DONNORSO, Sergio

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 41 (1992)

DONNORSO, Sergio (Sergius de Ursone, Sergius Ursonis, Sergius de domino Ursone, Sergius domini Ursonis)

Andrea Romano

Nacque a Napoli verso la fine del sec. XIII da nobile famiglia (dalla quale prende nome anche una porta della città), che annoverava fra i suoi membri giudici, pubblici funzionari e giuristi (ricordiamo principalmente un Pietro iuriscivilis professor e iudex nei primi anni del Trecento, un Niccolò miles, forse, secretus Principatus et terre Laboris, un Giovanni miles, iuris civilis professor, forse professore nello Studio partenopeo, avvocato fiscale e dei poveri e giudice della Regia Gran Corte fra Due e Trecento). Il nome degli Ursone è peraltro alquanto diffuso nell'Italia meridionale (ed anche fuori del Regnum) ed un Niccolò Donnorso, appartenente a un'omonima nobile famiglia di Salerno, è iudex fra il sec. XIII ed il XIV.

Miles, iuris civilis professor e legum doctor, ilD. insegnò diritto civile nello Studio napoletano negli anni dal 1349 al 1362. Seguendo un costume, assai diffuso, che vedeva gran parte dei professori dell'università partenopea chiamati agli uffici giudiziari ed amministrativi maggiori, ricoprì importanti uffici nell'amministrazione angioina. Nel 1346 appare col titolo di iurisperitus con Francesco Freccia da Rovello (Vincenti, 12, f. 01. 825) ed è detto iudex Curiae Vicariae (loco Mathei de Laude). Nel medesimo anno fu creato maestro razionale della Magna Regia Curia e nel 1348 viceprotonotaro del Regno. Un Sergio "domini Ursonis" da Napoli (che non sappiamo se certamente identificabile con il D.) appare come iudex già in un documento del 1333.

Nel 1352, maestro razionale e viceprotonotaro, era (con Egidio di Bevagna, Niccolò de Alife e Andrea da Isernia) commissario speciale per dirimere la controversia sorta fra la Curia regia e Bernardo di Domenico Nardi, maestro della Zecca di Napoli. Nello stesso anno (con Niccolò Della Porta, regens Vicariae) dava un consilium all'archimandrita di Messina su una lite sorta fra quest'ultimo e l'abate Brancaccio da Napoli. Quantunque il suo nome (nella qualità di sostituto del protonotaro Napoleone Orsini) compaia in calce a numerosi documenti della prima metà del sec. XIV, della sua vita non conosciamo molto. Incerta è anche la data di morte da collocare. comunque, oltre il 1362, ultimo anno per il quale ci sono conservati documenti sottoscritti "Sergius domini Ursonis de Neapoli, iuris civilis professor, Magne Curie Magister Racionalis, Viceprothonotarius Regni Siciliae". Di certo sappiamo che nel 1365 fu locumtenens Prothonotarii Giovanni de Buffalis da Messina, miles e magister rationalis.

Assai poco, almeno allo stato attuale, è noto anche della sua produzione scientifica. Solo grazie a una errata attribuzione del Vincenti e del Giannone (peraltro seguita dalla successiva storiografia), che ascrivevano al giurista un tractatus sulle lettere arbitrarie angioine, in realtà del meno famoso iudex Niccolò de Ursone da Salerno, è stata per un lungo periodo "data una qualche consistenza ad una personalità scientifica di cui la stampa ha salvato un paio di glosse alle Costituzioni" (Cortese, p. 207).

Sono, infatti, edite del D. due sole glosse alla cost. Quam plurium del Liber Constitutionum; ancora una glossa al Codex di Giustiniano è, forse, citata in una glossa alla cost. Humanitate nobis. Sue adnotationes sono ricordate nelle Resolutiones di Tommaso Grammatico e nel De iure adohae di Giacomo Ajello. È poco per tentare una ricostruzione del pensiero dell'illustre magistrato.

Fonti e Bibl.: Reggio Calabria, Bibl. comunale, Privilegi (senza coll.) del 1351, 1352, 1357, 1361, 1362; Bibl. apost. Vaticana, Vat. lat. 8201, f. 183r; Archivio di Stato di Napoli, Arm. I.C.6: P. Vincenti, Repertorium reginae Iohannae, ff. 20, 25, 47, 59; Ibid., Arm. I.C.12: P. Vincenti, Index familiarum, f. 825; Ibid., Arm. I.b. III: C. De Lellis, Notamenta ex registris Caroli II, Roberti et Caroli ducis Calabriae, ff. 417, 572; Ibid., Arm. I.b.IVb, ff. 278, 556, 584, 586, 811, 1005, 1380 (e sulla famiglia: ff. 238, 278, 316, 621, 705, 716, 734, 770, 772, 778, 889, 975, 1005, 1021, 1100, 1110 s., 1113, 1120, 1123, 1133, 1138 s., 1302, 1303, 1348, 1366, 1552); Napoli, Bibl. nazionale, IX.C.1: Notamenti stor. tratti da A. d'Afeltro e C. Pacca: ff. 63r, 152v; Ibid., X.B.2, A. d'Afeltro, Excerpta, f. 129r; Liber Constitutionum, a cura di G. Sarayna, Venetiis 1580, p. 148b; I. de Ajello, Tractatus de iure adhoe relevii atque subsidii, in Tractatus illustrium ... iurisconsultorum, XII, Venetiis 1584, f. 170vb; G. B. Ziletti, Index librorum omnium, Venetiis 1566, p. 8; C. Gesnerius, Bibliotheca universalis..., Tiguri 1574, p. 624; S. Napodano, Glossae ad Consuetudines Neapolitanae, Neapoli 1775, I, col. 297; II, col. 480; P. Vincenti, Teatro degli huomini illustri che furono protonotari nel Regno di Napoli, Napoli 1607, p. 90; N. Toppi, De origine omnium tribunalium..., I, Napoli 1655, p. 102; Id., Biblioteca napoletana, Napoli 1678, p. 278; G. Grimaldi, Istoria delle leggi e magistrati del Regno di Napoli, XV, Napoli 1736, p. 260; G. B. Tafuri, Istoria degli scrittori nati nel Regno di Napoli, II, 2, Napoli 1744, p. 98; L. A. Muratori (ma F. De Fortis), Raccolta delle vite e famiglie degli uomini illustri del Regno di Napoli per il governo politico, Milano 1755, p. 229; T. Briganti, Practica criminalis, XV, 4, Napoli 1770, p. 226; L. Giustiniani, Mem. istor. degli scrittori legali del Regno di Napoli, I, Napoli 1787, p. 289; B. Napoli Signorelli, Vicende della coltura nelle due Sicilie, III, Napoli 1810, p. 40; P. Giannone, Istoria civile del Regno di Napoli, XXII, 5, Milano 1823, p. 215; C. Minieri Riccio, Mem. stor. degli scrittori nati nel Regno di Napoli, Napoli 1844, pp. 117, 361, 395; B. Capasso, Sulla storia esterna delle costituzioni del Regno di Sicilia, Napoli 1869, pp. 97 s., 116; Id., Inventario cronologico-sistematico dei registri angioini conservati nell'Archivio di Stato in Napoli, Napoli 1894, p. XLIV; Repertorio delle pergamene di Gaeta, Napoli 1884, pp. 12-15; M. Camera, Elucubrazioni storico-diplom. su Giovanna I regina di Napoli e Carlo III di Durazzo, Salerno 1889, pp. 130, 158 s., 224, 244; G. Travali, Idiplomi angioini dell'Archivio di Stato di Palermo, in Docum. per servire alla storia di Sicilia, I, 7, Palermo 1896, pp. 3 s., 23, 26, 31, 42, 48, 50, 53, 56, 61 s., 64, 67, 70, 74, 83, 96, 127; G. M. Monti, L'età angioina, in Storia dell'università di Napoli, Napoli 1924, pp. 80, 83, 91, 101; E. Besta, Fonti, in Storia del diritto ital., diretta da P. del Giudice, I, 2, Milano 1925, p. 882; G. M. Monti, Il Collegio napol. dei dottori in diritto sotto Giovanna I, in Samnium, II (1929), ora in Da Giovanna I a Giovanna II d'Angiò, Benevento 1932: pp. 14, 21; Id., Nuovi studi angioini, Trani 1937 pp. 306, 329, 332, 335 s., 481, 490; F. Sabatini, La cultura a Napoli nell'età angioina, in Storia di Napoli, IV, 2, Napoli 1974, p. 56; E. Cortese, Nicolaus de Ursone da Salerno, Un'opera ignota sulle lettere arbitrarie angioine nella tradizione dei trattati sulla tortura, in Per Francesco Calasso. Studi degli allievi, Roma 1978, pp. 207 s.

© Istituto della Enciclopedia Italiana - Riproduzione riservata

CATEGORIE