Smirne

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(gr. Σμύρνα, Σμύρνη; turco İzmir) Città della Turchia occidentale (2.606.294 ab. nel 2007), sul Mar Egeo, terzo centro del paese per numero di abitanti. Situata fra le penisole di Focea e di Clazomene, sorge al termine di un lungo golfo (Golfo di S.). La città, ricostruita dopo i gravi danneggiamenti dovuti all’incendio del 1922, si estende prevalentemente a N del porto e del nucleo antico dominato dalla cittadella. Importante porto commerciale e nodo di vie di comunicazione, S. è notevole centro industriale con impianti dei settori metalmeccanico, cantieristico, petrolchimico, agroalimentare, dell’abbigliamento e del cemento. Sede di una fiera internazionale annuale, svolge nel paese un notevole ruolo culturale (possiede un importante museo archeologico, una università e istituti d’arte). Considerevole l’afflusso turistico. È capoluogo dell’omonima provincia (12.016 km2 con 3.739.353 ab. nel 2007), ricca di giacimenti minerari (rame, amianto, manganese, mercurio e ferro).

Già nel 2° millennio a.C., a circa 4 km dal luogo della città moderna, sorse un centro a opera di coloni eolici. Prima del 677 la città fu conquistata dai Colofoni e ionizzata. Importante centro marittimo e culturale, fu occupata e distrutta dai Lidi intorno al 580 e per oltre due secoli cessò praticamente di esistere. La ricostruzione, progettata da Alessandro Magno, fu attuata da Antigono Monoftalmo e da Lisimaco, nel sito della città attuale. Sotto i Seleucidi fu autonoma, poi si alleò con il regno di Pergamo (228) e con i Romani, che nel 189 ne accrebbero il territorio e ne riconobbero l’indipendenza. Prima del 59, divenne città stipendiaria della provincia d’Asia. Sotto Bisanzio, che la tenne fino all’11° sec., fu modesto centro di provincia. Più volte assalita dagli Arabi, fu presa nel 1071 da Sulaimān ibn Qutlumish, alla cui morte (1086) Tzachas, emiro governatore di S., fece della città il centro di uno Stato indipendente che comprendeva Focea, Clazomene e le isole di Mitilene, Chio, Samo, Rodi. Nel 1097 S. ritornò sotto il dominio bizantino; nel corso del 12° sec. fu spesso attaccata dai Turchi. Per il trattato di Ninfeo (1261) tra Michele VIII Paleologo e i Genovesi passò sotto il dominio di Genova che la tenne fino al 1330, quando fu conquistata dai Turchi, sotto i quali continuò a essere un centro di cultura greca e il più importante porto mediterraneo dell’Asia Minore, abitato in prevalenza da Greci; ma ebbe vita piuttosto stanca fino al 19° sec., quando della città s’interessarono da una parte i Greci, preoccupati di destarvi una coscienza nazionale greca, dall’altra le potenze europee, intente a crearsi sfere d’influenza nel Levante. Nel 1919 fu occupata dalla Grecia per decisione presa dalla conferenza di Versailles, e per il trattato di Sèvres (1920) posta sotto amministrazione greca. Sconfitti i Greci da Kemāl Atatürk, S. fu occupata dopo gravi devastazioni dalla Turchia (1922), la cui sovranità fu riconosciuta dal trattato di Losanna (1924).

Della città antica rimane relativamente poco: un tratto di mura ciclopiche e tombe a tumulo non greche per l’età arcaica; resti del teatro, dello stadio e di un’agorà colonnata con vicina basilica a tre navate per l’età ellenistico-romana.

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