SHOSHONI

Enciclopedia Italiana (1936)

SHOSHONI

Renato BIASUTTI
Carlo TAGLIAVINI

. Tribù indigena dell'America Settentrionale, stanziata, al tempo dei primi contatti con i coloni europei (1805), sull'altipiano delle Rocciose, fra il corso superiore del Missouri e quello dello Snake, affluente del Columbia. Ma in precedenza essi vivevano più a oriente, sul margine delle praterie centrali, donde erano stati respinti sulle Rocciose dalle tribù algonchine già provviste di armi da fuoco. Un nome frequentemente usato per alcune loro sezioni fu quello di Snake "serpente", mentre quello di Shoshoni venne modernamente esteso a una grande quantità di tribù linguisticamente affini che occupavano gran parte dell'altipiano estendendosi anche, con varie propaggini, fino sulla costa californiana (Gabrieleño, Luiseño, ecc.) e verso il Golfo del Messico (Comanci; v. appresso). Nella cultura si notano influssi dei gruppi delle praterie (bisonte, cavallo, ecc.) nei Shoshoni più orientali, e influssi dei Pueblos nelle tribù più meridionali. I gruppi centrali mostrano invece una quantità di elementi piuttosto primitivi, in parte comuni con le più basse culture della California, come la prevalenza della raccolta e della piccola caccia, la capanna di frasche a forma di alveare, ecc. Alcuni gruppi erano noti perciò ai coloni col nome dispregiativo di Diggers ("scavatori") o di Shoshoco ("pedestri", per la mancanza del cavallo). Il loro numero attuale è di circa 17.000 individui nelle varie riserve e agenzie.

I dialetti shoshoni formano una vasta famiglia linguistica che rientra a sua volta nella grande famiglia linguistica Uto-Azteca, ma il distacco del proto-shoshone deve essere avvenuto in epoca molto remota, giacché i varî gruppi di dialetti sono considerevolmente differenziati fra loro, sì da escludere generalmente la mutua comprensibilità.

Possiamo dividere i dialetti shoshoni in quattro gruppi:

1. Gruppo Pueblo, geograficamente isolato dagli altri territorî parlanti dialetti shoshoni; comprende una sola lingua: il hopi (o moqui), parlato dagl'Indiani omonimi nell'Arizona settentrionale (per i Pueblos non shoshoni v. pueblo). La struttura grammaticale del hopi è tipicamente shoshone e anche i pronomi concordano perfettamente, ma il lessico è molto alterato dagl'influssi esterni, e anche i numerali (salvo pāhio "3"; navai "6") non concordano affatto con quelli shoshoni.

2. Gruppo dell'Altipiano (Plateau-Branch), molto esteso e comprendente i dialetti parlati dalle tribù degli Shoshoni, Bannok, Ute, Paiute e Comanche; occupa un territorio che va dalla Columbia a N. al Colorado a S. e si estende dalle Montagne Rocciose a E., lungo le Sierre, fino alla gran vallata di California a O. In questo gruppo possiamo distinguere varî sottogruppi, e precisamente:

a) Ute-Chemehuevi, sottogruppo assai omogeneo che comprende: α) l'ute settentrionale e meridionale, nell'Utah e Colorado; β) il paiute meridionale, nel Nevada del S.; γ) il chemehuevi, originariamente sul Colorado; δ) il kawaiisu nei monti Tehachapi.

b) Shoshoni-Comanche, sottogruppo che comprende: α) il shoshoni propriamente detto, che era parlato a E. dello Snake River; β) il comanche (v.); γ) il koso (o panamint o shikaviyam) in California.

c) Mono-Paviotso (o Mono-Bannock) nell'Oregon, Idaho e Nevada che comprende: α) mono orientale e occidentale con parecchi dialetti nella Sierra Nevada (conosciuto anche col nome di monachi); β) paiute settentrionale (paviotso) nell'angolo nord-orientale della California.

3. Gruppo del fiume Kern che comprende un solo dialetto: il tübatulabal, parlato sul fiume Kern nell'estremità meridionale della Sierra Nevada in California; questo gruppo è in certo modo intermedio fra quello dell'Altipiano e quello della California meridionale, ma è considerevolmente differenziato da ambedue.

4. Gruppo della California Meridionale, con tre sottogruppi:

a) sottogruppo serrano, parlato da varie tribù nelle montagne di San Bernardino;

b) sottogruppo gabrieleño, parlato nei territorî delle due missioni francescane di San Gabriele e San Fernando (nella provincia di Los Angeles); conosciamo due varietà: α) fernabdeño; β) gabrieleño, parlato oltre che nelle provincie di Los Angeles e di Orange, anche nelle due isole di San Clemente e Santa Catalina.

c) sottogruppo Luiseño-Cahuilla che comprende: α) il juanẽno parlato nel territorio della missione di San Giovanni Capistrano; β) il luiseño parlato nel vasto territorio della missione francescana di San Luis Rey; γ) agua caliente; γ) cahuilla a E. del territorio dei Luiseño.

Bibl.: A. L. Kroeber, Shoshonean Dialects of California, Berkeley 1907 (Un. Cal. Publ. Amer. Arch. a. Ethn., IV, pp. 65-166); Notes on Shoshonean dialects of southern California, ibid., VIII (1909), pp. 235-65 (opere fondamentali); Handbook of the Indians of California, Washington 1925 (Smithsonian Inst. Bur. Am. Ethn. Bull. 78), pp. 574-708. Su singoli idiomi, cfr. T. T. Watermann, The phonetic elements of the Northern Paiute language, in Un. Cal. Publ. Am. Arch. Ethn., X (1911), pp. 13-44; C. Tagliavini, La lingua degli Indi Luiseños (alta California) secondo gli appunti grammaticali inediti di un chierico indigeno, Bologna 1926 (contiene il testo dell'unica gramm. di una lingua americana che sia mai stata scritta da un Indio civilizzato); Osservazioni sul dialetto shoshone di San Luis Rey, negli Atti del XXII Congr. Intern. degli americanisti, Roma 1928, II, pp. 539-49; L'evangelizzazione e i costumi degli Indi Luiseños secondo la narrazione di un chierico indigeno, nei Proceedings of the XXIII Internation. Congress of Americanists, New York 1930, pp. 533-48; Frammento di un dizionarietto Luiseño-Spagnuolo scritto da un indigeno, ibid., pp. 905-15; E. Sapir, Southern Paiute, a shoshonean language; Texts of the Kaibab Paiutes and Uintah Utes; Southern Paiute Dictionary, nei Proceedings of Amer. Acad. of Arts and Science, di Boston, LXV (1930-31; importantissimo). Studî comparativi: E. Sapir, Southern Paiute and Nauhatl, a study in Uto-aztecan, nel Journal de la Société des américanistes de Paris, X (1913), pp. 379-425; XI (1914-19), pp. 443-88; American Anthropologist, XV (1915), pp 98-120; 306-328 (fondamentale).

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