Sei

Enciclopedia Dantesca (1970)

sei

Lucia Onder

L'aggettivo numerale compare frequentemente nelle figurazioni della Commedia (per il suo significato simbolico, v. NUMERO): in un serpente con sei piè (If XXV 50) si muta il ladro Cianfa Donati; con sei occhi piangëa Lucifero conficcato nella ghiaccia del Cocito (XXXIV 53); di sei ali erano pennuti ciascuno dei quattro animali che simboleggiano i quattro Vangeli e che compaiono nella processione del Paradiso terrestre (Pg XXIX 94; cfr. Ezech. 1, 1-14); di sei ali facen la coculla, si ammantano i Serafini, la più alta gerarchia angelica (Pd IX 78; cfr. Is. 6, 2).

Sei sono le lettere incise dall'angelo portinaio, rimaste sulla fronte di D. dopo l'ascensione al secondo girone (Pg XII 134). Cfr. anche III VIII 10 sei passioni siano propie de l'anima umana, de le quali fa menzione lo Filosofo ne la sua Rettorica, cioè grazia, zelo, misericordia, invidia, amore e vergogna; II XIV 16 e III V 17.

Il termine compare in composizione con altri aggettivi numerali per formare numeri più complessi: indica la misura del diametro de la terra, che è sei milia cinquecento miglia (Cv II XIII 11; in IV VIII 7 la forma semilia [v.]); serve a indicare il tempo intercorso tra il terremoto seguito alla morte del Cristo, che procurò la rovina dei ponti sulla bolgia degl'ipocriti, e il momento del viaggio di D.: Ier, più oltre cinqu'ore che quest'otta, / mille dugento con sessanta sei / anni compiè che qui la via fu rotta (If XXI 113).

Il numerale è sostantivato in tre luoghi del Paradiso, dove ha sempre valore generico: V 60 ogne permutanza credi stolta, / se la cosa dimessa in la sorpresa / come 'l quattro nel sei non è raccolta, se la materia lasciata non è contenuta in ciò che si ha in cambio come il quattro nel s., cioè se la nuova non supera di valore la prima; XII 91 non dispensare o due o tre per sei; XV 57 raia / da l'un, se si conosce, il cinque e 'l sei.