Polenton, Sicco

Enciclopedia Dantesca (1970)

Polenton, Sicco

Giovanni Ferraù

Umanista, nato a Levico, Valsugana, nel 1375 o '76 da un Bartolomeo Rizzi (incerta è l'origine del suo cognome P.); studiò a Padova sotto la guida di Giovanni di Conversino. Nella stessa sua città esercitò la funzione di notaio, prima presso i Carraresi e poi, quando la città cadde sotto il dominio veneziano, presso il comune. A Padova morì nell'anno 1447. La sua attività di dotto umanista è documentata, oltre che da un commento alle orazioni di Cicerone, dalla commedia Catinia (edita a c. di G. Padoan, Venezia 1969), e dagli Exempla a imitazione di Valerio Massimo, da una vera e propria storia della letteratura latina da Livio Andronico al Petrarca intitolata Scriptores illustres latine linguae, composta nella sua seconda più completa redazione nel 1435.

In essa, oltre le biografie dei preumanisti padovani, vicini a lui per tradizione di fortune locali, sono contenute le biografie delle ‛ tre corone ' fiorentine. Il fatto di aver inserito una breve biografia di D. in una prospettiva così ampia significa che nel P. le resistenze opposte dalla cultura umanistica all'accoglimento del poeta fiorentino risultano in gran parte superate. Se però si considera più da vicino la ‛ vita ' di D., e soprattutto se si mette in relazione con quella tanto più vasta e impegnata relativa al Petrarca, non si può non vedere quanto più generica e imprecisa, troppo spesso affidata a un superficiale gusto aneddotico, sia la biografia in questione.

In effetti della grande personalità dantesca presso il biografo non è giunta se non la fama che fosse " linguae paulo liberior " (non a caso poco prima aveva richiamato Giovenale), mentre non mancano le consuente riserve umanistiche sulla Commedia, per cui l'opera sarebbe grande " quantum id scribendi genus et metri ratio patiatur ". D'altronde la breve biografia non presenta nessun valore documentario, tanto scarsi e generici sono i dati che offre (in concreto, in fondo, non è ricordata se non la data di morte e delle opere si cita solo la Commedia e la Monarchia). Ci troviamo di fronte, in conclusione, a una testimonianza che sta a indicare da un lato una fama ormai ben salda e diffusa, ma dall'altro lo scarso amore e le molte incomprensioni con cui fu considerata la Commedia in età umanistica.

Bibl. - A. Segarizzi, La Catinia, le orazioni e le epistole di S. P., Bergamo 1899; ID., Supplemento critico e bibliografico, ibid. 1901; D.M. Robatham, A Fiftheenth Century History of Latin Literature, in " Speculum " VII (1932); I. Bherens, Die Lehre von der Einteilung der Dichtkunst vornehmlich vom 16. bis 19. Jahrhundert. Studien zur Geschichte der poetischen Gattungen, Halle 1940; F. Tateo, La cultura umanistica e i suoi centri, in La letteratura italiana. Storia e Testi, III I, Bari 1971, 101-105.

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