CANTERZANI, Sebastiano

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 18 (1975)

CANTERZANI, Sebastiano

Mario Gliozzi

Nacque a Bologna dal computista Giuseppe e da Barbara Bertucci il 25 ag. 1734. Compiuti i primi studi nelle scuole dei gesuiti e divenuto esperto, per inclinazione naturale, nella calligrafia e nel disegno, si dedicò allo studio delle scienze esatte e nel 1756 conseguì la laurea in filosofia a Bologna. Guadagnò presto la stima del dotto e influente Francesco Maria Zanotti e del nipote di questo Eustachio, al quale nel 1760 successe nella lettura di astronomia nell'università degli artisti dello Studio di Bologna. Nello stesso anno F. M. Zanotti, segretario dell'Istituto di Bologna, lo nominò vicesegretario e nel 1766, eletto presidente, gli cedette l'ufficio di segretario: in questa veste il C. scrisse in latino gli ultimi due tomi (VI, VII) dei De Bononiensi scientiarum et artium Instituto atque Academia commentarii (Bononiae 1783 e 1791).

Con E. Zanotti, direttore della specola di Bologna, collaborò nelle osservazioni e nei calcoli delle effemeridi e nel 1761 partecipò allo studio del passaggio di Venere davanti al disco solare, avvenimento non frequente, seguito con grande interesse dagli astronomi del tempo; difese poi, in polemica con l'astronomo francese A. G. Pingré, l'esattezza dei risultati pubblicati da E. Zanotti, la cui opera esaltò in una Vita inserita nel 1785nel Giornale dei letterati di Pisa. Sdoppiata la cattedra di astronomia nel 1766, il C.assunse l'insegnamento della parte ottica, che mantenne sino al 1786, quando passò alla cattedra di matematica universale.

Nel 1798 era uno dei professori più quotati e meglio retribuiti; nel 1799 avrebbe rifiutato di prestare il giuramento alla Repubblica cisalpina richiesto ai professori, ragion per cui sarebbe stato sospeso dall'insegnamento (cfr. Simeoni, 1940, II, p. 146). Comunque nel 1800 gli fu affidata la cattedra di fisica generale, dalla quale fu giubilato nel 1808. Con decreto del 1802 Napoleone Bonaparte lo nominò tra i primi trenta membri pensionari (cioè, con diritto a emolumento) dell'Istituto nazionale della Repubblica italiana, del quale fu subito eletto presidente, riottenendo la carica che all'atto della sospensione dall'insegnamento ricopriva nell'Istituto dell'Accademia delle scienze di Bologna, di cui l'Istituto intendeva essere una continuazione, sebbene avesse anche compiti nuovi di sorveglianza e di amministrazione delle scuole.

Ebbe numerose onorificenze francesi e austriache; fu socio di varie accademie italiane (Accademia e Società agraria di Torino; Società italiana delle scienze, detta dei XL; Società georgica di Montecchio; Accademia di Mantova) e dell'Accademia di Kassel; disimpegnò con plauso incarichi civili relativi al regolamento dei fiumi, al conio delle monete, alla struttura dell'orologio pubblico. Nel 1766 aveva sposato Anna Minelli, dalla quale ebbe otto figli, il più noto dei quali fu l'astronomo Giovan Battista. Morì a Bologna il 19 marzo 1819.

La compilazione dei tomi VI e VII dei Commentarii testimonia la grande erudizione del C., mentre gli scritti sulla matematica e la fisica apparsi nel Prodromo della nuova Enciclopedia italiana di Alessandro Zorzi indicano i suoi specifici interessi per le scienze esatte e in particolare per la matematica. Pur non avendo dato alla matematica contributi originali di rilievo, è meritevole di ricordo la sua opera didattica e di divulgazione, iniziata con gli Arithmeticae rudimenta (Bononiae 1777), nei quali si mostrano i vantaggi dell'uso dei numeri decimali in luogo delle frazioni ordinarie allora in uso nei calcoli; l'argomento fu ripreso in un trattatello del 1803, comparso anonimo, quando, con l'introduzione del sistema metrico decimale, occorreva divulgare la pratica del calcolo decimale.

Dopo alcuni lavori giovanili di meccanica celeste, si occupò di analisi algebrica e aveva in animo di scrivere una grande opera sulla risoluzione delle equazioni, ma ne dette alle stampe solamente alcuni frammenti relativi all'equazione della catenaria, alla riducibilità delle equazioni di terzo grado, all'eliminazione di un'incognita da un sistema di due equazioni di grado qualunque, a rudimenti di calcolo delle variazioni secondo L. Lagrange. Studiò problemi di massimo e minimo e di calcolo integrale, estendendo il metodo di Eulero sull'integrazione delle equazioni lineari del secondo ordine ad equazioni analoghe di ordine qualunque; indicò, inoltre, un metodo di calcolo dei numeri di Bernoulli per lo sviluppo in serie di potenze (Lettera a Torquato Vareno sopra una maniera di cavare i numeri bernoulliani, in Memorie di mat. e fis. della Soc. ital. delle scienze, XI [1804], pp. 173-180).

Tra i suoi copiosi inediti, conservati nella Bibl. univer. di Bologna (cfr. Sorbelli) si trovano molti scritti di fisica, non ancora studiati. Ma il suo interesse per la fisica, della quale tenne per anni la cattedra, appare scarso dai pochi e modesti lavori pubblicati, che si riducono a una lettera sulle corde vibranti, a una breve memoria sui dispositivi adoperati da G. Campani per la costruzione delle lenti e a una relazione del 1804 su un'ascensione aerostatica di Francesco Zambeccari. Ma forse era notevole la sua abilità sperimentale, se L. Galvani lo ricorda (1781) come collaboratore in un importante esperimento di scarica elettrica nell'aria rarefatta, nel quale si raggiunse nel recipiente di scarica una pressione residua di qualche centesimo di millimetro di mercurio, un ordine di grandezza a quei tempi affatto eccezionale.

Scritti principali, oltre i citati: Ad Hieronymum Saladinum... epistula,qua Eustachii Zanotti observatio Veneris solem trajcientis ab omni erroris suspicione liberatur, Bononiae 1764; Osservazioni sopra il ritorno delle serie, in Memorie di mat. e fis.della Società ital. delle scienze, V (1790), pp. 88-106; Alcune lettere ad Anton Maria Lorgna che si conservano nella comunale di Verona..., Verona 1868 (la prefazione è siglata G.T.).

Fonti e Bibl.: F. M. Zanotti, De viribus centralibus, Bononiae 1762, pp. 42 s.; F. Schiassi, De laudibus S. C. sermo, Bononiae 1819; F. Landi, Elogio del cav. S. C. (con ritr.), Modena 1825; E. De Tipaldo, Biografia degli italiani illustri, VIII, Venezia 1841, pp. 87-95; M. Cantor, Vorlesungen über Geschichte der Mathematik, IV, Leipzig 1908, pp. 133, 152, 293, 311; U. Dallari, I rotuli dei lettori legisti e artisti dello studio bolognese dal 1438 al 1799, III, 2, Bologna 1919, pp. 123 s.; E. Bortolotti, Materiali per la storia dell'Istituto nazionale, in Memorie della Reale Accademia delle scienze,lettere ed arti in Modena. Memorie della sezione di lettere, s. 3, XII (1915), pp. 3-69; Id., L'Accademia delle scienze dell'Istituto di Bologna durante l'epoca napoleonica e la restaur. pontificia, in R. Deputazione di storia patria per le province di Romagna, s. 4, XXV (1935), pp. 113-191; L. Simeoni, A. M. Lorgna e l'Accademia delle scienze di Bologna, in Anton Maria Lorgna, Verona 1937, pp. 95-103; Id., Storia dell'università di Bologna, II, Bologna 1940, ad Indicem; G. Tabarroni, Le teorie scientifiche dalla fine del Settecento al 1860, in Grande antologia filosofica, XXI, Milano 1971, pp. 152 s.; A. Sorbelli, Inventari dei manoscritti delle biblioteche d'Italia, XXIII, XXVII, Firenze 1915-1923, ad Indicem; J. C. Poggendorff, Biographisch-literar. Handwörterbuch zur Geschichte der exacten Wissenschaften, I, col. 371.

© Istituto della Enciclopedia Italiana - Riproduzione riservata

CATEGORIE
TAG

Calcolo delle variazioni

Sistema metrico decimale

Francesco maria zanotti

Repubblica cisalpina

Francesco zambeccari