REISSINGER, Sisto

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 86 (2016)

REISSINGER, Sisto

Piero Scapecchi

REISSINGER (Riessinger, Rüssinger), Sisto (Xistus). – Nacque intorno al 1440-1445, molto probabilmente a Sultz am Neckar (Baden-Württemberg).

Si ritiene abbia seguito gli studi universitari a Friburgo in Brisgovia, dove (fatto salvo il caso di un’omonimia) fu immatricolato il 1° aprile 1462 e ottenne nel semestre invernale 1464-65 il baccalaureato in arti. Nell’occasione è qualificato nei documenti come «de Argentina» (Strasburgo).

Si è prospettata l’inizio della sua attività tipografica nell’officina di Eggestein a Strasburgo, ma il primo documento sicuro su di lui è a oggi quello conservato nell’Archivio segreto Vaticano (Reg. Suppl., 578, c. 150r, 4 febbraio 1465, edito in Repertorium Germanicum, 2000, n. 5590) con cui Johannes Stidel, clericus Argentinensis residente in Roma e familiare del cardinale Francesco Todeschini Piccolomini, chiese di essere sostituito come vicario della chiesa parrocchiale di Westhoffen da Reissinger, di cui si domanda anche la dispensa dal difetto dei natali. La petizione fa ritenere (Esch, 2007) che anche Reissinger fosse probabilmente già residente a Roma e inserito nell’ambiente della Curia pontificia. La ristrettezza del tempo tra il baccalaureato e l’attività produttiva, che si puo ritenere iniziata – per lo studio del carattere utilizzato, nonostante il recente parere contrario di Paul Needham (2014), con il Hieronymus, Opera (Roma, U. Han e Sixtus Reissinger, per Gaspare da Teramo, c. 1467; Indice generale degli incunaboli, d’ora in poi I.G.I., n. 4734) – ostacola, ma non annulla la possibilità di un apprendistato a Strasburgo.

Reissinger è dunque il primo tedesco documentato a Roma in rapporto con l’attività tipografica: prima di Ulrich Han che è presente a Roma nel maggio del 1466 come familiare papale; e prima dell’apertura dell’officina di Sweinheym e Pannartz in quel tempo ancora operanti a Subiaco. Lo studio dei caratteri utilizzati da Reissinger in questi primi anni di attività (per l’esame dei quali si veda B.M.C., IV, 1963, pp. 28 s.; Scholderer, 1914) lo lega strettamente ad Han.

La produzione romana di Reissinger in questi anni, dopo il possibile inizio legato ad Han, si determina per lo sviluppo dei caratteri da lui utilizzati e si concretizza negli anni 1467-70 nella stampa di numerose edizioni; si devono inoltre ritenere che corressero stretti legami nell’ambiente dell’arte tipografica agli inizi nella città (Modigliani, 1989, pp. 37 s.). Fu probabilmente la crisi dovuta alla sovrapproduzione che determinò lo sciamare dei tipografi da Roma in altre città e regioni d’Italia: così Reissinger si trasferì a Napoli forse nella seconda metà del 1470.

Peraltro, tale data riportata in fine alla Lamentatio Nigropontis, posseduta in esemplare unico dalla Biblioteca nazionale di Praga (I.S.T.C., n. il9929039), si deve riferire piuttosto alla composizione del testo che alla stampa, la quale, sia per i caratteri utilizzati sia per il testo, si può collocare nell’anno successivo o al più presto alla fine dello stesso 1470.

La sua attività tipografica a Napoli iniziò certamente nel 1471 come chiaramente indicò Jacques Wimpheling (1505) da un’informazione avuta direttamente dallo stesso Reissinger. La produzione napoletana si rivolse in prevalenza a edizioni giuridiche richieste dall’Università; sfruttò le possibilità di commercializzazione nel Regno e fu anche favorita dalle relazioni con la corte del re Ferdinando I come attesta il colophon di Andrea di Isernia, Apparatus seu lectura super Constitutionibus Regni (I.G.I., n. 531) che recita: «Neapoli sub Ferdinandi Regis invictissimi aureo seculo et augusta pace», così come la presenza di edizioni di Reissinger conservate in origine nella Biblioteca Aragonese, poi nel castello di Blois e ora alla Biblioteca nazionale di Francia.

Reissinger, però, guardava ancora direttamente a Roma, come documenta la domanda (presentata insieme con altri, tra cui Adam Rot) a Sisto IV del 1° gennaio 1472 (Esch, 2007, p. 408 e n. 24, che nota nei richiedenti una perfetta conoscenza dei meccanismi della Curia pontificia) per ottenere benefici ecclesiastici; la continuità degli stessi stretti rapporti è indicata dalla serie dei caratteri da lui utilizzati a Napoli prodotti da punzoni e matrici di provenienza romana.

Tra le prime edizioni napoletane fu anche il Georgius Fliscus (Giorgio Fieschi), Eubois (c. 1471; I.G.I., n. 3977). I correttori impiegati all’inizio furono Pietro Oliverio (giurista siciliano) e Paride Dal Pozzo. Con l’edizione di Antonio D’Alessandro, Super II codicis del 21 febbraio 1474 (I.G.I., n. 349) apparve con lui al lavoro, ma non in modo vincolante, Francesco Del Tuppo, con il quale iniziò una collaborazione per varie edizioni (soprattutto giuridiche, ma non solo: cfr. la perduta o ora ignota stampa del Novellino di Masuccio Salernitano del 1476, e del Filocolo di Giovanni Boccaccio del 1478, I.G.I., n. 1788). Fu l’ultima edizione di Reissinger a Napoli; Del Tuppo continuò l’attività tipografica (prima sua edizione fu lo Hieronymus de Manfredi del 31 agosto 1478; I.G.I., n. 6112) utilizzando caratteri che gli erano stati lasciati da Reissinger.

Il secondo periodo romano di Reissinger, sempre impegnato nell’attività tipografica, si svolse tra il 1481 e il gennaio del 1485 in collaborazione con Georgius Teutonicus (già ipoteticamente identificato con Georg Herolt o con Georg Lauer, ma ora brillantemente indicato da Paolo Veneziani, 2005, in un altrimenti ignoto tipografo tedesco operante a Roma da non confondersi con i precedenti). Reissinger partecipò anche alla stampa del Boezio, Topica (20 febbraio 1484, I.G.I., n. 1852) assieme con il suddetto Georgius e Johann Schoemberg, edito per Oliverio Servio, dove, nella parte da lui impressa, utilizzò iniziali xilografiche già appartenute nel 1470 a Sweynheym e Pannartz (Nikel, 1999).

In data imprecisata Reissinger fece ritorno a Strasburgo, dove fu sacerdote presso la parrocchia di S. Nicola e morì dopo il 1505.

Reissinger fu il primo tipografo a utilizzare in Italia, dal citato Boccaccio del 1478 (I.G.I., n. 1788), la marca tipografica costituita da una figura femminile volta a destra (identificata da Paul O. Kristeller, 1893, nella Sibilla Persica), scudo alle armi e con le lettere «S.R.D.A.», utilizzata poi anche nel secondo periodo romano con la figura invertita.

Fonti e Bibl.: Catalogue of books printed in the XVth century now in the British Museum (B.M.C.), London 1963, IV, pp. IX-XI, 27 s., 127-129; VI, pp. XL-XLII, 854-856; XII, London 1985, p. 62; Indice generale degli incunaboli delle biblioteche d’Italia (I.G.I.), Roma 1943-1981; British Library, Incunabula Short Title Catalogue (I.S.T.C.), www.bl.uk.Catalogues; J. Wimpheling, Epitoma rerum Germanicarum usque ad nostra tempora, in Cornelio Nepote, Vita M. Catonis, Argentinae, J. Prüss, 1505. c. LCV; P.O. Kristeller, Die Italienischen Buchdrucker- und Verlegerzeichen, Strasburgo 1893, nn. 114 s.; M. Fava - G. Bresciano, La stampa a Napoli nel XV secolo, Wiesbaden 1911-1912, I pp. 10-27; II, pp. 1-36, Atlas, tavv. I-VIII; V. Scholderer, S. R.’s first press at Rome, in The Library, s. 3, V (1914), pp. 320-324; K. Haebler, Die Deutschen Buchdrucker des XV Jahrhunderts in Auslande, München 1924, pp. 64-69; T. De Marinis, Appunti e ricerche bibliografiche, Milano 1949, n. 47, tav. XLV; F. Geldner, Die Deutschen Inkunabeldrucker [...] zweiter Band, Stuttgart 1970, pp. 35-37, 126-129; Id., Ulrich Han und S. R. in ältesten römischen Buchdruch, in Archiv für Geschichte des Buchwesens, X (1970), coll. 1003-1088; M. Santoro, La stampa a Napoli nel Quattrocento, Napoli 1984, pp. 38-40; A. Modigliani, Tipografi a Roma prima della stampa: due società per fare libri con le forme, 1466-1470, Roma 1989, pp. 37 s.; P. Scapecchi, Abbozzo per la redazione di una sequenza cronologica delle tipografie e delle edizioni romane degli Han e di R. negli anni tra 1466 e 1470, in RR. Roma nel Rinascimento, 1997, pp. 318-326; D. Maffei, Un magistrato del Quattrocento, Pier Filippo Martorelli da Spoleto e l’edizione principe della “Lectura Clementinarum” di Francesco Zabarella, Roma 1999, p. 36; H. Nikel, A Roman initial alphabet, in Incunabula. Studies in fiftheenth-century printed books presented to Lotte Hellinga, Londra 1999, pp. 129-139; Repertorium Germanicum. Verzeichnis der in den päpstlichen Registern und Kameralakten vorkommenden Personen, Kirchen und Orte des Deutschen Reiches, seiner Diözesen und Territorien vom Beginn des Schismas bis zur Reformation, IX, 1-2, Paul II. 1464-1471, Tübingen 2000, n. 5590; P. Amelung, R. S., in Lexicon des Gesamtem Buchwesens. Lieferung 44, Stuttgart 2001, pp. 312 s.; Id., R. S., in Neue Deutsche Biographie, XXI, Berlin 2003, pp. 610 s.; P. Veneziani, Chi era Georgius Teutonicus?, in Editori ed edizioni a Roma nel Rinascimento, a cura di P. Farenga, Roma 2005, pp. 127-146; A. Esch, La prima generazione dei tipografi tedeschi a Roma (1465-1480): nuovi dati dai registri di Paolo II e Sisto IV, in Bollettino dell’Istituto italiano per il medio evo, CIX (2007), pp. 401-418; P. Needham, S. R.’s Edition of Epistolae Hieronymi (GW 12420): circa (not after) 1470, in La Bibliofilia, CXVI (2014), pp. 17-43.

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