PIOLA, Silvio

Enciclopedia dello Sport (2002)

PIOLA, Silvio

Fabrizio Maffei

Italia. Robbio Lomellina (Pavia), 29 settembre 1913-Vercelli, 3 ottobre 1996 • Ruolo: centravanti • Esordio in serie A: 16 febbraio 1930 (Bologna-Pro Vercelli, 2-2) • Squadre di appartenenza: 1929-34: Pro Vercelli; 1934-43: Lazio; 1944: Torino; 1945-47: Juventus; 1947-54: Novara • In nazionale: 34 presenze e 30 reti (esordio: 24 marzo 1935, Austria-Italia, 0-2) • Vittorie: 1 Campionato del Mondo (1938) • Carriera di allenatore: nazionale italiana (nella commissione tecnica, 1953-54), Cagliari (1955-57), FIGC (istruttore NAGC, istruttore allenatori e osservatore federale al Centro Tecnico di Coverciano)

Per molti è il più grande calciatore italiano di tutti i tempi, di sicuro è quello che ha segnato il maggior numero di gol: 290 in 566 partite di serie A. Ha avuto una carriera straordinariamente lunga ‒ 24 anni di calcio ad altissimo livello ‒ ed è stato anche un simbolo della nazionale: vi ha giocato per 17 anni, segnando 30 reti in 34 partite e contribuendo in maniera decisiva a realizzare imprese leggendarie come la vittoria nel Campionato del Mondo del 1938. Centravanti completo, lottatore d'area senza rivali, forte, coraggioso, abile in acrobazia, Piola viene ricordato ancora oggi per le sue rovesciate con spalle alla porta avversaria. A queste straordinarie doti, abbinava una grande furbizia, come dimostra il gol segnato con la mano all'Inghilterra nel 1939. La sua carriera iniziò, quando aveva 16 anni, nella Pro Vercelli. Il 28 ottobre 1933 segnò sei delle sette reti che la sua squadra rifilò alla Fiorentina (un record eguagliato da Sivori in Juventus-Inter, 9-1, del 10 giugno 1961). Il giovane giocatore era stato già promesso all'Ambrosiana Inter, ma i decisi interventi di un dirigente del Partito Fascista, Paolo Martinelli, e del generale Vaccaro, presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio (entrambi laziali), riuscirono a convincere la Pro Vercelli a cederlo alla Lazio. Piola venne ingaggiato dalla società romana per 250.000 lire (e uno stipendio di 5000 lire) e diventò subito un leader. Pozzo lo fece esordire in nazionale nel 1935 al posto dell'infortunato Schiavio: due reti a Vienna e vittoria storica contro l'Austria. Nel dopoguerra giocò per due stagioni con la Juventus prima di passare al Novara, dove visse una seconda giovinezza tornando in nazionale a 39 anni (Italia-Inghilterra, 1-1, a Firenze nel 1952). L'ultimo gol lo segnò in Novara-Milan 1-1, del 7 febbraio 1954, quando aveva 40 anni, 6 mesi e 9 giorni. A fine carriera diventò allenatore: guidò il Cagliari per due stagioni, poi a 47 anni entrò in Federcalcio, a Coverciano.

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