Sincope

Dizionario di Medicina (2010)

sincope


Improvvisa perdita di coscienza transitoria accompagnata da calo pressorio, debolezza muscolare intensa, incapacità a mantenere la posizione eretta. Dalla s. il soggetto si riprende rapidamente e l’episodio rimane isolato. Non si tratta dunque di una vera malattia, ma semplicemente di un sintomo.

Eziologia

Nella maggioranza dei casi non si riesce a identificare la causa, altrimenti l’origine può essere vaso-depressiva, ossia dovuta a improvvisa dilatazione dei vasi con conseguente calo della pressione sanguigna, oppure può essere originata da un’insufficiente azione del cuore nel pompare il sangue o da un problema neurologico o da altre e più rare cause. La s. è spesso definita vaso-vagale in quanto a essa concorrono la vasodilatazione e un’intensa attività del nervo vago che riduce l’azione del cuore. A volte la s. può essere legata a un intenso stato emozionale, spesso caratterizzato da paura. Si tratta, probabilmente, in tali casi, di una reazione automatica che negli animali costituisce la ‘finta morte’, meccanismo di difesa per sfuggire all’attacco di predatori.

Meccanismo d’azione

In generale il meccanismo d’azione della s., indipendentemente da quale sia la causa scatenante, è dovuto a un calo della pressione con conseguente diminuzione del flusso di sangue al sistema nervoso centrale (SNC) e perciò dell’apporto di sostanze nutritive e dell’ossigeno. L’SNC risente immediatamente di tale situazione e le sue cellule vanno incontro a un malfunzionamento, da cui derivano la perdita di coscienza e l’incapacità a svolgere quelle complesse funzioni che garantiscono la stazione eretta. In un certo senso, il cadere, in un episodio sincopale, può essere considerato come un meccanismo di compenso: la posizione orizzontale, imposta dal venir meno delle contrazioni muscolari necessarie alla postura verticale, permette all’SNC di situarsi alla stessa altezza del cuore, eliminando in tal modo il tratto in salita che il sangue deve percorrere partendo dal cuore per raggiungere la scatola cranica; il flusso di sangue riesce così a irrorare adeguatamente l’SNC del soggetto che riprende coscienza. Gli stessi meccanismi sono impiegati nel primo soccorso, sdraiando il paziente e sollevandogli leggermente le gambe per privilegiare l’afflusso di sangue al capo.