SORRENTO

Enciclopedia dell' Arte Antica (1966)

SORRENTO (Surrentum)

P. Mingazzini

Città della Campania; fu indubbiamente una colonia greca: un'iscrizione in dialetto dorico, datata dai caratteri al IV sec. a. C., attesta che in tale età essa conservava (almeno culturalmente) tale carattere, anche dopo un presumibile breve dominio etrusco nel principio del V sec. a. C. e dopo una stabile occupazione osca dal 420 in poi. Fece assai probabilmente parte della Lega Nucerina, insieme con Stabiae, Pompei ed Ercolano; ma non conosciamo le oscillazioni della sua politica nei riguardi di Roma sino alla guerra sociale, durante la quale ospitò gli insorti, ciò che ebbe per conseguenza una deduzione di coloni sillani, alla quale seguì uno stanziamento di veterani di Augusto. Più tardi ebbe la cittadinanza romana, non sappiamo se come municipio o colonia. In età imperiale fu soggiorno di ricchi romani, specie nel I sec. a. e d. C.

Della S. greca ed osca poche sono le vestigia: esse si riducono ad alcune tombe ed a miseri avanzi di statue. L'unico resto visibile della città preromana è costituito da un avanzo di porta (forse anche di una seconda), che si è incerti se attribuire al V-IV sec. a C., quando la città, ancora greca, doveva difendersi dall'espansione osca, ovvero al principio del I a. C., nell'imminenza della guerra sociale. In ogni modo, anche se la data più recente dovesse essere giusta, non vi è dubbio che tanto queste porte, come un tratto di muro della cortina occidentale, scoperto e poi di nuovo interrato, occupano all'incirca il posto della primitiva cinta muraria greca. Lo stesso può dirsi della strada lastricata che conduceva alla Punta della Campanella, al famoso tempio di Atena. Di quest'ultimo nulla è rimasto; solo pochi oggetti votivi hanno confermato che il tempio sorgeva là dove la concorde testimonianza di scrittori e la Tabula Peutingeriana lo collocano. Sembra anche che la città (che non subì nell'antichità alcun incendio devastatore e nessun saccheggio) abbia conservato nelle linee generali la pianta di età greca, con le strade intersecantisi ad angolo retto: persino l'attuale mercato corrisponderebbe all'agorà greca.

Abbondantissimi sono invece i resti della città di età romana, soprattutto del primo periodo imperiale. La villa di Agrippa Postumo (che sembra si estendesse nel sito dell'attuale Albergo delle Sirene e nella zona attigua), la villa della Punta di S. (il cosiddetto Bagno della Regina Giovanna), la villa della Punta di Massa (separata dalla spiaggia di Puolo dalla villa di Pollio cantata da Stazio, di cui quasi nulla rimane), la villa presso la Punta della Campanella (probabilmente un pied-à-terre per chi si recava a Capri e quindi in primo luogo per l'imperatore) ed altre ville minori, sparse sulla costa del Golfo di Napoli e su una delle Sirenuse, costituiscono un insieme notevole per bellezza e densità di architetture villari, soprattutto per le istallazioni sul mare, che si sono conservate con grande varietà e relativa integrità (v. villa).

Bibl.: P. Mingazzini-F. Pfister, Forma Italiae, Surrentum, Firenze 1946, con la bibliografia anteriore.

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