STANLEY, Sir Henry Morton

Enciclopedia Italiana (1936)

STANLEY, Sir Henry Morton

Attilio MORI

Nome adottato e reso celebre da James Rowlands, viaggiatore africano fra i maggiori. Nacque a Denbigh nel Galles il 10 giugno 1840; orfano di padre, fu accolto, non ancora settenne, in un ricovero per derelitti. Nel maggio 1856 riuscì a evadere e dopo avere per tre anni fruito dell'ospitalità di parenti e cambiato varie occupazioni, riuscì a imbarcarsi come mozzo su una nave americana che da Liverpool faceva rotta per New Orleans.

Sbarcato ivi e avendo trovato da occuparsi presso un negoziante di caffe, ebbe la fortuna d'incontrarsi con un mediatore, Henry Stanley, che lo adottò come figlio e gli diede il proprio nome, col quale sarà ormai conosciuto. Scoppiata la guerra di secessione vi partecipò arruolandosi coi confederati (1861). Nel 1864 si arruolò nella marina americana ma non vi prestò servizio che per pochi mesi. Fu però durante questo tempo che gli si presentò l'occasione di assistere a episodî di grande interesse, che, descritti nei giornali, gli valsero l'entrare nel campo del giornalismo al quale dovette la sua fortuna e la sua celebrità come esploratore. Dopo alcuni viaggi negli stati dell'ovest e fallitogli il tentativo di un vero viaggio di esplorazione nell'Asia centrale, lo St. faceva ritorno in America ed entrato ormai regolarmente nei giornalismo si offrì al New York Herald come corrispondente di guerra nella campagna che l'Inghilterra organizzava contro l'imperatore Teodoro di Abissinia (1867-68); campagna che egli seguì con grande scrupolo inviando ampie corrispondenze. Avendo ricevuto dal suo giornale l'ordine di ricercare D. Livingstone, di cui non si avevano da tempo notizie, si reca nel novembre 1868 in Aden; ma dopo due mesi ne riparte senza frutto. Va poi in Spagna, dove segue gli avvenimenti della rivoluzione del 1869; assiste all'inaugurazione del Canale di Suez, e dopo altre missioni che lo conducono in Grecia, in Turchia, in Persia, in India, viene inviato alla ricerca di Livingstone che si riteneva perduto. Alla fine di dicembre del 1870 egli è a Zanzibar dove attende ad organizzare la carovana con la quale da Bagamoyo il 21 marzo successivo parte verso il Tanganica sulle tracce dell'itinerario seguito già da R. F. Burton e da J. H. Speke. Il 10 novembre raggiunge il lago a Ugigi, ove ha la fortuna di trovare il grande missionario ed esploratore scozzese. Insieme con lui intraprende sul Tanganica una sistematica esplorazione della parte settentrionale del lago, che li conduce alla scoperta del suo affluente Rusisi: scoperta che viene a escludere l'ipotesi sostenuta dal Livingstone della pertinenza del Tanganica al bacino del Nilo. Il 27 dicembre i due viaggiatori lasciano Ugigi proseguendo insieme verso oriente sino a Unyanyembe (Tabora) dove si separano, lo St. per rimpatriare, e il Livingstone, da lui rifornito di mezzi e di uomini, per fare ritorno al campo. Il risultato felice dell'impresa compiuta valse a infervorare sempre più lo St. verso i grandi problemi della geografia africana. L'annunzio della morte del Livingstone avvenuta il 1° maggio 1873 e appresa dallo St. solo dopo quasi 10 mesi, e il fatto che egli era scomparso prima di aver risolto il problema che tanto l'interessava - l'identificazione cioè del gran fiume scorrente alla stazione araba di Nyangwe - problema che neppure a L.V. Cameron era stato possibile risolvere, indussero lo St. a studiare il piano di una nuova spedizione atta a risolvere questo e altri problemi dell'ancora oscura geografia africana. Ne sottopone l'esame alla direzione del Daily Telegraph che si accorda con quella del New York Herald per mandarlo ad effetto. La spedizione capitanata dallo St. parte da Bagamoyo il 16 novembre 1874, raggiunge il Lago Vittoria, ne compie la circumnavigazione e riconosce la zona di spartiacque tra il Vittoria e l'Alberto, quindi si dirige a sud verso il Tanganica che raggiunge il 27 maggio 1876. Compie anche di questo bacino la circumnavigazione e il rilevamento, riconoscendo il Lukuga come suo emissario secondo le indicazioni date dal Cameron, raggiunge la stazione di Nyangwe (27 ottobre) e di lì il Lualaba di cui discende il corso, che nessun dubbio ormai si oppone a identificare col Congo. La spedizione perviene il 12 marzo 1877 allo slargo del fiume che prenderà il nome di Stanley Pool e un mese più tardi raggiunge la costa dell'Atlantico a Cabinda. Mai impresa geografica poteva vantare un successo maggiore. Il ritorno dello St. seguì di poco la creazione dell'Associazione internazionale fondata il 12 settembre 1876 dal re Leopoldo II per l'esplorazione e l'incivilimento dell'Africa. La ricognizione del gran fiume compiuta dallo St. valse a richiamare l'attenzione sull'opportunità di valersi della nuova via di penetrazione che essa rappresentava per il continente africano. Cnstituitosi a tale effetto a Bruxelles il 25 novembre 1878 un comitato di studî per l'Alto Congo, che nel 1882 prende il nome di Associazione internazionale del Congo, se ne affida allo St., che si era veduto rifiutare dall'Inghilterra le sue profferte, la direzione, con l'incarico di fondare sulle sue rive delle stazioni. Superando grandi difficoltà egli riesce a trasportare sino allo Stanley Pool un battello a vapore smontabile col quale risale il fiume sino alle cascate di Stanley rilevandone con maggiore precisione il corso principale e quello dei suoi grandi affluenti Cuango e Fini, ciò che condusse alla scoperta del Lago Leopoldo II. Per ben cinque anni e mezzo (dal gennaio 1879 al giugno 1884) lo St. diede quasi senza interruzione l'opera sua energica ed avveduta alla prima organizzazione di questo immenso territorio, che egli per primo aveva rivelato, riuscendo così alla fondazione dello Stato libero del Congo (divenuto poi il Congo Belga) sotto la sovranità del re Leopoldo. Era da poco ritornato dal Congo quando da un comitato sorto per organizzare una spedizione di soccorso ad Emin Pascià, governatore della provincia equatoriale egiziana tagliata fuori da ogni comunicazione col mondo civile dalla caduta di Khartum e dall'abbandono del Sudan, gli fu offerto di assumerne la direzione. Organizzata la spedizione egli decide di raggiungere la regione dell'alto Nilo risalendo il Congo e il suo affluente Aruwimi. Lasciata Londra alla fine di febbraio del 1887 la spedizione giungeva a Boma il 18 marzo e il 21 aprile era sullo Stanley Pool. Risale il Congo sino alla confluenza dell'Aruwimi e quindi l'Aruwimi stesso sino a Yambuia dove cessa la navigabilità. Di lì per via di terra la spedizione riesce a raggiungere Emin il 29 aprile 1888 sulle rive occidentali del Lago Alberto. Vincendone le riluttanze, lo St. si fece da lui seguire sino alla costa dove giunsero nel dicembre del 1889. In questo memorabile viaggio della durata di 2 anni e mezzo, lo St. poté conseguire importanti risultati dal punto di vista geografico: la ricognizione dell'Aruwimi e della zona più occidentale fino al Lago Alberto, la scoperta del Lago Alberto Edoardo e quella del Ruvenzori, che G. Casati aveva intravveduto. Con la spedizione per la liberazione di Emin si chiude l'operosità dello St. nel campo dell'esplorazione geografica. Nel 1897 compì un viaggio nell'Africa australe, interessandosi alla lotta che si preparava con la madre patria; ma, travagliato dal male che spesso lo affliggeva, rimpatriò infine e acquistò nel giugno 1899 una villa a 30 miglia da Londra dove si ritirò alternando il suo soggiorno con Londra. Il 17 aprile 1904 fu colpito da una pleurite. Morì il 9 maggio successivo.

Bibl.: La vita dello St., specie per quanto riguarda le sue imprese geografiche, si rileva dalle relazioni dei suoi memorabili viaggi; ediz. ital. Come trovai Livingstone, Milano 1873; A traverso il Continente Nero, ivi 1878; Il Congo e la creazione di uno Stato Libero, ivi 1886; Nell'Africa tenebrosa ovvero ricerca liberazione e ritorno di Emin governatore della Provincia Equatoriale, ivi 1890; v. inoltre le memorie autobiogr. Come divenni esploratore, ivi 1910.