SORGO

Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)

SORGO (XXXII, p. 165; App. II, 11, p. 867)

Francesco CRESCINI

I sorghi ibridi. - La preparazione dei s. ibridi (Sorghum vulgare), che segue quella dei mais ibridi, già introdotta da circa un secolo, e quella di altre specie agrarie, d'introduzione più recente, ha un'importanza che supera, in certi ambienti, quella assegnata alla produzione dei mais ibridi; il s. ibrido da granella e da foraggio, infatti, riesce a penetrare vaste zone climatiche e pedologiche non accessibili al granone per l'eccessiva aridità stagionale.

Si tende a utilizzare il fenomeno dell'eterosi negli incroci di prima generazione (F1). Attesa la conformazione ermafrodita dei fiori del s., anche se non sempre a fecondazione autogama, la possibilità di ottenere facilmente, e soprattutto commercialmente, sementi F1 è legata a forme autoparasterili oppure dotate di sterilità maschile normale o di natura citoplasmatica, cioè legata al citoplasma della matrice: quelle appunto, scoperte negli S. U. A. da J. L. Stephens e coll. (1952,1954), appartenenti alle varietà Kafir e Day provviste di sterilità citoplasmatica a carico dei gameti maschili, che furono sottoposte all'incrocio, semplice e triplo, con progenie di s. da granella e da foraggio a fertilità normale.

Anche in Italia si tende a produrre s. ibridi da granella e da foraggio da impiegare nel nostro Mezzogiorno caldo-arido. I s. ibridi da granella comprendono forme a taglia media (m 1,40-1,60), a pannocchie contratte o poco lasse, a cariossidi nude, adatte alla raccolta fatta con macchine operatrici in genere, con la mietitrebbia in particolare. Taglia maggiore presentano certi s. ibridi da foraggio caratterìzzati, tra l'altro, da stelo succulento, ricco di zuçcheri, e da elevato potere di accestimento. Spiccata, anche in queste forme, è la resistenza all'aridità accompagnata da notevole attitudine al ricaccio dopo il primo taglio. Il prodotto può essere consumato allo stato verde oppure insilato. Nell'utilizzazione dei s. da foraggio verde, giova ricordare la possibilità della presenza di un glucoside cianogenetico (durrina) nei giovani germogli di ricaccio, che si dovrà escludere dal pascolo, specie nei casi di prolungata siccità. Pare, tuttavia, che l'acido cianidrico, praticamente assente nel prodotto verde falciato all'antesi o quasi, si elimini dal foraggio tagliato immaturo a seguito d'appassimento più o meno prolungato o d'insilamento.

Le norme colturali relative ai s. ibridi da granella e da foraggio si identificano con quelle dei s. comuni, fatta eccezione, pei primi, delle distanze relativamente maggiori tra le file (cm 60-75) e sulla fila (cm 12-18). Adeguata alle più elevate rese unitarie dei s. ibridi dovrà essere la fertilizzazione del suolo, organica e minerale.

Bibl.: F. Crescini, Piante erbacee di grande coltura, Roma 1951; id., Genetica vegetale, ivi 1951; J. R. Qunby e J. H. Martin, Sorghum, in Advances in agronomy, a cura di A. G. Norman, VI, New York 1954; H. Z. Hayes, F. R. Immer e C. D. Smith, Methods of plant breeding, ivi 1955.

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