Shanghai Cooperation Organization (Sco)

ATLANTE GEOPOLITICO (2012)

Organizzazione di Shanghai per la cooperazione

Scheda

Origini, sviluppo e finalità

L’Organizzazione di Shanghai per la cooperazione (Sco) è un meccanismo di cooperazione attivo da dieci anni in Asia centrale, la cui rilevanza, specie dal punto di vista geopolitico, è in continua crescita. Nata come meccanismo per favorire la risoluzione di dispute territoriali tra i sei paesi aderenti – Cina, Russia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan – l’organizzazione è andata progressivamente istituzionalizzandosi, intensificando la cooperazione tra i suoi membri tanto su questioni di sicurezza quanto in ambiti come quello economico, energetico e culturale. Il piano militare e di sicurezza è senz’altro quello più rilevante, all’insegna della comune volontà degli aderenti di contrastare tre fenomeni che sono identificati come le principali minacce alla sicurezza regionale: il terrorismo, l’estremismo e il separatismo.

Il riferimento esplicito e l’enfasi posta su questi tre elementi (sanciti dal primo atto ufficiale dell’organizzazione, la ‘Shanghai Convention on Combating Terrorism, Separatism and Extremism’) rende peculiare nel suo genere la Sco e sottolinea come la prima preoccupazione dei membri – soprattutto dei due più importanti, Cina e Russia – sia quella di conservare lo status quo territoriale in una regione dove sono particolarmente accesi irredentismi, contrasti etnici e spinte secessioniste e dove non mancano ingerenze esterne.

La Sco nasce ufficialmente nel giugno del 2001, quando al cosiddetto Gruppo dei cinque (o Shanghai Five), già attivo dalla metà degli anni Novanta sul tema della cooperazione nella gestione dei confini, si aggiunse anche l’Uzbekistan e il Gruppo decise di istituzionalizzarsi in organizzazione.

Secondo alcuni osservatori la Sco sarebbe nata, con l’intento di contenere e bilanciare la presenza statunitense nell’area centroasiatica: un’interpretazione che si è rafforzata da quando, nel 2005, proprio da un summit della Sco è emersa la richiesta a Washington di calendarizzare il ritiro delle proprie installazioni e dei propri soldati presenti in Asia centrale. Sulla capacità reale della Sco di essere un contrappeso alle ingerenze esterne nella regione, d’altra parte, conta in maniera determinante lo stato di salute delle relazioni bilaterali tra Russia e Cina, le cui proiezioni regionali verso l’Asia centrale sono più volte entrate in conflitto.

Le potenzialità della Sco sono dunque legate ai livelli di coesione o divisione che i paesi aderenti fanno e faranno registrare: da una parte, l’asimmetria in termini di capacità già delinea un’organizzazione a due velocità, con Russia e Cina chiaramente in testa; dall’altra, le modalità storicamente differenti di perseguire la propria politica estera da parte degli stati membri potrebbero rivelarsi ostacoli notevoli sulla strada di un’ulteriore sviluppo dell’attività cooperativa. Un dato, quest’ultimo, già emerso in tutta la sua problematicità nel rifiuto cinese e degli altri membri centroasiatici di fornire un sostegno politico incondizionato alla Russia in occasione del conflitto contro la Georgia del 2008.

L’organizzazione ha firmato memorandum d’intesa non solo tra i paesi membri, ma anche con le altre due principali organizzazioni asiatiche, l’Asean e la Cis. Sul piano operativo la Sco si è concentrata finora sulla lotta al terrorismo (dal 2004 è stato istituto un centro regionale per le attività di antiterrorismo, situato in Uzbekistan), sulla cooperazione militare, tramite la realizzazione di ripetute esercitazioni comuni anche di vasta scala, e ancora sulla cooperazione energetica, in quella commerciale e culturale, come sancito tramite la ratifica di un accordo formale nel 2007 (Treaty on Long-Term Good-Neighborliness, Friendship and Cooperation).

Struttura istituzionale

La Carta della Sco è stata approvata nel giugno del 2002, un anno dopo la decisione di istituire l’organizzazione.

Il Consiglio dei capi di stato è il più importante organo decisionale: si riunisce una volta l’anno a rotazione in ciascuno dei sei stati. Questo è seguito nella gerarchia dell’organigramma dal Consiglio dei capi del governo e dal Consiglio dei ministri degli esteri. Il primo si occupa di approvare il budget dell’organizzazione, di discutere gli ambiti e lo stato dell’arte della cooperazione multilaterale; il secondo invece discute le principali questioni dell’agenda politica internazionale e gestisce le relazioni tra la Sco e le altre organizzazioni multilaterali.

Al Segretariato generale, il principale organo amministrativo ed esecutivo della Sco, con sede a Pechino, si affiancano diverse altre strutture e agenzie con competenze.

Membri

Cina, Russia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan.

Membri osservatori della Sco sono Mongolia, India, Iran e Pakistan.

Bielorussia e Sri Lanka sono partner di dialogo, mentre con l’Afghanistan è attivo dal 2005 un gruppo di contatto sulla ricostruzione del paese.

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