SOCIETÀ Segrete

Enciclopedia Italiana (1936)

SOCIETA Segrete

Marcel SIMON
Piero PIERI
Luigi RAGGI

SOCIETÀ Segrete - L'espressione "società segreta" può essere applicata a cose molto diverse. Una società è segreta, in senso stretto, quando essa recluta in segreto i suoi membri (che, per tale qualità, devono restare ignoti ai profani e che spesso si riconoscono tra loro solo per mezzo di segni) e in segreto agisce. In un significato più vasto, l'epiteto di segreto si riferisce non già all'attività della società, ma soltanto alla dottrina che essa impartisce ai suoi membri, e all'iniziazione preliminare che essa impone: la propaganda è fatta apertamente, ma riti e dogmi devono essere tenuti al riparo dal volgo: in questo caso segreto è sinonimo d'esoterico. Se ora si considerano le società segrete non più nei loro caratteri intrinseci, ma nel loro significato e nel loro scopo, anche da questo punto di vista esse si raggruppano in due categorie. Talvolta lottano per conservare uno stato di cose preesistente - dottrina religiosa od ordine sociale, cose in genere strettamente connesse - minacciato da influenze estranee: talvolta invece rappresentano un elemento innovatore e rivoluzionario. In ambo i casi, esse appaiono come una protesta: pretendono di costituire, di fronte alla massa profana, una classe religiosa scelta, in stretto contatto con la divinità: la loro attività ha spesso colore politico.

Storia delle religioni. - Senza neppure parlare di fenomeni moderni, come la massoneria (v.) e il Ku Klux Klan (v.), qui possiamo solo citare alcuni esempî. Il tipo della società segreta innovatrice è ben rappresentato dai misteri dell'antichità classica, se si considerano in relazione al paganesimo ufficiale greco-romano. Sotto questo riguardo esse hanno preoccupato in taluni momenti i pubblici poteri, che vedevano in esse una minaccia alla sicurezza dello stato: basterà ricordare la condanna dei Baccanali in Roma (186 a. C.) e il sospetto con cui più tardi l'Impero considerò sempre i collegia illicita.

Fra le società di tipo conservatore o di difesa, e nello stesso tempo segrete nel significato più rigoroso del termine, bisogna segnalare le organizzazioni che, in parecchi luoghi, si sono opposte, in nome della tradizione religiosa e sotto forma d'illuminismo profetico, alla colonizzazione europea. Si possono citare, fra le più celebri, quella dei Senussi, che per lungo tempo ha continuato a tener vivo nell'Africa Settentrionale un fermento nelle classi inferiori dell'Islām. La setta brahminica dei thag ("strangolatori"; trascrizione comune, in inglese, thug) rappresenta una forma di anarchia religiosa. Ha esercitato un'azione terrorista nell'India sino alla metà del sec. XIX. Votati alla dea Kālī, gli adepti vengono sottoposti a un'iniziazione impressionante, e prestano giuramento di fedeltà alla setta. Essi vedono nel brigantaggio una forma di attività religiosa; per ordine della dea e in suo onore strangolano e svaligiano per le vie stranieri e profani: essa stessa ha fissato la forma di questo delitto rituale, riceve una parte del bottino e assicura ai settarî l'impunità.

Un altro tipo di organizzazione religiosa segreta, per diffusione e per funzione storica senza dubbio il più importante per la storia delle religioni (del resto anche quelli segnalati sopra potrebbero, come derivazione lontana, riconnettersi a esso), è quello realizzato nelle società primitive, dove costituisce un organismo essenziale della vita sociale e religiosa. Molto differenziato nei particolari secondo le località, esso rimane, nei suoi caratteri principali e nel suo significato generale, un fenomeno comune a tutto il mondo primitivo. L'origine di questo tipo dev'essere ricercata nelle cerimonie dell'iniziazione giovanile (v. iniziazione). Ma a proposito di questa istituzione ufficiale, che raggruppa la totalità dei maschi adulti e non serve che a sottolineare la comunanza di sangue, si può parlare di società segreta soltanto in un senso specialissimo: solo il tenore dell'iniziazione è segreto, con alcune delle cerimonie ch'essa comporta, nei riguardi delle donne e dei fanciulli. Quanto al fine di questi misteri, esso è essenzialmente di conservazione sociale: si tratta di assicurare, con mezzi religiosi, la conservazione delle istituzioni e il rispetto dell'autorità della tribù. Questo stadio si verifica particolarmente nelle tribù più arretrate dell'Australia.

A poco a poco, per un'evoluzione naturale, i caratteri specifici della società segreta si accentuano. L'iniziazione, destinata in origine a subordinare l'individuo al gruppo sociale e alle sue divinità, degenera talvolta, tra le mani dei vecchi che la conferiscono, in uno strumento di dominazione egoistica. Siccome per lo più l'iniziazione completa si fa non in una volta sola, ma in parecchie tappe, scaglionate tra l'adolescenza e la vecchiaia, i gradi inferiori, accessibili a tutti, vengono a perdere ogni valore pratico, a vantaggio dei gradi superiori: l'accesso ai quali è subordinato a condizioni di censo stabilite da coloro che esercitano il potere, e pertanto aperto a un numero sempre più ristretto di candidati. Questa evoluzione va molto spesso di pari passo con quella del gruppo sociale stesso. A mano a mano che questo si allarga, che dal clan si passa alla tribù, che nuove cellule si aggregano alla cellula primitiva, e che parallelamente l'autorità sociale passa dalle mani di un gruppo di anziani in quelle di un vero capo, gl'iniziati si riducono a una minoranza. Ma nel tempo stesso che il loro numero diminuisce, le loro attribuzioni divengono più precise. Sono talvolta d'ordine politico e sociale. Per es., gli iniziati fungono da tribunale e da polizia nei riguardi della massa dei profani; vegliano all'osservanza delle leggi e puniscono le infrazioni; talvolta esercitano un vero terrore religioso. A questa categoria appartengono numerose società segrete dell'Africa e della Melanesia. La potente organizzazione detta "dukduk", nell'arcipelago di Bismarck, ne fornisce un esempio. Più spesso ancora, e sempre più quanto più l'attività sociale dell'organizzazione degenera, queste attribuzioni sono puramente religiose. L'iniziazione, giunta a questo stadio, raggiunge il suo valore massimo: esso crea veramente la società segreta, divenuta confraternita religiosa e magica, quasi un abbozzo di casta sacerdotale. Questo tipo si trova presso alcune tribù della Melanesia e dell'Africa, e, forse ancora più distintamente, presso gli Indiani d'America. I misteri così formatisi appaiono spesso come una sopravvivenza e un'eredità di un culto totemico del clan. Ma il reclutamento non è già limitato ai soli membri o discendenti del clan, anzi si esercita in genere in tutto il vasto organismo della tribù: la società si organizza non più sulla base della comunanza di sangue, ma su un'esperienza religiosa comune. Le antiche regole sono allentate a tal punto che non soltanto sono ammessi degli estranei al nucleo primitivo, ma talvolta persino le donne.

Spesso l'adesione è subordinata a un segno soprannaturale: così presso gli Indiani Omaha tutti coloro che hanno visto in sogno un bufalo possono divenire membri della Società del bufalo. Scopo dell'associazione ormai non è più soltanto quello di rafforzare la solidarietà sociale, ma soprattutto di creare degli stretti legami tra gli iniziati e la divinità. Le cerimonie segrete dell'iniziazione assumono così la forma di rivelazione d'una "dottrina sacra" e non divulgabile, che espone nello stesso tempo la storia della tribù e una cosmogonia. Esse hanno per corollario delle cerimonie pubbliche destinate a palesare ai profani la potenza degli iniziati: le danze sacre, le maschere, che assicurano la segretezza delle persone e devono talvolta dare ai partecipanti il volto delle divinità, spesso anche dei veri drammi religiosi, vi hanno la parte principale. A queste confraternite sono riservate funzioni diverse. Per es., presso le tribù feticiste del Congo esse costituiscono una specie di clero incaricato di compiere le iniziazioni giovanili. In America esse hanno delle attribuzioni terapeutiche e magiche, e a ogni grado della gerarchia corrisponde un aumento del potere soprannaturale dei guaritori; rimedî e filtri sono preparati segretamente secondo formule misteriose: gl'iniziati s'incaricano pure di altre operazioni magiche di utilità comune, come quelle di far cadere la pioggia o far maturare la messe. In questo stadio finale della loro evoluzione le società segrete primitive offrono già nette rassomiglianze con i misteri del mondo antico.

V. anche: iniziazione; misteri.

Bibl.: V. le voci Initiation; Mask; Mysteries; Secret Societies, in Hastings, Encyclopaedia of Religion and Ethics, VII-XII, Edimburgo 1914-21; L. Frobenius, Die Masken und Geheimbünde Afrikas, Halle 1898; H. Webster, Primitive secret societies, New York 1908 (trad. it., Bologna 1922); A. Van Gennep, Les rites de passage, Parigi 1909; J. G. Frazer, Totemism and Exogamy, III, Londra 1910.

Storia politica.

Il termine "società segreta" è usato per solito, in senso più ristretto, per indicare una collettività clandestina a scopo sopra tutto politico, che è quanto dire d'opposizione ai regimi costituiti, oltre che ai governi che li impersonano. In esse il segreto ha sopra tutto lo scopo di sfuggirne l'azione repressiva, ma anche d'impressionare gli adepti, di far credere la società più numerosa e più forte, di spaventare gli stessi governanti e i loro funzionarî. Il segreto può essere diverso secondo i gradi. In questo senso più limitato le società segrete (che pure non mancavano nell'antichità classica: v. eteria) sono una caratteristica soprattutto dei secoli XVIII e XIX, e più specialmente della prima metà di questo ultimo. Grande matrice, la massoneria (v.), radicale trasformazione di precedenti associazioni muratorie inglesi e tedesche: essa fornì il simbolismo, i riti, i gradi, la tendenza al proselitismo, la vaga aspirazione al miglioramento individuale e alla fratellanza fra gli uomini.

Tali società segrete fioriscono specialmente in tre periodi: sullo scorcio del 1800, quando, dopo il colpo di stato del 18 brumaio, da un lato in Francia i vecchi giacobini e repubblicani intransigenti vedono con orrore che la repubblica sta per mutarsi in una monarchia assoluta e militarista; e dall'altro lato in Italia i patrioti si sentono delusi delle promesse d'indipendenza e d'unità tante volte invano ripetute dai Francesi; dopo il 1814-15, allorché, di fronte alla coalizione degli assolutismi, i liberali d'ogni parte d'Europa tendono a stringersi in organizzazioni politiche segrete e a collegarle fra di loro; dopo il 1830, infine, allorché la rivoluzione di luglio appare imbrigliata e arrestata nei suoi sviluppi europei dalla politica di Luigi Filippo. Esse si reclutavano particolarmente fra i militari e gl'impiegati, elementi della media e piccola borghesia, spesso destituiti o mandati a riposo innanzi tempo, e fra gli studenti. Talora anche fra gli stessi elementi del clero. Il programma variava secondo i gradi e secondo i luoghi; generalmente oscillava fra un minimo consistente in una qualsiasi parvenza di regime costituzionale rappresentativo con libertà di stampa e controllo parlamentare, e un massimo implicante la repubblica democratica unitaria. Comune a tutte le società segrete era poi il principio dell'assoluta indipendenza dallo straniero. Esse però potevano diffondersi soprattutto quando il governo era debole, la polizia male organizzata, la burocrazia indisciplinata, come nel regno di Napoli e nello Stato Pontificio. Talora esse cambiavano nome, statuti, cifrario, come nella Romagna, per sfuggire alle indagini della polizia, o amavano assumere in ogni singolo posto nomi rievocanti l'antichità classica, come nelle Puglie. In generale però la loro azione e la loro importanza non va sopravalutata: esse rappresentano più un residuo di tutta la mentalità settecentesca e rivoluzionaria e l'estremo sforzo dei vecchi elementi d'azione ormai abbattuti e allontanati dalle cariche e dagli onori, che non veramente forze e principî nuovi e come tali destinati a un fecondo sviluppo. Si devono però alle società segrete le rivoluzioni di Napoli e del Piemonte nel 1820-21, e in parte almeno quelle di Spagna e di Grecia, il tentativo dei decabristi in Russia nel 1825 e le insurrezioni del 1830-31 in Francia, Belgio, Italia, Polonia. Ma proprio in queste rivoluzioni apparvero gli elementi di debolezza delle società segrete, la scarsa aderenza con la massa della popolazione, l'incapacità d'assurgere dalla concezione settaria alla più ampia visione degl'interessi generali. In Italia le società segrete parvero impersonarsi nella carboneria, probabile scissione dalla massoneria asservita ai Franeesi, sul modello forse d'analoga scissione già avvenuta nella stessa Francia fra bonapartisti e repubblicani intransigenti. A darle vita si unirono dal 1806 in poi, nel Mezzogiorno d'Italia, gli elementi più disparati d'opposizione, patrioti, liberali, reazionarî. I governi reazionarî cercarono contrapporre società segrete a società segrete, e diedero vita a vere bande di malfattori protetti dall'impunità, quali i calderari e i decisi nel regno di Napoli, e i centurioni nello Stato Pontificio. Caratteristica la società segreta dei concistoriali, pure in quest'ultimo stato, favoriti dallo stesso governo papale, col programma di cacciare gli Austriaci dall'Italia: risposta della Curia alle mire austriache sulla Romagna. In Francia, carattere legittimista in senso napoleonico ebbe la Spilla nera, che si proponeva di preparare il trono al giovane figlio di Napoleone I, il duca di Reichstadt. Quanto all'internazionalismo delle società segrete, esso è stato molto esagerato; esse restarono regionali o nazionali, e i loro capi cercarono d'accordarsi in un centro internazionale, come Parigi o Ginevra, sopra un programma internazionale che non ebbe mai neppure un principio d'attuazione. Giuseppe Mazzini, che ben comprese gli elementi di debolezza delle vecchie società segrete, cercò d'imprimere loro nuova vita, anche nel campo dell'organizzazione internazionale, ma anche il suo tentativo può dirsi fallito. L'attività politica delle società segrete non è del tutto cessata neppure ai nostri giorni. La massoneria (v.) è finita ingloriosamente in Italia, e può solo in parte, anche all'estero, chiamarsi società segreta. A società segrete si dovette l'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando d'Austria, nel 1914. Gli Stati Uniti dell'America settentrionale, ad onta della loro proclamata democrazia, sono divenuti terreno fecondo di società segrete d'ogni specie, religiose, politiche, criminose; caratteristica quella del Ku Klux Klan (v.).

Bibl.: Oltre le singole voci, v. quale recente lavoro d'insieme, J. Heron Lepper, Les sociétés secrètes de l'antiquité à nos jours, Parigi 1933.

Diritto pubblico.

Nel diritto pubblico italiano (v. associazione) non è considerato come illecito lo stabilire un vincolo permanente fra più cittadini per il raggiungimento d'un fine comune. Sennonché le leggi penali prevedono e puniscono le associazioni costituite per fini illeciti, e le leggi di pubblica sicurezza invigilano affinché le associazioni non degenerino diventando illecite e reprimono le associazioni a fine illecito, anche non previste dalle leggi penali. Principio fondamentale per l'esercizio della sorveglianza di sicurezza pubblica sulle associazioni è (art. 209 testo unico legge pubblica sicurezza, 18 giugno 1931, n. 773) che l'autorità può sempre richiedere lo statuto, i regolamenti interni, l'elenco delle cariche sociali e dei soci, nonché ogni altra notizia intorno alla loro organizzazione e attività. Queste disposizioni non si conciliano con l'esistenza di associazioni segrete.

È nel sec. XVIII che si comincia a parlare nelle fonti legislative dei varî paesi di società segrete, tali essendo specialmente designate quelle costituite a scopo politico. Infatti, nelle istruzioni ai sottocommissarî di polizia di Vienna del 26 giugno 1754 si richiama la loro attenzione sui conciliaboli segreti, che devono poi essere repressi e sciolti in base alla costituzione di polizia per Vienna del 1791. Nel 1764 si vieta l'entrata nella società dei framassoni. Il decreto imperiale austriaco del 27 aprile 1801 esige dai funzionarî, ecclesiastici, istitutori, avvocati, una dichiarazione scritta e giurata di non far parte di associazioni segrete. Il codice penale del 1803 commina penalità rigorose per chi ne fa parte. Il pullulare delle soeietà segrete in Inghilterra provoca la legge del 1799, che ne sopprime nominativamente alcune e dichiara illegali sia quelle i cui membri devono prestare giuramento non richiesto delle leggi, sia quelle che hanno comitati sconosciuti dall'insieme della società. In Francia il decreto del 25 vendemmiale anno III (1794) esige la trasmissione all'autorità locale dei nomi di tutti i soci della società. E ogni società deve essere preventivamente autorizzata in base al codice penale. La legge 28 luglio 1848 vieta le società segrete. Anche nella legislazione germanica dell'epoca erano vietate le associazioni politiche, tanto più se segrete. Tutte queste disposizioni non impediscono, specie in Italia e in Germania, il pullulare delle società segrete, spesso a scopi patriottici e politici. Raggiunti questi scopi e ammessa l'associazione lecita, si può dire che in pratica l'unica associazione segreta politica sia stata limitata alla frammassoneria (v. massoneria).

Nel diritto vigente è stabilito nell'art. 212 del testo unico della legge sulla pubblica sicurezza che, senza pregiudizio delle sanzioni stabilite nel citato art. 209 (contro chi non fornisce le notizie richieste sulle associazioni o le fornisce false o incomplete), tutti i funzionarî, impiegati e agenti civili e militari d'ogni ordine e grado dello stato e tutti i funzionarî impiegati e agenti degli enti autarchici che appartengono ad associazioni, enti o istituti operanti, anche solo in parte, in modo clandestino od occulto, o i cui soci sono comunque vincolati dal segreto, sono destituiti o rimossi dal grado e dall'impiego o comunque licenziati. Questo dovere di non appartenenza è anche sancito nel giuramento degli impiegati (art. 6, r. decr. 30 dicembre 1923, n. 2960, sullo stato giuridico impiegati dello stato), in quello dei funzionarî onorarî a capo degli enti locali (ad es., art. 45, testo unico legge comunale e provinciale) e in quello degli impiegati degli enti autarchici (v., ad es., art. 226, t.u. predetto).

Gli articoli 270, 271, 273, 274 del cod. pen. colpiscono di pena gli organizzatori e i soci di associazioni dirette a stabilire violentemente la dittatura d'una classe o a sopprimere una classe sociale o a sovvertire violentemente gli ordinamenti economici e sociali dello stato, ovvero aventi per fine la soppressione di ogni ordinamento sociale; così, chi organizza e partecipa ad associazioni che si propongano di svolgere o svolgano attività diretta a deprimere il sentimento nazionale, o chi dirige o partecipa (senza autorizzazime) ad associazioni di carattere internazionale. È ovvio che le stesse penalità si applicano anche se le associazioni siano segrete.

Così l'art. 305 del cod. pen. concernente la cospirazione, colpisce l'associazione per commettere reati contro la personalità internazionale o interna dello stato; è ovvio che questa associazione si costituisca come associazione segreta. Non parliamo dell'associazione a delinquere (art. 416), che può essere segreta. L'art. 339 considera la violenza o minaccia contro un pubblico ufficiale o un incaricato di pubblico servizio o contro un corpo politico, amministrativo e giudiziario, e stabilisce aumento di pena se la minaccia o violenza è fatta valendosi della forza intimidatrice derivante da "segrete associazioni esistenti o supposte".

Bibl.: A. Brunialti, Associazioni e riunioni, in Digesto ital., IV, ii, Torino 1893 segg.; G. Arangio Ruiz, Associazioni, in Encicl. giuridica ital.; O. Ranelletti, Polizia di sicurezza, in V. E. Orlando, Primo trattato completo di dir. amm. it., IV, parte 1ª, Milano 1904; id., Istit. di dir. pubbl., Padova 1935.