidi spezzati, altre (Amrum) constano di nuclei terziarî, mentre le Hallingen (Hooge, Gröde, ecc.) sono antiche zone coltivate separate poi dal mare, nelle quali le case devono trovar posto su collinette artificiali (Wurten). Il mare (Wattenmeer: watten = guadare) spesso si ritira in modo da permettere l'accesso alle isole dalla terraferma non solo a persone, ma anche ai carri. Alcune isole sono state anche congiunte alla terraferma (Hamburger Hallig, Langeness attraverso Oland, Nordstrand) e con molti lavori s'è potuto guadagnar terreno sul mare (156 kmq. dal 1860 ad oggi). Lungo tutta la costa occidentale la navigazione è difficile perché i fondali sono bassi. Al largo si trova Helgoland, che dipende dallo Schleswig-Holstein.

Tra i corsi d'acqua, oltre all'Elba che segna per un centinaio di km. il confine meridionale della provincia, il principale è l'Eider che per quanto abbia le sorgenti presso la costa orientale (lungo la quale si trova lo spartiacque) manda le acque al Mare del Nord. Il clima è di tipo marittimo, con inverni miti (Sylt 0°,8 in gennaio), escursioni limitate, precipitazioni discrete (700 mm.), notevole umidità (nebbie), venti violenti e burrasche in primavera e in autunno.

Il terreno si presta bene (dove non vi sono torbiere o terreni sabbiosi) alle colture agricole e soprattutto all'allevamento bovino ed equino (patrimonio animale: 952 mila bovini, 138 mila equini, 1 milione suini, 116 mila pecore). Principali produzioni sono la segala (in media 1620 mila quintali all'anno), il grano (1270 mila; ben 19 q. per ha.), l'avena (2570 mila), le patate (3240 mila), l'orzo (590 mila), le barbabietole (110 mila). Il bosco copre appena il 6,5% del suolo. La pesca è abbastanza redditizia, specie nell'Eckernförder Bucht; noti sono pure i banchi d'ostriche di Sylt. L'agricoltura occupa il 23% degli abitanti, l'industria il 33%, il commercio e le comunicazioni il 21%. La densità è di 80 ab. per kmq. nelle colline orientali, di 25-50 nelle pianure occidentali, con valori minimi nelle zone sabbiose del centro. Giacimenti utili mancano del tutto, salvo qualche strato di torba e di gesso.

La regione ha per il commercio una certa importanza, dato che possiede ottimi porti nel Baltico ed è traversata dal Canale del Nord (costruito nel 1887-95 tra Holtenau sul Baltico e Brunsbüttel sull'Elba), che può essere percorso da navi di 11,5 m. di pescaggio. Il Baltico comunica con l'Elba anche per mezzo del Canale Elba-Trave. Lo Schleswig-Holstein è poi attraversato dalle due importanti linee ferroviarie che uniscono Amburgo alla Danimarca, di cui una segue la costa occidentale a una trentina di km. dal mare, mentre l'altra è al limite tra le colline orientali e la zona sabbiosa. L'industria principale è quella delle costruzioni navali (Flensburg, Kiel). Le città più importanti sono Kiel (213 mila ab.), Altona (185 mila), Flensburg (63 mila), Neumunster (39 mila). Ricordiamo anche Schleswig (20.600), che si trova in fondo a una profonda insenatura (Schlei), un tempo la località più importante dello Schleswig ed ora quieto centro d'impiegati. Sulla costa occidentale si può ricordare Husum (10.860 ab.) noto per i suoi mercati di bestiame. Le coste occidentali e le isole hanno numerose stazioni balneari (Westerland nell'Isola di Sylt; 30 mila ospiti all'anno).

La maggioranza degli abitanti professa la religione protestante (solo 40.000 cattolici). Si distinguono i Frisoni (a O.) dai Sassoni (Niedersachsen: a E.), mentre a SE. la Vagria è abitata da Slavi germanizzati. A N. vi sono 4100 Danesi.

Storia. - Le prime notizie di queste regioni risalgono all'epoca di Carlomagno e fin da allora si delinea il loro destino di conteso territorio di confine. Infatti il re danese Goffredo (Gottrik) riuscì a respingere i Franchi dalla regione che prendeva nome dalla città di Sliaswik ("porto della Schlei"), mentre il Holstein, abitato da Sassoni, fu conquistato da Carlomagno ed entrò a far parte, come contea del ducato sassone, dell'impero. Verso il 975 Ottone II conquistò lo Schleswig e ne fece una marca, ma già Corrado il Salico la dovette abbandonare al re danese Canuto il Grande. Nell'ambito del regno danese lo Schleswig ebbe però una posizione speciale, come paese di frontiera, fu cioè un ducato, che veniva assegnato in feudo ai cadetti della famiglia reale. Nel 1261 il duca Erik riuscì a render ereditario il feudo, ma già un secolo dopo, nel 1375, la sua schiatta si estinse. Contemporaneamente si svolgeva, nell'ambito dell'impero, la storia del Holstein. Lotario di Suplinburgo aveva concesso la contea nel 1110 ad Adolfo di Schauenburg, i cui discendenti profittarono della caduta di Enrico il Leone per emanciparsi dal ducato sassone. La contea cadde però nelle mani dei Danesi (1203) e soltanto vent'anni dopo fu riconquistata dal conte Adolfo IV. Nella prima metà del '300 il conte Gerardo il Grande occupò anche lo Schleswig e i suoi figli, facendo valere la loro parentela con l'estinta dinastia del ducato, ne ottennero l'investitura dalla Danimarca. Spenta nel 1459 anche la schiatta degli Schauenburg, le assemblee regionali elessero a loro signore il re danese Cristiano I di Oldemburgo che dovette promettere che i due paesi sarebbero rimasti in perpetuo indivisi e autonomi; il Holstein rimaneva però feudo dell'impero, era anzi elevato a ducato dall'imperatore Federico III (1474).

Nel 1544 re Cristiano III e i suoi fratelli duca Giovanni il Vecchio e duca Adolfo si divisero tra loro i territorî. Morto Giovanni, le altre due linee, la regale di Oldemburgo e la ducale di Gottorp, si divisero la sua parte. Finalmente nel 1564 re Federico II assegnò un terzo della sua parte a suo fratello Giovanni il Giovane, capostipite della linea di Sonderburg che ai primi del '600 si suddivise nei due rami di Augustenburg e di Glücksburg. Nel 1658 il duca Federico III di Gottorp, sostenuto dagli Svedesi, si rese indipendente dalla corona danese, ma durante la guerra nordica re Federico IV di Danimarca tolse ai Gottorp la loro parte dello Schleswig. La contesa si riaccese nel 1762, quando il duca di Holstein-Gottorp salì al trono russo col nome di Pietro III. Finalmente nel 1773 Caterina II di Russia liquidò la secolare questione cedendo col trattato di Carskoe Selo al re danese Cristiano VII la parte del Holstein appartenente a suo figlio, il futuro Paolo I, e ottenendo in cambio le contee di Oldemburgo e Delmhorst, ereditate dalla corona danese un secolo prima.

Il Congresso di Vienna nel 1815 ammise il Holstein e il piccolo ducato di Lauenburg, ottenuto dalla dinastia danese in cambio della perduta Norvegia, nel Bund tedesco, avendo essi fatto parte dell'antico impero. Ma nel corso del sec. XIX giunsero ad aggravare la situazione, già giuridicamente complessa, le opposte coscienze nazionali, danese e tedesca.

Se i re danesi aspiravano a fondere i ducati col loro regno, dall'inizio del sec. XIX la nobiltà dei ducati cominciò a reagire. Dopo il 1830 si formò un movimento autonomista capeggiato da J. U. Lornsen, che chiedeva una costituzione per i ducati.

Il movimento autonomista era favorito dall'incertezza sulla successione. Re Cristiano VIII aveva un solo figlio, Federico, che era senza prole. Ora, mentre in Danimarca vigeva la "legge regia" del 1660, che ammetteva la successione femminile, nei ducati vigeva il vecchio diritto feudale della successione agnatizia, sicché, una volta morto Federico VII, essi avrebbero dovuto passare alla linea collaterale di Sonderburg, e cioè al suo ramo primogenito di Augustenburg.

Cristiano VIII cominciò con l'introdurre nei ducati la moneta danese e con lo sciogliere l'esercito locale, e finalmente, l'8 luglio 1846, pubblicò una "lettera aperta", con cui proclamava indivisibili i territorî della monarchia ed estendeva ai ducati la legge di successione danese. La lettera provocò violente proteste della popolazione tedesca, dell'opinione pubblica in Germania e del Bundestag tedesco, ma il re, spalleggiato dalla Russia e dall'Inghilterra, tenne duro e fece preparare una costituzione unitaria. Morto Cristiano nel gennaio del 1848, suo figlio Federico VII pubblicò il progetto e, dopo la rivoluzione del 21 marzo, dichiarò che lo Schleswig sarebbe stato annesso alla Danimarca. Il 24 marzo la popolazione tedesca insorse e si formò un governo provvisorio che il Bundestag tedesco riconobbe incaricando la Prussia e il Hannover d'intervenire. Il generale prussiano Wrangel sconfisse i danesi a Schleswig e Översee, occupò lo Schleswig e parte dello Jütland. Ma la Russia e l'Inghilterra intimarono lo sgombero. La Prussia dovette obbedire.

Ma poiché le trattative di pace condotte a Londra non portarono a nessun risultato, nell'aprile del 1849 si ripresero le ostilità. Ma anche questa volta le potenze arrestarono la Prussia. Si giunse così all'armistizio del 10 luglio, che affidava l'amministrazione provvisoria dello Schleswig a una commissione presieduta da un inglese. Le trattative di pace, protratte per due anni, segnarono la completa disfatta diplomatica della Prussia, che col trattato di Berlino (2 luglio 1850) consentì che il re di Danimarca emanasse una legge di successione per tutti i suoi stati e reprimesse con ogni mezzo la rivolta.

Col protocollo di Londra del maggio 1852 le potenze riconobbero erede al trono, con diritto su tutti gli stati della Corona, Cristiano di Glücksburg, figlio d'una sorella di Cristiano VIII.

Il lungo conflitto era terminato col ristabilimento dello statu quo. La questione dello Schleswig-Holstein restava tuttavia aperta. Il re aveva concesso ai ducati un ordinamento autonomo, ma il 2 ottobre 1855 creò un parlamento unico per tutti gli stati. Si era al tempo della guerra di Crimea e la cosa passò quindi inosservata. Ma nel febbraio del 1858 il Bundestag tedesco rifiutò di riconoscere la nuova costituzione danese. Re Federico rispose allora con una nuova patente (30 marzo) con cui annunciava uno statuto comune per la Danimarca e lo Schleswig e uno a parte per il Holstein. Poiché il Bundestag minacciava d'intervenire con truppe sassoni e hannoverane, il re ritirò lo statuto per il Holstein.

Il 15 novembre 1863 moriva Federico VII e gli succedeva Cristiano IX di Glücksburg. Ma il figlio del duca di Augustenburg, Federico, dichiarò di non riconoscere la rinuncia del padre e si proclamò duca di Schleswig-Holstein. L'opinione pubblica tedesca esultò e s'infiammò per lui.

Al potere in Prussia era però ora Bismarck, che aveva già espresso al consiglio dei ministri prussiani le sue mire sui ducati. Bismarck poté così facilmente indurre l'Austria ad un'azione comune nei ducati non in favore dell'Augustenburg, ma per far rispettare il protocollo di Londra del 1852. Sotto la pressione delle due potenze il Bundestag deliberò l'intervento: truppe austriache, prussiane, sassoni e hannoverane occuparono senza colpo ferire il ducato. I liberali tedeschi protestarono e anche gli stati medî tedeschi, con alla testa la Baviera, si dichiararono per l'Augustenburg. Questi entrava trionfalmente in Kiel (30 dicembre 1863), mentre si stava progettando una spedizione guidata dal re di Baviera per la conquista dello Schleswig a suo vantaggio. Bismarck la prevenne proponendo al Bundestag l'intervento anche nello Schleswig, sempre in nome del protocollo di Londra, e poiché il Bundestag tergiversava, invitò l'Austria a unirsi alla Prussia per un'azione indipendente. Poiché Bismarck si mostrava disposto ad agire anche da solo, l'Austria aderì (16 gennaio 1864).

La guerra scoppiò il 18 gennaio, dopo che la Danimarca ebbe respinto un ultimatum austro-prussiano. I Danesi, sotto il generale de Meza, resistettero con valore e tenacia, ma furono sopraffatti dagli Austriaci a Översee e dai Prussiani a Düppel. Per iniziativa inglese si riunì il 12 maggio una conferenza a Londra, che proclamò l'armistizio. Le potenze non riuscirono però questa volta a imporre la loro volontà e non credettero di affrontare una guerra per la Danimarca, sicché il 26 giugno si ripresero le ostilità. Quando i Prussiani ebbero occupata l'Isola di Alsen, la Danimarca abbandonata a sé stessa con la pace di Vienna del 30 ottobre rinunciò a tutti i suoi diritti sui ducati in favore dell'imperatore d'Austria e del re di Prussia.

Austria e Prussia avevano stabilito in precedenza che avrebbero di comune accordo fissato la sorte dei ducati. Ma la conferenza di Schönbrunn (agosto 1865) si sciolse senza risultato alcuno.

Ridotta la questione dello Schleswig-Holstein a un duello fra Austria e Prussia, Bismarck riusciva a far piegare l'Austria che, di fronte a un ultimatum prussiano, addivenne alla convenzione di Gastein del 14 agosto 1865 con cui si mantenne la sovranità comune delle due potenze sui ducati, ma l'amministrazione dello Schleswig era assunta dalla Prussia e quella del Holstein dall'Austria. Il Lauenburg era ceduto definitivamente alla Prussia per due milioni e mezzo di talleri. Ma Bismarck era ben deciso a portare a termine l'impresa, che ai suoi occhi significava ormai l'espulsione dell'Austria dalla Germania e l'unificazione della nazione sotto l'egemonia prussiana. Si diede quindi a preparare alacremente la guerra: e dalla questione dello Schleswig-Holstein nacque la guerra austro-prussiana del '66, in seguito a cui l'Austria, sconfitta, riconobbe con la pace di Praga del 23 agosto l'annessione dei ducati alla Prussia. Essi furono incorporati nello stato prussiano il 24 gennaio 1867.

Nello Schleswig settentrionale s'iniziò subito un movimento irredentistico danese, che si mantenne vivo fino alla pace di Versailles. Per desiderio della stessa Danimarca, l'Intesa stabilì di affidare la soluzione della questione a un plebiscito (art. 109-114 del trattato di pace), che ebbe luogo il 10 febbraio e il 14 marzo 1920. La zona settentrionale optò per la Danimarca, la meridionale per la Germania.

Geografia: P. Hambruch, Landeskunde von Schleswig-Holstein, Helgoland und der Freien und Hansestadt Hamburg, Berlino e Lipsia 1912; W. Wolff, Erdgeschichte u. Bodenaufbau Schleswig-Holsteins, Amburgo 1922; A. Sach, Das Herzogtum Sch. in seiner ethnographischen und nation. Entwickelung, Halle 1896-1897; H. Gruner, Die Marschbildungen der deutschen Nordseeküsten, Berlino 1913; T. H. Engelbrecht, Bodenbau und Viehstand in Schleswig-Holstein, Kiel 1905-07.

Storia: La Schleswig-Holstein. Gesellschaft f. vaterl. Gesch. ha pubblicato le seguenti raccolte: Urkundensammlung, voll. 4, Kiel 1839-74; Quellensammlung, voll. 7, Kiel 1862-1913; Regensten u. Urkunden, voll. 5, Amburgo 1886-1932; Quellen u. Forschungen, voll. 17, Lipsia 1914-30; e la Zeitschrift d. Ges. f. Schleswig-Holstein. Geschichte (dal 1871); v. la Bibliographie zur Schleswig-Holstein. Gesch. u. Landeskunde, a cura di V. Pauls, Neumünster 1928 e il Handbuch d. Schlesw. Frage, a cura di K. Alnov, voll. 5, ivi 1926; G. Waitz, Schleswig-Holsteins Geschichte, voll. 2, Gottinga 1851-52; Droysen u. Samwer, Die Herzogtümer Schleswig-Holstein u. d. Königreich Dänemark. Amburgo 1850; Der dansk-tydske Krig 1840-50, ediz. dallo Stato maggiore danese, Copenaghen 1868-1887; voll. 3; Der deutsch-dänische Krieg 1864, ed. dallo Stato maggiore prussiamo, voll. 2, Berlino 1887; H. v. Moltke, Gesch. d. Krieges gegen Dänemark 1848-49, Berlino 1893.