SHACKLETON, Sir Ernest

Enciclopedia Italiana (1936)

SHACKLETON, Sir Ernest

Carlo Errera

Esploratore, nato a Kilkee (Irlanda) il 15 febbraio 1874. Lascia la casa paterna a sedici anni e si arruola tra gli equipaggi d'una compagnia di navigazione mercantile. Dopo dodici anni di vita errabonda si appassiona per le ricerche polari: nel 1901 prende parte alla prima spedizione del capitano Scott come terzo luogotenente e raggiunge con questo, nel suo primo tentativo verso il Polo Australe, l'82°17′ di lat. Ritornato lo Scott in Europa nel 1904, lo Sh. studia il piano d'una spedizione sua: e nel luglio 1907 parte da Londra con una nave da lui equipaggiata, il Nimrod, con sedici uomini di equipaggio e uno scelto corpo d'uomini di scienza, e con una piccola scorta di cavallini di Manciuria. Raggiunto con la nave il Capo Evans dell'isola Ross e posto il quartiere di sverno poco lungi dal punto dove aveva svernato lo Scott, riesce a compiere nell'isola stessa (marzo 1908) l'ascensione dell'incombente vulcano Erebus (m. 4073); poi tenta anch'egli un'avanzata in slitta che lo avvicini al Polo Australe più che non gli fosse riuscito con lo Scott nel tentativo del 1903, e tocca questa volta (9 gennaio 1909) la latitudine di 88°23′ a soli 170 km. dal Polo: a questo punto arrivano in quattro dopo una laboriosissima marcia sui ghiacciai del continente, esausti di forze, costretti a tirare essi stessi la slitta, sfuggendo quasi per miracolo alla morte per fame. Quasi contemporaneamente uno dei compagni di viaggio, il dottor David, conduceva a meta felice dal Capo Evans una spedizione in slitta al Polo Magnetico, precisato in latitudine 72°25′ S., long. 154° E.; così che tutto intero il corpo di spedizione, ritornando col Nimrod nel marzo 1909 alla Nuova Zelanda, poteva vantare il fortunato esito, dovuto alla mirabile energia e allo studio minuto di tutta l'organizzazione, merito del valorosissimo capo.

Appena tornato, lo Sh., elevato a grado nobiliare, disegna nell'Antartide un altro audace tentativo che, partendo dal Mare di Weddell (Atlantico Australe), avrebbe dovuto raggiungere il Mare di Ross (Pacifico Australe), così da risolvere il problema fondamentale se i due mari fossero separati l'uno dall'altro ovvero in qualche modo congiunti. Concretato il disegno, mentre sbarcava al noto Capo Evans una piccola schiera di 10 uomini che avrebbero dovuto attendere quivi l'arrivo degli altri, la nave Endurance, con lo Sh., entra nel giugno del 1914 nel Mare di Weddel e può quivi raggiungere e seguire per un certo tratto la costa di Caird, continuazione di quella già nota di Coats; ma poi, trascinata per quel mare prigioniera dei ghiacci per più di nove mesi, cola a fondo lasciando i superstiti su un blocco di ghiaccio che li porta fino all'isola Elefante nel gruppo deserto delle Shetland Australi. Di qui l'audace capitano su un piccolo battello con due soli compagni rischiosamente naviga fino a raggiungere i balenieri stanziati nella Georgia Australe; indi, mentre i 22 superstiti dell'isola Elefante sopportavano coraggiosamente un penoso sverno al comando dell'ufficiale in seconda F. Wild, lo Sh., procuratasi altra nave, compariva a salvare quei valorosi il 30 agosto del 1916.

Trattenuto poi in Europa dalla guerra, disegna, appena tornata la pace, un'altra spedizione ancora ai mari antartici. La nave Quest, da lui noleggiata, salpa il 24 settembre 1921, e, benché tormentata da furiose tempeste, raggiunge la Georgia meridionale, dove però il 5 gennaio 1922 una morte improvvisa lo coglie.

Bibl.: H. R. Mill, The life of sir E. Sh., Londra 1923.

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