SICOFANTE

Enciclopedia Italiana (1936)

SICOFANTE

Ugo Enrico Paoli

. Il sistema accusatorio, vigente in Atene e nelle città greche a regime libero, per il quale non si procedeva contro il delinquente se non vi era un accusatore, aveva favorito il sorgere di una classe di professionisti, ristretta, malvista, ma pericolosa. Il nome stesso è spregiativo, e nell'uso comune è adoperato nel senso di "calunniatore"; un'antica etimologia, da accogliere con prudenza, dava alla parola il senso originario di "denunziatore di fichi" (σῦκον "fico"; ϕαίνω "denuncio"), cioè di chi esportasse di contrabbando i fichi dall'Attica. Si ricordava fra le leggi più benefiche di Caronda quella che estirpò la mala pianta dei sicofanti. Bisogna tuttavia distinguere gli accusatori politici dai sicofanti volgari; i primi, se pure si servono della pubblica accusa come arma di partito, o come strumento della loro ambizione, esercitano un ufficio utile, in quanto difendono le leggi e l'ordine giuridico; il sicofante, invece, è un ricattatore: minaccia il processo per farsi tacitare estorcendo denari. È certo che i sicofanti furono la piaga e il disonore delle città greche, specie delle democrazie. Non mancavano, peraltro, severe sanzioni, contro l'abuso della capacità accusatoria; chi non avesse riportato neanche il quinto dei voti in una causa privata era tenuto a pagare una multa di soccombenza (v. epobelia); chi avesse presentato e poi ritirato un'accusa era punito con la multa di 1000 dracme; che perdesse anche la capacità accusatoria è comune affermazione che altri (Paoli) ha recentemente combattuta. Oltre alle sanzioni che colpivano l'accusa temeraria, altre ve n'erano contro l'attività stessa del sicofante, quando apparisse pericolosa; cioè, la denunzia alla βουλή (detta εἰσαγγελία) e all'assemblea (προβολὴ ἐν τῷ δήμῳ).

Bibl.: J. H. Lipsius, Das attische Recht u. Rechtverfahren, Lipsia 1905-15, I, p. 211 segg.; J. O. Lofberg, Sycophancy in Athen, diss., Chicago 1917; The sycophant-parasite, in Classical Philology, XV (1920), p. 61 segg.; U. E. Paoli, Studi di diritto attico, Firenze 1930, pp. 247 segg., 319 segg.; K. Latte, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., IV A, col. 1028 segg.

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