SIPPAR

Enciclopedia Italiana (1936)

SIPPAR

Giuseppe Furlani

È il nome di una famosa e antica città babilonese tra l'Eufrate e il Tigri, là dove i due fiumi si avvicinano maggiormente. La collina delle sue rovine è chiamata ora Abü Ḥabbah. Il nome sumero della città era Zimbir, e da questo deriva Sippar. Il nome della città si scriveva coll'ideogramma Ud-kib-nun (ki), con che la si distingueva da un'altra Sippar, quella della dea Anunītum, vicina ad Akkad. Sippar era una delle due città di Shamash, dio del sole, ed era rinomata già da tempi molto antichi. Non fu mai, sembra, la capitale di un regno, quantunque la leggenda narri di un re di Sippar Enmeduranki, che sarebbe stato l'inventore o creatore della mantica. Il famoso tempio del Sole portava il nome di È-Babbar. Nelle rovine della città furono eseguiti degli scavi da H. Rassam nel 1881-1882 e da V. Scheil nel 1894. Ben noto è il bel rilievo del dio del sole dedicato da Nabū-apla-iddina.

Bibl.: H. Rassam, Asshur and the land of Nimrod, New York 1897; V. Scheil, Une saison de fouilles à Sippara, Cairo 1902; G. Furlani, La civiltà babilonese e assira, Roma 1929 e 1931.