SPIRA

Enciclopedia dell' Arte Medievale (1999)

SPIRA

D. von Winterfeld

(ted. Speyer; lat. Noviomagus, Civitas Nemetum, Augusta Nemetum)

Città della Germania (Rheinland-Pfalz), situata sulla sponda occidentale del Reno.L'antica Noviomagus dei Galli in epoca romana prese il nome di Civitas Nemetum. La prima notizia di una sede vescovile risale al 343, quando è ricordato un vescovo di nome Iesse. Nel 496 S. divenne parte del regno franco e sede di una corte; nel 614 fu menzionata nel concilio di Parigi come diocesi. A partire dal 969 gli imperatori ottoniani concessero ai vescovi l'immunità della città e nel 1111 Enrico V le diede il primo privilegio cittadino; in quegli stessi anni S. diveniva sede di un cospicuo insediamento ebraico, di cui si sono conservati un bagno del 1100, detto Mikwe, sotterraneo e con atrio voltato, nonché il muro orientale della sinagoga maschile, di epoca romanica.La città antica è ubicata su un'area triangolare su di un basso terrazzamento nel bassopiano renano, alla cui estremità orientale si trova, in posizione eccentrica, il duomo, St. Maria und St. Stephan, a cui in epoca medievale faceva capo una rete stradale a ventaglio, realizzata presumibilmente in occasione dell'edificazione del duomo stesso, nell'11° secolo. Sull'asse principale est-ovest si trova un mercato, disposto lungo la strada, che si estendeva un tempo per m 700. Nel 1689, nella distruzione della città voluta dal re di Francia Luigi XIV, andò perduta gran parte dei monumenti medievali di S., a eccezione del coro della chiesa domenicana. Si sono conservate parti delle mura cittadine, soprattutto la principale torre-porta, l'Altpörtel, lungo l'asse viario principale, una delle più significative porte civiche della Germania nel 13° secolo.Nonostante gli scavi, non sono state rinvenute tracce dell'antica chiesa vescovile. La costruzione fu iniziata dalla dinastia dei Salii, che la finanziò quasi per intero e l'edificio divenne ben presto luogo per la sepoltura dinastica, pur non essendo sorto con questa finalità. Oltre ai quattro imperatori salici e ad alcune delle loro spose, vennero seppelliti nel duomo esponenti della famiglia sveva e cinque re tedeschi, tra cui Rodolfo I d'Asburgo. Tali sepolture, poste davanti alla cripta nella navata mediana, dal 1901 sono accessibili grazie a un moderno impianto sotterraneo.L'inizio della costruzione, tra il 1027 e il 1029, risale a Corrado II il Salico. La cripta venne consacrata nel 1041, all'epoca di Enrico III il Nero, e il complessivo edificio nel 1061, sotto Enrico IV. Otto cambiamenti di progetto costituiscono la testimonianza di un costante ingrandimento e ampliamento di questo programma costruttivo (Bau I). Dal 1082 al 1106, per volontà di Enrico IV, sotto la guida di Bennone vescovo di Osnabrück e di Ottone vescovo di Bamberga, si realizzò la copertura a volta, secondo un sistema alternato di sostegni. Inoltre il coro e i due bracci del transetto al di sopra della cripta vennero costruiti e voltati ex novo. La conclusione superiore del corpo occidentale (Westbau) con il suo gruppo di tre torri e anche la torre d'incrocio e le due torri orientali risalgono a quest'epoca (Bau II). I lavori, rimasti in parte incompleti, vennero conclusi all'epoca di Enrico V, al più tardi in occasione della sua morte, nel 1125.All'inizio del sec. 13° le torri furono munite di nuove coperture cuspidate, decorate con motivi a rombi, di tradizione bassorenana. Il duomo venne ripetutamente danneggiato da incendi: nel 1159, nel sec. 15° e nel 1689, quando crollarono due terzi del corpo longitudinale e fu quindi abbattuta la parte superiore del corpo occidentale. Il restauro si limitò inizialmente solo alla parte orientale; soltanto nel 1771-1778 venne nuovamente eretta la navata come copia del modello romanico. Nel 1854 il corpo occidentale fu ricostruito in forme molto distanti da quelle originali; i timpani della zona orientale, distrutti nel 1689, sono stati ripristinati durante i restauri del 1957-1961.L'edificio della prima epoca salica (Bau I), nonostante le alterazioni, si è in parte conservato: si tratta di una basilica cruciforme a pilastri, con copertura piana, dodici arcate e ampie navate laterali voltate a crociera non costolonata. I bracci del transetto erano quadrati, mentre l'incrocio, isolato, aveva la forma di un rettangolo e presumibilmente sosteneva una torre d'incrocio. Il breve coro trapezoidale era più ampio dell'incrocio e coperto da una volta a botte. L'abside, semicircolare all'interno, all'esterno presentava un profilo poligonale; agli angoli del coro sorgevano torri scalari. Alla basilica si anteponeva un Westwerk su due piani, incluso nella larghezza della chiesa: quello terreno all'interno, grazie a tre arcate, si articolava in tre campate a crociera; al piano superiore si trovavano un alto ambiente centrale e ambienti laterali a due piani (tribune). Non si conosce la forma delle torri di questa parte dell'edificio, così come non è noto a che punto fosse la sua costruzione nel 1061.Al di sotto del coro e dell'intero transetto si trova una grande Hallenkrypta con possenti colonne, capitelli a dado e volte a crociera non costolonate, delimitate da sottarchi. L'area d'incrocio quadrata è delimitata da grandi arcate su pilastri, dando luogo così a quattro ambienti quadrati, a loro volta divisi in nove campate. La terminazione orientale è semicircolare.In origine il corpo longitudinale era di un terzo più breve e non prevedeva il blocco occidentale. Le navate laterali, e quindi l'intero edificio, dovevano essere più basse; le torri angolari del coro vennero aggiunte ancora in fase di fondazione. Il rafforzamento dei pilastri d'incrocio occidentali allude alla successiva progettazione di una torre.Oltre che alle sue dimensioni, con la grande Hallenkrypta, e all'inserimento delle torri agli angoli del coro, la peculiarità sotto il profilo architettonico di questo edificio (Bau I) è dovuta all'adozione di un nuovo sistema di parete con possenti semipilastri e semicolonne addossate, ciascuna delle quali sostiene grandi arcate cieche. Anticipato nella cripta, il sistema compare nelle navate laterali e si accentua ulteriormente in quella mediana, dove non abbraccia soltanto le strette arcate, ma anche le grandi finestre. La cripta e le navate laterali hanno conservato il loro impianto, risalente alla prima fase architettonica.Nella seconda fase costruttiva (Bau II) la cripta fu completamente rivestita, per ottenere un maggiore spessore di muro; la nuova abside diventò semicircolare anche all'esterno e vi venne applicato il sistema ad arcate cieche della navata mediana, con snelle semicolonne, tanto all'interno quanto all'esterno, arricchito però all'interno da nicchie e da una possente cornice orizzontale. Nello spessore di muro dell'area dell'altare, ai lati, furono aperte piccole cappelle a crociera non costolonata, con nicchie, alle quali corrisponde in alto una galleria nana, aperta verso l'esterno. Tale galleria, che circonda anche l'abside, è, dopo quella di Treviri, il primo esempio databile con certezza e presenta la tipologia altorenana: è priva di balaustra, con piccole volte a botte trasversali o radiali, poggianti su architravi in pietra su colonne; si estese anche nel transetto, nel piano delle finestre della navata centrale e nel corpo occidentale del primo edificio.Cappelle ricavate in spessore di muro caratterizzano le due fronti del transetto e si distinguono per ricchezza di forme. I timpani del transetto (ricostruiti nel 1965) sono arretrati rispetto alla facciata, poiché addossati alla possente parete posteriore della galleria. All'interno si trovano pesanti costoloni quadrangolari, i primi in Germania, con coevi confronti in Normandia e Inghilterra; tuttavia la presenza di modulati pilastri addossati agli angoli testimonia un originario progetto che prevedeva una copertura con volte non costolonate.La copertura a volta della navata mediana, la prima in Germania e una delle più ampie in Europa, fu un'impresa pionieristica. A due a due, le campate delle navate laterali, cioè due arcate cieche della navata mediana, vennero per la prima volta unite in un sistema alternato. Un pilastro su due fu munito di un sostegno addossato e di possenti colonne, divise da un capitello intermedio, a sostegno degli archi trasversali. Al di sopra dell'incrocio venne eretta una nuova torre d'incrocio ottagona, con volta a padiglione e con galleria nana all'esterno, tipologia questa che fu spesso ripresa in ambito altorenano.Mentre la prima costruzione (Bau I) è priva di decorazione architettonica, questa si impone in modo decisamente più vario nel secondo edificio (Bau II) e si incontra infatti su capitelli, cornici, finestre e pareti. In questa fase, la varietà formale e decorativa dei capitelli è molto ampia e spazia dal semplice capitello a dado, con o senza decorazione, alle figure geometriche realizzate a intaglio, fino all'accentuato capitello a calice, in taluni casi con motivi ornamentali piatti. Il secondo gruppo del Bau II, successivo al 1090, è molto numeroso, ricco e caratterizzato dalla compresenza di motivi antichizzanti di foglie e capitelli e da girali romanici. La vicinanza a modelli antichi - in Germania del tutto straordinaria dopo l'epoca carolingia -, che si evidenzia sia nella struttura sia nella resa dei girali d'acanto, ha come premessa una lunga esperienza, come soltanto in Italia poteva trovarsi. Nel dettaglio non è chiaro se deve essere vista come ambito di riferimento l'Italia settentrionale oppure, accanto a questa, anche la Toscana (Pisa), mentre è da escludere, sulla base delle differenze formali, un legame con la coeva ricezione dell'Antico in ambito borgognone. Invece dei capitelli, appaiono talvolta in corrispondenza delle finestre esseri favolosi: leoni, cani, grifi e draghi i cui corpi non hanno nulla di organico. Un terzo gruppo utilizza in modo crescente il capitello composito, fatto nel quale si individuano legami con il coro orientale del duomo di Magonza e con Ilbenstadt, ma anche con il pulpito della basilica di Orta San Giulio.Della successiva decorazione plastica del duomo è perduto quasi tutto, a eccezione della lastra tombale di Rodolfo I d'Asburgo (m. nel 1291), la cui figura giacente è rappresentata con realismo.Nello Historisches Mus. der Pfalz sono custodite opere d'arte e testimonianze della storia della cultura del Palatinato a partire dall'epoca celtica e romana fino alla fine del Settecento. Nel Dom- und Diözesanmus. sono conservati tra l'altro i ritrovamenti delle tombe imperiali del duomo.

Bibl.: Urkundenbuch zur Geschichte der Bischöfe von Speyer, a cura di F.X. Remling, 2 voll., Mainz 1852-1853 (rist. 1970); Geschichte der Bischöfe von Speyer, a cura di F.X. Remling, 2 voll., Mainz 1852-1854 (rist. 1975-1976); Urkunden zur Geschichte der Stadt Speyer, a cura di A. Hilgard, Strassburg 1885; D.B.H. Röttger, Stadt- und Bezirksamt Speyer (Kunstdenkmäler von Bayern, Pfalz, 3), München 1934; A. Doll, Speyer (Deutsches Städtebuch, IV, 3), Speyer 1964, pp. 385-416; H.E. Kubach, W. Haas, Der Dom zu Speyer (Die Kunstdenkmäler von Rheinland-Pfalz, 5), 3 voll., München-Berlin 1972; R. Bohländer, Dom und Bistum Speyer, Speyer 19792 (1963); Geschichte der Stadt Speyer, a cura di W. Eger, 3 voll., Speyer 1982-1989; D. von Winterfeld, 1689-1957. Zweieinhalb Jahrhunderte Denkmalpflege am Dom zu Speyer, Deutsche Kunst und Denkmalpflege, 54, 1986, pp. 148-158; id., Worms, Speyer, Mainz und der Beginn der Spätromanik am Oberrhein, in Baukunst des Mittelalters in Europa. Hans Erich Kubach zum 75. Geburtstag, a cura di F.J. Much, Stuttgart 1988, pp. 213-250; D. Hochkirchen, Mittelalterliche Steinbearbeitung und die unfertigen Kapitelle des Speyerer Domes, Köln 1990; Das Reich der Salier 1024-1125 (cat.) Sigmaringen 1992; D. von Winterfeld, Die Kaiserdome Speyer, Mainz, Worms und ihr romanisches Umland, Würzburg 1993; H.J. Engels, K. Andermann, s.v. Speyer, in Lex. Mittelalt., VII, 1995, coll. 2095-2098 (con bibl.).

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