REYNOLDS, Sir Joshua

Enciclopedia Italiana (1936)

REYNOLDS, Sir Joshua

Arthur Popham

Píttore, nato il 16 luglio 1723 a Plympton Earl (Devonshire), morto a Londra il 23 febbraio 1792. Poiché mostrava predilezione per l'arte, venne mandato nel 1740 a Londra, per frequentarvi lo studio di Thomas Hudson, che era il più noto ritrattista del tempo. Vi rimase due anni, quindi, tornato a Plympton, trovò lavoro come pittore di ritratti nel vicino porto di Plymouth. Dopo un altro biennio di permanenza a Londra, dal 1744 al 1746, mortogli il padre, si stabilì a Plymouth con le sue due sorelle e riprese il lavoro di ritrattista. Ospitato dal commodoro Keppel su una nave da guerra, nel 1749, partì per l'Italia e vi rimase fino al 1752, soggiornando la maggior parte del tempo a Roma, ma visitando anche Bologna, Parma, Firenze e Venezia. Nel British Museum e nel Soane Museum si conservano quaderni dì schizzi con notazioni in forma di diario, che costituiscono un interessante documento delle reazioni del R. di fronte alla pittura italiana.

Il primo ritratto che stabilì la sua fama a Londra fu quello del commodoro Keppel, dipinto nel 1753 (collez. di Lord Rosebery). Da allora le commissioni fioccarono e il R. divenne il pittore preferito dell'aristocrazia inglese.

Nel 1757 egli annotava sul suo diario di avere tenuto il quasi incredibile numero di 677 sedute di posa. I suoi rivali più serî furono: Thomas Gainsborough, pittore favorito dalla famiglia reale, e George Romney; ma il R. mantenne il suo primato sino alla fine.

Nel 1768, quando venne fondata la Royal Academy, il R. fu eletto all'unanimità primo presidente e l'anno successivo ebbe dal re una onorificenza. Come presidente dell'Academy egli pronunziò, in occasione delle annue distribuzioni di premî, quindici discorsi i quali costituiscono acuti e profondi contributi alla critica estetica.

La posizione unica occupata dal R. fu dovuta in non piccola parte alle sue qualità sociali. La sua equanimità e urbanità, le sue doti diplomatiche, lo resero caro non solo all'aristocrazia, ma anche a pensatori e scrittori dell'epoca: S. Johnson gli fu amico per tutta la vita; il Burke, il Goldsmith, lo Sterne, il Boswell e il Garrick, furono tra i suoi intimi ed egli li ritrasse tutti.

Il R. divide col Gainsborough il titolo di massimo ritrattista inglese: le sue poche pitture di soggetto raramente riuscirono. Egli si rese conto dei propri limiti in tal senso, ma sperò di dare impulso alla formazione d'una scuola eroica di pittura in Inghilterra. Nella formazione del suo stile, fortemente personale, si combinarono influssi diversi: elementi dei Veneziani, dei Bolognesi, del tardo Rembrandt e di Rubens si aggiunsero a quelli che egli aveva ricevuto dal Hudson e dal Gandy. La sua pittura rivela un graduale sviluppo dal semplice ritratto obiettivo, secondo la tradizione di Lely, Kneller e Hudson, verso uno stile più ambizioso e immaginativo, nel quale i modelli vengono rappresentati come personaggi mitologici o fantastici concepiti drammaticamente. La ricerca di colori più delicati e ricchi condusse il R. a fare esperimenti con pigmenti e vernici che in molti casi diedero risultati infelici, talché molti dei suoi quadri si sono deteriorati.

Del R. esiste un numero grandissimo di opere, che in gran parte sono proprietà privata d'Inglesi; ma l'artista è rappresentato nella National Gallery, nella National Portrait Gallery, nella collezione Wallace, nella Kenwood Gallery e nella Dulwich Gallery con esemplari cospicui. L'esposizione dell'arte inglese tenuta al Burlington House nel 1934 permise di ammirare una significativa raccolta dei capolavori del R. esistenti in raccolte private. Di queste ultime opere sono da ricordare: Charles James Fox con lady Sarah Lennox e lady Susan Fox-Strangways nel giardino di Holland House (1761; proprietà della contessa Mary di Ilchester); La contessa Georgiana Spencer e sua figlia lady Georgiana Spencer (1759-1761, proprietà del conte Spencer, Althorp); il ritratto delle signore Waldegrave (Le fabbricatrici di merletti, 1780-81; proprietà della signora Yerburgh), Lady Catherine Pelham Clinton che dà da mangiare ai polli (1781; proprietà del conte di Radnor, Longford Castle); La duchessa di Devonshire e sua figlia (1784; proprietà del duca di Devonshire); Autoritratto (Royal Academy). Tra le migliori opere della National Gallery si menzionano le figlie di Sir William Montgomery in sembianze delle grazie che adornano una statua di Imene (1773); Lord Heathfield (1787); il Rev. George Hudaesford e il signor J. C. W. Bampfylde (1788); L'età dell'innocenza (1788), e Teste di angeli (esposto nel 1787). Nella collezione Wallace si trovano: il ritratto della signora Carnac (La ragazza delle fragole, 1773); Nelly O' Brien (1763); La signora Bradyll (1788 o 1789). La Dulwich Gallery contiene una replica del famoso quadro della signora Siddons rappresentata come Musa tragica, il cui originale, esposto nel 1784, appartiene al duca di Westminster. Seguendo ciò che avevano fatto altri pittori inglesi, come il Lely Richardson e il suo maestro Hudson, il R. si formò una raccolta di opere d'arte, specialmente disegni di maestri antichi, venduta dopo la sua morte.

Bibl.: J. Northcote, The Life of Sir J. R., 2ª ediz., Londra 1819; J. Farington, Memoirs of the Life of Sir J. R., ivi 1819; E. Malone, The Life and Writings of Sir J. R., ivi 1819; R. Leslie e T. Taylor, Life and Times of Sir J. R., ivi 1865; E. Hamilton, A catal. of the Engraved Works of sir J. R., ivi 1874; W. Armstrong, Sir J. R., ivi 1900; R. Graves e W. G. Cronin, A Hist. of the Works of sir J. R., 4 volumi, ivi 1899-1901; J. Steegman, Sir J. R., ivi 1932; Disc. delivered to the Students of the R. Acad. by sir J. R., Knight (con introd. e note di R. Fry), ivi 1905; .G. Pauli, in Thieme-Becker, Künstl.-Lexikon, XXVIII.