SINGHIOZZO

Enciclopedia Italiana (1936)

SINGHIOZZO (lat. singultus; fr. hoquet; sp. sollozo, zollipo; ted. Schluchzen; ingl. hiccup)

Giovanni MINGAZZINI
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Risulta da una brusca contrazione inspiratoria del diaframma contemporaneamente alla quale si stabilisce una rapida chiusura della glottide e pertanto si manifesta come uno spasimo addominale accompagnato a una brusca inspirazione e alla produzione, nella laringe, di un caratteristico rumore. E un fenomeno riflesso che si stabilisce attraverso un nucleo bulbare (vicino a quello dello pneumogastrico e pertanto vicino a quello della tosse e del vomito) mediante vie eccitatrici centripete (essenzialmente lo pneumogastrico e in via accessoria alcuni fasci corticobulbari) e vie motrici centrifughe (il nervo frenico).

È un fenomeno comune e innocuo nei soggetti sani, nei quali però è sempre transitorio e prodotto da cause diverse: il freddo, la deglutizione affrettata, ecc. Talora il singhiozzo è fenomeno premonitorio di malattie infettive (influenza), e si accompagna frequentemente ad alcune malattie a localizzazione addominale (tifo, peritonite). Frequentemente può presentarsi in varie malattie cerebrali, soprattutto nelle emorragie e nei tumori cerebrali, nell'encefalite epidemica. In tali casi però si accompagna sempre ad altri sintomi generali di apoplessia o di ipertensione intracranica.

Il singhiozzo può presentarsi anche nell'epilessia, e costituisce di per sé solo un equivalente comiziale, e nella corea, in cui può essere una delle manifestazioni dei disturbi discinetici. Un posto a parte occupa nella patologia nervosa il singhiozzo isterico, cui si attribuisce, come alle altre manifestazioni isteriche, un meccanismo psicogenetico.

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