GONZAGA, Scipione

Enciclopedia Italiana (1933)

GONZAGA, Scipione

Romolo Quazza

Cardinale. Nacque in S. Martino dell'Argine il 21 novembre 1542 da Carlo, principe di Bozzolo. Protetto dal cardinale Ercole Gonzaga, studiò filosofia e teologia a Padova, dove si laureò nel 1566, dopo aver vestito l'abito ecclesiastico nel 1559. Nel 1565, recatosi alla corte dell'imperatore Massimiliano per comporre alcune discordie domestiche, ottenne per sé e per i suoi il titolo di principe dell'Impero. Tenne nel 1568 il governo dello stato in assenza del fratello Pirro; poi si recò di nuovo alla corte imperiale, perché il duca di Mantova, Guglielmo, si era impadronito del feudo di Gazzuolo. Rimessa la causa all'ambasciatore cesareo, conte d'Arco, e a due uditori di Rota, Scipione si recò nel 1572 a Roma; e trovandosi ivi Guglielmo, lo citò in giudizio, facendogli presentare l'intimazione all'uscita della messa. Sdegnatissimo, il duca si adoperò finché Scipione e i suoi avvocati furono rinchiusi, sebbene per breve tempo, in Tor di Nona. Ma poco dopo anche la contesa di Gazzuolo fu risolta.

Da Sisto V fu creato il 23 settembre 1585 patriarca di Gerusalemme e il 18 dicembre 1587 cardinale. Nel 1590 il duca di Mantova, Vincenzo I, lo volle al governo del Monferrato, carica che lasciò presto, morto Sisto V, per partecipare al conclave. Tenuto in disparte da Gregorio XIV, Innocenzo IX e Clemente VIII, tornò a San Martino e vi morì nel 1593.

Cultore appassionato delle lettere, della musica e della pittura, fondò il 1° gennaio 1564 un'accademia, detta degli Eterei, della quale chiamò a far parte, oltre ai migliori ingegni dello studio di Padova, anche il Tasso, del quale il G. fu grande amico e protettore, ospitandolo più volte, prima a Padova e poi in Roma nel suo palazzo di Piazza Nicosia. Il poeta nel canto 8° del Rinaldo lo annoverò fra i protettori suoi, gli consegnò i tre Discorsi dell'Arte Poetica, lo volle tra i revisori del suo poema e alle correzioni di Scipione si deve il miglior testo della Gerusalemme Liberata (Mantova 1584). Nel 1585 gli dedicò il dialogo De la Dignità e nel 1587 compose per lui, fatto cardinale, la maestosa canzone "Non è novo l'onor di lucid'astro". Anche il Guarini sottopose al suo esame il Pastor Fido. Fu in rapporti epistolari coi migliori letterati del tempo; e scrisse i Commentari della sua vita in elegante latino (Roma 1790).

Bibl.: Sordi, Appendice alle biografie dei canonici Mantovani, Mantova 1864, p. 113; A. Solerti, Vita di Torquato Tasso, Torino 1895, vol. I, passim; A. Luzio, L'archivio Gonzaga di Mantova, II, Verona 1922, p. 175; L. v. Pastor, St. dei papi, X: Sisto V (1585-1591), Roma 1928.

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