Francescana, scuola

Dizionario di filosofia (2009)

francescana, scuola


Denominazione con cui si intende l’orientamento filosofico e teologico sviluppatosi in seno all’ordine francescano tra il sec. 13° e il 14°. La nascita della scuola può essere fatta risalire al 1232, quando il francescano Alessandro di Hales ottenne la cattedra di teologia all’univ. di Parigi. In opposizione all’aristotelismo e al tomismo, i filosofi francescani si richiamarono soprattutto al pensiero di Agostino. Sostenitori dell’argomento ontologico di Anselmo, difesero la dottrina agostiniana dell’illuminazione e la tesi dell’ilemorfismo universale; in contrasto con le dottrine di Tommaso affermarono inoltre il primato della volontà sull’intelletto, non solo relativamente all’azione umana, ma anche all’azione divina (volontarismo teologico), tesi quest’ultima che comportava la sottomissione al comando divino, e quindi alla fede, sia nella sfera etica sia in quella conoscitiva. Oltre ad Alessandro di Hales, i maggiori rappresentanti della scuola furono Giovanni de la Rochelle, Bonaventura da Bagnorea, Pietro di Giovanni Olivi, Duns Scoto, Giovanni Peckham. I francescani di Oxford, Roberto Grossatesta, Ruggero Bacone e Guglielmo di Occam, pur condividendo le dottrine degli altri rappresentanti della scuola, si segnalarono soprattutto per il loro orientamento scientifico.