SEGHEDINO

Enciclopedia Italiana (1936)

SEGHEDINO (ungh. Szeged, ted. Szegedin; A. T., 75-76)

Elio MIGLIORINI
Giulio de MISKOLCZY

Città della pianura ungherese, nella parte sudorientale dello stato, posta in zona bassa, un tempo paludosa, a 80 m. s. m., presso la confluenza del Maros nel Tibisco, a eguale distanza (160 km.) da Budapest e da Belgrado, in un punto di passaggio obbligato. Essa ha l'aspetto di centro recente, sviluppatosi su un piano regolare (per molti riguardi in modo analogo a Pest) con due larghe strade circolari, la più interna chiamata col nome del ministro Tisza, quella esterna col nome di alcune capitali europee (a partire da N.: Roma, Bruxelles, Parigi, Londra, Vienna) e 6 strade radiali. Essa è divisa in quattro quartieri posti sulla destra del fiume, mentre sulla sinistra è la Nuova Seghedino (Új-Szeged), unita all'altra nel 1880. La città è stata in gran parte ricostruita dopo la terribile inondazione del marzo 1879, causata da una rotta del Tibisco verificatasi 20 km. a N. della città. Su 5723 case soltanto 265 rimasero intatte. Anche ora essa guarda sempre con grande preoccupazione l'alzarsi delle acque: piene pericolose si ebbero nel 1916-17 e nel 1920. La città ha tratto profitto dalla navigazione regolare sul Tibisco (dal 1845), dalla costruzione del ponte ferroviario (1858), dall'introduzione dei mulini a vapore (1856). In regresso è invece la pesca. Il confine passa ora a pochi chilometri dalla città e rompe l'unità economica d'un territorio che prima della guerra gravitava tutto verso Seghedino. Gli abitanti sono aumentati da 21.519 nel 1787 a 32.725 nel 1830, 71.022 nel 1869, 87.222 nel 1890, 102.991 nel 1900, 118.328 nel 1910 e 135.131 nel 1930 (aumento del 9,4% nell'ultimo decennio, dovuto per la massima parte all'accrescimento naturale). Recente è l'aumento del numero degli Ebrei. Un terzo circa della popolazione abita nelle dimore di campagna (tanyák) e, dato che spesso le famiglie possiedono due case, la popolazione della città varia molto da stagione a stagione. Circa metà del territorio comunale (816 kmq.) è possesso privato, il resto appartiene alla città, che lo affitta in lotti di 4-5 ha. Seghedino è importante mercato di cereali; si lavora poi la canapa e il tabacco e notevole è la produzione e la vendita di frutta e legumi.

L'industria si occupa inoltre della lavorazione di carni suine, della confezione di scarpe e saponi, della macinazione della paprica.

Storia. - Antichissimo luogo di colonizzazione, preso dai Magiari all'epoca dell'occupazione dell'Ungheria, ebbe una storia molto ricca di vicende. Lo sviluppo della città, già distrutta completamente dai Tatari (1241-1242), fu assicurato dai molti privilegi concessi nel corso del sec. XV dai re Sigismondo di Lussemburgo e Mattia Corvino. Nel 1498 venne elevata a regia città libera. Depredata e occupata dai Turchi nel 1542, non fu riconquistata dai cristiani che nel 1686, dopo la vittoria del generale Mercy. Fu coinvolta anche nelle lotte di Fr. Rákoczy (primo decennio del sec. XVIII) e nella campagna contro i Serbi insorti nel 1849. Dal dicembre 1918 al marzo 1920 fu sotto l'occupazione francese.

Nel 1921 è stata trasferita a Seghedino l'università ungherese di Koloszvár (Cluj). Divisa in quattro facoltà (giurisprudenza, medicina, filosofia e lettere, matematica e scienze) essa conta circa 60 professori e 2000 scolari.

Annessi all'università sono la biblioteca universitaria (che contiene 150.000 volumi) e parecchi istituti scientifici. Indipendenti ne sono invece la scuola superiore di magistero (Allami polgáriskolal tanárképzâ fâlskola), trasportata a Seghedino da Budapest nel 1928, e l'istituto agrario del Bassopiano Ungherese, fondato nel 1924.

Bibl.: G. Reizner, Szeged története (Storia di Seghedino), voll. 4, Seghedino 1884-1900.