Sessualità

Enciclopedia dei ragazzi (2006)

sessualità

Geni Valle

Il corpo e la mente nell’attività sessuale

Tutti gli organismi – con l’eccezione di alcune specie animali e vegetali – esistono in due forme, maschile e femminile, complementari dal punto di vista sia morfologico sia funzionale, che si uniscono sessualmente per garantire la prosecuzione delle specie. Negli esseri umani il termine sessualità non indica soltanto l’attività destinata alla riproduzione, ma assume un significato più ampio che include il modo in cui ciascuno vive, nel rapporto con gli altri e con sé stesso, gli istinti e i desideri legati alla consapevolezza del proprio sesso

Dimensione biologica

Il sesso di un essere umano è determinato geneticamente dal suo corredo cromosomico. Nelle cellule del nostro corpo esistono 23 coppie di cromosomi: 22 – detti autosomi – sono uguali nel maschio e nella femmina, mentre la ventitreesima coppia (cromosomi sessuali) è diversa nei due sessi. Nella femmina è costituita da due cromosomi uguali – XX –, nel maschio da due cromosomi diversi, indicati come XY.

Durante la vita intrauterina, la presenza del cromosoma Y determina lo sviluppo maschile dell’embrione: le gonadi – abbozzi indifferenziati degli organi genitali interni – si trasformano in testicoli. L’assenza del cromosoma Y permette, invece, che le gonadi si sviluppino in ovaie.

Alla nascita, ogni individuo presenta caratteristiche somatiche per le quali viene riconosciuto come maschio o femmina: è il suo fenotipo, determinato dal genotipo, cioè dai cromosomi presenti nelle sue cellule. La funzione riproduttiva degli organi genitali, però, sarà acquisita soltanto all’epoca della pubertà, quando alcuni complessi meccanismi ormonali determinano la comparsa dei caratteri sessuali secondari: sviluppo delle mammelle nelle femmine, crescita della barba e mutamento della voce nei maschi, e così via. Gli ormoni permettono anche la definitiva maturazione degli organi genitali interni fino all’acquisizione della capacità riproduttiva. In questa età della vita, anche gli istinti sessuali divengono particolarmente intensi e sono corroborati dalla passione dei primi amori, di qualità diversa da quelli infantili. La maggior parte degli adolescenti prova attrazione per le persone di sesso opposto (eterosessualità), mentre in altri casi amore e sessualità si rivolgono, temporaneamente o per tutta la vita, a persone del proprio sesso (omosessualità).

Identità di genere

Il senso psicologico di appartenenza al sesso maschile o femminile si chiama identità di genere. La consapevolezza del proprio sesso non dipende semplicemente dal genotipo e dal fenotipo, ma si sviluppa all’interno dei rapporti con gli altri, a cominciare dalla prima infanzia e fino alla giovinezza, attraverso il confronto con il simile e il diverso da noi, ma anche attraverso la scoperta e il rapporto con il proprio corpo.

L’atteggiamento delle persone che si prendono cura di un bimbo contribuisce fin dall’inizio della vita alla costruzione di una immagine mentale del proprio genere sessuale. Quasi naturalmente, madri e padri trattano i neonati in modo diverso a seconda che siano maschi o femmine. Le espansività, i giochi e persino il modo di tenere tra le braccia i loro piccoli mostrano differenze legate alle idee e alle aspettative che, consapevolmente o inconsciamente, gli adulti hanno sul genere dei propri figli. Con la crescita, i bambini costruiscono la loro rappresentazione mentale di maschile e femminile confrontandosi con i genitori e con i loro pari; così comprendono e registrano la somiglianza con chi è dello stesso sesso e la differenza con persone di sesso opposto. Nella dimensione psicologica, una tappa cruciale nell’acquisizione dell’identità di genere è rappresentata dal complesso di Edipo.

La scoperta della sessualità infantile

Il piacere da piccoli. Nella teoria psicoanalitica, il termine sessualità non indica soltanto l’attività e il piacere sessuale dell’apparato genitale, ma si riferisce anche a eccitazioni ed esperienze che provocano piacevoli sensazioni corporee fin dalla prima infanzia. Freud, il padre della psicoanalisi, scoprì che durante lo sviluppo alcune zone del corpo del bambino – chiamate zone erogene – sono il luogo privilegiato di esperienze sessuali, veri e propri prototipi del piacere, che lasciano una traccia nel modo in cui sarà vissuta la sessualità adulta.

Nel neonato, la zona orale (la bocca) inaugura lo sviluppo della sessualità pregenitale che, per tappe – fase orale, uretrale, anale, fallica – si esaurirà con l’acquisizione della sessualità genitale.

Quando il piccolo viene allattato, il capezzolo del seno materno provoca nella bocca una sensazione piacevole che viene associata alla presenza della madre e contribuisce allo sviluppo dell’attaccamento. Succhiandosi un dito o il ciuccio il piccolo tenta di ristabilire il senso di unione con la madre oppure, in una sorta di attività autoerotica, semplicemente riproduce il piacere dovuto alla stimolazione della bocca. Il bacio, così importante nella sessualità degli adulti, appare come un erede di queste prime esperienze sessuali pregenitali.

L’esplorazione del corpo. Nella prima infanzia, soprattutto nel periodo in cui i bambini imparano a controllare i loro sfinteri, anche le zone anale e uretrale diventano zone erogene, il cui piacere è collegato alle sensazioni di pienezza o di svuotamento dei visceri. Crescendo, il bambino esplora con curiosità il proprio corpo e scopre la masturbazione: la zona genitale diviene luogo privilegiato di esplorazioni e carezze alla ricerca di sensazioni piacevoli. Le esperienze e le sensazioni corporee acquistano significato sessuale nella mente del bambino che costruisce le proprie teorie e le proprie fantasie, consce e inconsce, sulla sessualità. La possibilità di attraversare le fasi dello sviluppo psicosessuale senza troppi conflitti con sé stessi e con il mondo esterno è una premessa importante per vivere una buona sessualità nell’età adulta.

La voglia di stare insieme

Il desiderio dell’altro. Il comportamento sessuale esprime il rapporto che ciascuno ha costruito con la propria sessualità e con gli altri ed è il risultato di un complesso legame tra meccanismi biologici e psicologici. La stimolazione dei nostri sensi e la passione che proviamo per una persona suscitano in noi il desiderio sessuale: uno stato di piacevole eccitazione del corpo e della mente che conduce a un irresistibile bisogno di baciarsi, abbracciarsi e sentirsi una sola persona con chi è oggetto del nostro amore. Questi contatti determinano intense emozioni e sensazioni di piacere che accrescono l’eccitazione e il desiderio, fino a trovare il loro naturale compimento nel rapporto sessuale vero e proprio, che si realizza a livello genitale con la penetrazione del pene nella vagina.

Sesso e amore. La sessualità nei rapporti amorosi è un’importante forma di comunicazione delle emozioni e di speciale intimità. Il rapporto sessuale non consiste soltanto in una sorta di fusione dei corpi, ma è soprattutto un abbandonarsi fiducioso e totale nelle braccia dell’altro che si conclude con l’esperienza dell’orgasmo: gli innamorati dimenticano il mondo circostante per entrare in una specie di piccolo paradiso personale in cui mente e corpo raggiungono, per qualche istante, il culmine del piacere, fino a quando l’eccitazione decresce e lascia posto a uno stato di quieto appagamento.

Perché la sessualità possa essere vissuta in modo così felice è necessario che lo sviluppo sessuale di ciascuno si sia compiuto in modo armonioso e che il rapporto d’amore fra due persone abbia raggiunto una condizione di profondo affiatamento.

La sessualità senza amore è un’esperienza frequente nella quale, in mancanza dei sentimenti amorosi, il rapporto sessuale è desiderato e vissuto soprattutto nella ricerca del piacere. Tuttavia questa esperienza non è meno significativa: durante la giovinezza può corrispondere al bisogno importante di scoprire e conoscere i misteri del proprio corpo, la propria sessualità e quella altrui.

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