SELE

Enciclopedia Italiana (1936)

SELE (A. T., 27-28-29)

Carmelo Colamonico

Fiume dell'Italia meridionale, uno dei più importanti del versante tirreno sia per ampiezza di bacino sia per numero e sviluppo di affluenti. Ha origine presso il M. Cervialto, ma diventa considerevole corso d'acqua a Caposele, dove, alla quota di 420 m., da una grande parete rocciosa calcarea sul fianco orientale del M. Paflagone, scaturiscono ricche sorgenti, che, allacciate e incanalate, alimentano ora l'acquedotto pugliese. Dopo Caposele, il fiume riceve alla sua destra il torrente di Calabritto e alla sua sinistra il torrente Minuto; a valle di Contursi si congiunge col fiume Tanagro e poco prima di sboccare nel Golfo di Salerno viene arricchito, pure sulla sinistra, dalle acque del Calore Lucano. Il Tanagro ha un corso notevolmente più lungo di quello del Sele: nasce dalla Serra Malombra pur esso col nome di Calore, attraversa e scola la lunga fossa del Vallo di Diano e ne esce presso Polla per la stretta forra di Campestrino (una volta le acque erano in parte inghiottite da una voragine detta "crive"). Il Calore Lucano raccoglie le acque del massiccio del Cilento e di una parte dell'altipiano dell'Alburno. I materiali di trasporto del fiume Sele hanno dato origine alla vasta pianura di Pesto, la quale, per ampie zone acquitrinosa e paludosa, era fino a qualche decennio fa fortemente malarica: oggi essa è in gran parte bonificata. Il fiume Sele si sviluppa per una lunghezza di 64 km. e ha un bacino vasto circa 3300 kmq. (di cui 1835 spettano al Tanagro); la sua portata minima è di mc. 12,25 al minuto secondo.

Bibl.: Ministero di agricoltura, ind. e comm., Carta Idrografica d'Italia. Il Sele, Roma 1896.

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