SPORT

Enciclopedia Italiana - II Appendice (1949)

SPORT (XXXII, p. 415)

Vittorio CORELLI

L'attività sportiva che, dal bilancio del 1938 dava speranza di poter raggiungere in breve migliori risultati, subì invece un periodo di stasi durante la seconda Guerra mondiale, che impedi o limitò ogni attività agli sportivi. Questa stasi ebbe notevole influenza tanto che, alla ripresa dei rapporti internazionali, fu facile notare, in ogni campo, un abbassamento del livello tecnico in ogni singolo sport con qualche rara eccezione per qualche nazione che aveva meno risentito della guerra, o per qualche atleta di eccezionali capacità. Col 1946 ebbe inizio la ripresa di ogni attività sportiva, la ricostruzione dei mezzi e degli impianti distrutti e la preparazione degli atleti, bisognosi soprattutto di reintegrare le condizioni fisiche e morali che la guerra, la prigionia o le restrizioni alimentari avevano indubbiamente pregiudicato. Per queste ragioni è apparso opportuno aggiornare in un'unica voce le voci dedicate, in questa nostra Enciclopedia, ai singoli rami dello sport, per raccogliere in un'unica esposizione gli avvenimenti sportivi principali.

Aeronautica. - Il grande progresso tecnico ottenuto nella costruzione dei mezzi ha fatto si che la maggior parte dei primati aeronautici mondiali sia crollata nell'ultimo decennio. Primi in questa gara di ardimento i piloti italiani ten. col. Angelo Tondi, capitano Riccardo Dogasso e maresciallo Ferruccio Vignoli che il 1° agosto del 1939 conquistavano il record di distanza in circuito chiuso volando per km. 12.935,770. Nel 1945 i colonnelli C. S. Irvine e G. R. Stanley, dell'aviazione nordamericana, si assicuravano il primato di distanza in linea retta con km. 12.739,591. Un anno dopo l'inglese Edward Mortlock Donaldson conquistava il primato mondiale assoluto di velocità su base con 991 km. orarî, primato superato nel 1948 dal maggiore R. L. Johnson dell'aviazione statunitense che raggiungeva i 1079,6 km. orarî a bordo di un caccia del tipo F. 86, completamente equipaggiato ed armato come per un volo di guerra. L'inglese John Cunningham con aereo a reazione del tipo "Vampire" è salito a 18.133 metri, stabilendo un nuovo primato internazionale (il precedente era dell'Italia con 17.083, del ten. col. Mario Pezzi con Caproni 161-bis) e ancora un inglese, John Derry, con un aereo sperimentale senza coda tipo "Rondine" ha battuto il record di velocità su 100 km., raggiungendo la velocità di km. 974,02 orarî. Nel luglio 1948 è stata effettuata la prima trasvolata aerea dell'Atlantico da parte di aerei a reazione (6 aerei britannici del tipo "Vampire"). Lo stesso anno i piloti italiani Leonardo Bonzi e Maner Lualdi hanno battuto il record di distanza senza scalo della categoria con il "Grifo 1001" con motore da 6,5 a 9 litri, costruito dalla SAI Ambrosini a Passignano, volando da Udine a Massaua per 4170 km.

In Italia, non appena è stato possibile rendere nuovamente accessibili i campi, gli sportivi dell'aria hanno ripreso la propria attività con una lunga serie di raduni. La manifestazione più importante del dopoguerra è stata indubbiamente il Giro aereo d'Italia disputatosi nel 1948 in sei tappe. A. Carestiato sul biposto Macchi B 308 ha vinto la caratteristica prova. (Vedi anche, da un punto di vista più strettamente tecnico-aeronautico, aviazione, in questa seconda App., I, p. 336).

Atletica leggera. - Dopo la conquista ottenuta nel 1939 dagli atleti germanici dei primati mondiali dei 400 e 800 m. (Rudolf Harbig in 46″ e 1′46″6) e di quello europeo nella staffetta 4 × 100 (40″), si aprì per l'attività atletica, ed in specie nella zona europea, una parentesi dovuta agli avvenimenti bellici e solo i risultati degli atleti d'oltreoceano, nelle gare di velocità e di ostacoli, e quelli degli svedesi nel fondo permisero di notare i progressi di questo particolare ramo dello sport.

Nel primo confronto internazionale del dopoguerra, campionati europei del 1946, gli atleti italiani fornirono prove poco soddisfacenti. Unica affermazione quella di Adolfo Consolini e Giuseppe Tosi che conquistarono nel lancio del disco il primo e secondo posto, mentre svedesi e finlandesi si assicurarono la vittoria nella maggior parte delle gare. La situazione non accennò a migliorare negli anni successivi tanto che alle Olimpiadi di Londra l'Italia partecipò con una rappresentativa ridotta. Tuttavia Consolini e Tosi riuscirono a conquistare all'Italia una medaglia d'oro e una d'argento. Soddisfacente nel complesso il comportamento della rappresentativa femminile italiana con secondi posti di Edera Cordiale (disco) e Amelia Piccinini (peso). Migliori risultati gli Italiani ottennero nell'atletica pesante con la vittoria del peso mosca Pietro Lombardi ed i terzi posti di Ercole Gallegati e Guido Fantoni nella lotta grecoromana e il quarto posto di Marcello Nizzola nella lotta libera.

I giuochi olimpici di Londra (per i quali v. anche olimpiadi, in questa App.), nel campo dell'atletica leggera si conclusero con vittoria americana nelle gare di velocità, nelle staffette, nei salti, con affermazioni degli svedesi nelle gare di fondo e di mezzo fondo e nel pentathlon. Nel settore femminile netto predominio delle olandesi. Diamo qui di seguito l'elenco dei titoli olimpionici assegnati a Londra.

Atletica maschile. - M. 100 Harrison Dillard (U. S.) in 10″3; m. 200 Mel Patton (U. S.) in 21″1; m. 400 Arthur Wint (Giamaica) in 46″2; m. 800 Mal Whitfield (U. S.) 1′49″2; m. 1.500 Henry Eriksson (Svezia) 3′49″8; m. 5000 Gaston Reiff (Relgio) 14′17″6; m. 10.000 Emilio Zatopek (Cecosl.) 29′59″6; m. 3.000 siepi Thore Sjoestrand (Svezia) 9′04″6; m. 110 ost. Porter (U. S.) 13″9; m. 400 ost. Roy Cochrane (U. S.) 51″1; staffetta 4 × 100 (U. S.) in 40″2; staffetta 4 × 400 (U. S.) 3′10″4; marcia 10 km. John Mikaelson (Svezia) 43′13″2; 50 km. Ljunggren (Svezia) 4,41′52″; disco Adolfo Consolini (Italia) m. 52,78; giavellotto Kai T. Rautavara (Finlandia) m. 68,77; peso Wilbur Thompson (U. S.) m. 17,12; martello Imre Nemeth (Ungheria) m. 56,07; salto in alto J. I. Winter (Australia) m. 1,98, in lungo William Steele (U. S.) m. 7,82, con l'asta Owen Smith (U. S.) m. 4,30, triplo A. Ahman (Svezia) m. 15,40; decathlon Robert Mathias (U. S.), penhathlon moderno Grut (Svezia).

Atletica femminile. - M. 100, m. 200, m. 80 ostacoli Fanny Blankers-Koen (Olanda) in 11″9, 24″4, 11″12; disco e peso Micheline Ostermeyer (Francia) m. 41,92, m. 13,75; giavellotto H. Bauma (Austria) m. 45,57; salto in alto Alice Coachmann (U. S.) m. 1,68; in lungo V. O. Gyarmati (Ungheria) m. 5,65; staffetta 4 × 100 (Olanda) in 47″5. Alla fine del 1948 Adolfo Consolini migliorava il record mondiale della specialità lanciando il disco a m. 55,33.

Atletica pesante. - Intensa l'attività nella lotta e netta superiorità dei nordici ai campionati europei di lotta nelle sue due specialità nel 1939. Alla ripresa dei campionati (1946-47) notevole affermazione dei russi nella greco-romana e dei turchi nello stile libero, i quali ultimi confermarono i loro successi ai giuochi olimpici di Londra che ebbero i seguenti risultati:

Lotta greco-romana: pesi mosca Pietro Lombardi (Italia), pesi gallo Petersen (Svezia), pesi piuma Oktav (Turchia), pesi leggeri Frej (Svezia), medio leggeri Andersen (Svezia), medî Larsen (Svezia), medio-massimi Nilson (Turchia), massimi Kirecci (Turchia).

Lotta libera: pesi mosca Viitala (Finlandia), gallo Akar (Turchia), piuma Bilge (Turchia), leggeri Atik (Turchia), medio-leggeri Dogu (Turchia), medî Glen Brand (U. S.), medio-massimi Vittemberg (U. S.), massimi Bobis (Ungheria).

Sollevamento pesi: pesi gallo De Pietro (S. U.), piuma Fayad (Egitto), leggeri Shams (Egitto), medî Spellman (S. U.), medio-massimi Stanczyc (S. U.), massimi David (S. U.).

Automobilismo. - Nel 1939 a Salt Lake l'americano J. R. Cobb su Railton-Napier otteneva il primato mondiale assoluto di velocità alla media di km. orarî 595,023 e quelli del chilometro, del miglio, dei 5 e 10 km,, delle 5 e 10 miglia. Lo stesso anno l'italiano Giovanni Lurani a Dessau conquistava il primato internazionale per la classe I sul chilometro lanciato alla media di km. 171,700. Un altro italiano, Raffaele Cecchini, si aggiudicava quello della classe fino a 350 cmc. con la media di km. 146,900. Le principali gare internazionali erano vinte da Müller su Auto Union (Gran Premio di Francia), Wilbur Shaw su Maserati (G. P. Indianapolis), Luigi Villoresi su Maserati (Targa Florio), Fritz Lang su Mercedes-Benz (G. P. del Belgio, G. P. di Tripoli), R. Caracciola su Mercedes (G. P. di Germania), Clemente Biondetti su Alfa-Romeo (Circuito di Pescara). L'Alfa-Romeo con G. Farina vinceva il campionato italiano assoluto.

Le gare, sospese nel periodo bellico, erano riprese nel 1946 con attività intensa specie per le macchine di serie in gare a carattere regionale e locale, per categoria e a vantaggi, nuova formula questa che ha ottenuto il più vivo successo. Nel 1947 l'Alfa-Romeo dominò il campo internazionale vincendo il G.P. d'Italia con Felice Trossi, quelli di Spa e d'Europa con Jean Pierre Wimille ed il Circuito di Bari con Achille Varzi, che già l'anno precedente aveva vinto il G. P. di Torino. Nella classica Mille Miglia, tornata agli onori della ribalta, vittoria assoluta della casa milanese con la coppia Biondetti-Romano. La Ferrari 125 si aggiudicava invece con R. Sommer il Circuito di Torino, la Maserati il G. P. di Losanna con Villoresi e la Cisitalia con Franco Cortese il Circuito del Cairo.

Nel 1948 si accentuò la supremazia delle macchine italiane. Alfa Romeo e Maserati passarono di vittoria in vittoria e due piloti divisero il migliore bottino: Wimille (Alfa) vincitore dei Gran premî di Francia, d'Europa e d'Italia, e Villoresi (Maserati) primo nei Gran premî di Spagna, d'Inghilterra e di Buenos Aires. Nelle gare italiane degni di nota i successi di Trossi, Taruffi e Alberto Ascari. La coppia Biondetti-Navone (Ferrari 2000) ha vinto la XV Mille Miglia. Per le formule di gara e le macchine, v. automobile, in questa seconda App., I, p. 323.

Calcio. - Nel 1939 la squadra nazionale italiana, che l'anno precedente si era riconfermata campione del mondo, ottenne i seguenti risultati: quattro vittorie (con la Finlandia ad Helsinki 3 a 2; con la Romania a Bucarest 1 a 0; con l'Ungheria a Budapest 3 a 1; con la Iugoslavia a Belgrado 3 a 2); un pareggio (con l'Inghilterra a Milano 2 a 2) e due sconfitte (con la Germania a Berlino 2 a 5; con la Svizzera a Zurigo 1 a 3). L'anno successivo gli italiani vinsero con la Germania (3 a 2 a Milano), con la Romania (2-1 a Roma), pareggiarono con la Svizzera (1-1 a Torino) e l'Ungheria (1-1 a Genova). A causa della guerra rallenta il ritmo dell'attività internazionale della rappresentativa calcistica italiana, che tuttavia nel 1942 vinse per 4 a o la squadra spagnola.

Caratteristica della ripresa dei rapporti calcistici internazionali fu l'attività della squadra nazionale inglese che rotto il tradizionale isolamento disputò in casa e sul continente una serie d'incontri terminati in gran parte vittoriosamente. Anche l'incontro disputato a Londra (1947) contro la squadra rappresentativa del resto Europa fu vinta dagl'Inglesi per sei a uno. Di questa rappresentativa fece parte con onore l'italiano Carlo Parola. Una fugace apparizione nel Nord-Europa fece la squadra sovietica della Dynamo che raccolse larga messe di vittorie.

La nazionale italiana nel 1945 riprese, sempre sotto la direzione del commissario tecnico Vittorio Pozzo, sia pure in tono minore del passato, il suo posto nelle gare internazionali pareggiando (4-4) a Zurigo con la squadra svizzera. Nel 1947 a Firenze batteva la stessa squadra per 5 a 2, batteva a Milano quella ungherese per 3 a 2 e subiva a Vienna, nel confronto con la nazionale austriaca, una dura sconfitta (5 a 1). Sul finire dell'anno la nazionale italiana, a Bari, batteva per 3 a 1 la rappresentativa della Cecoslovacchia. Nel 1948 la squadra azzurra disputò due incontri, dei quali uno terminato vittoriosamente a Parigi con la Francia (col punteggio di 3 a 1) ed uno clamorosamente perduto (a Torino con l'Inghilterra per 4 a 0). Nel 1949 ha battuto il Portogallo (a Genova per 4 a 1) e la Spagna (a Madrid, per 3 a 1).

L'Italia ha partecipato alle Olimpiadi di Londra ma è stata eliminata al secondo turno del torneo, vinto dalla Svezia. Al dimissionario commissario tecnico, Vittorio Pozzo, fu sostituita una commissione tecnica.

Campionato del mondo. - Nel 1950 in Brasile verranno disputate le finali della Coppa del Mondo alle quali parteciperanno le sedici nazioni vincitrici delle eliminatorie. L'Italia, già vincitrice di due delle tre precedenti edizioni (1930 Uruguay, 1934 Italia, 1938 Italia) è stata ammessa di dìritto direttamente nel girone finale.

Campionato italiano. - Il titolo di campione italiano per il 1939 è stato assegnato al Bologna che lo riconquistò due anni dopo ritogliendolo all'Ambrosiana-Inter, campione del 1940. Nel 1942, per la prima volta nella storia del calcio italiano, il campionato fu conseguito da una squadra centro-nazionale, l'A. S. Roma. Seguì il Torino nel 1943 e quindi la sospensione del campionato a causa della guerra. Il primo campionato italiano del dopoguerra venne disputato nella stagione 1945-46 e fu articolato in due gironi: Alta Italia e Centro-sud con girone finale fra le prime quattro classificate di ogni aggruppamento. Vinse il Torino, seconda si classificava ad un punto la Juventus, a notevole distanza le altre squadre. Col 1947 il campionato tornò al girone unico ed il titolo di campione rimase al Torino, che giunse alla meta con 10 punti di vantaggio sulla squadra della Juventus, nuovamente seconda, e fu ancora campione nel 1948, dimostrandosi di gran lunga superiore a tutte le altre squadre.

Canottaggio. - I campionati europei, non disputati nel 1939 per la situazione internazionale, furono ripresi nel 1947 e segnarono una bella affermazione degli equipaggi italiani che conquistarono la Coppa Glandaz, trofeo che premia la nazione che ha riportato il maggior punteggio complessivo. Gli armi della Moto Guzzi, più volte campione italiano della categoria, e dei canottieri Varese vinsero rispettivamente le gare di quattro senza e otto. La Francia vinse le gare del quattro con e del singolo, la Danimarca quella del due senza, l'Olanda il due di coppia, l'Ungheria il due con. L'anno seguente alle Olimpiadi di Londra i canottieri italiani si mantennero all'altezza delle tradizioni anche se non furono fortunati. Ecco i titoli assegnati alla XIV Olimpiade: singolo: Australia (3ª Italia); due senza: Inghilterra (3ª Italia); due con: Danimarca (2ª Italia); doppio: Inghilterra; quattro con: Stati Uniti; quattro senza: Italia (Moto Guzzi di Mandello Lario); otto: Stati Uniti.

Ciclismo. - Povera nel 1939 l'attività ciclistica per la mancata disputa dei campionati mondiali e di altre importanti gare internazionali. Vittorie del belga Silver Maes nel Giro di Francia, di Giovanni Valetti in quello d'Italia, di Gino Bartali nei giri di Lombardia, del Piemonte, della Toscana. Il titolo di campione italiano su strada fu assegnato nel 1939 a Vicini, nel 1940 a G. Bartali, nel 1941 a Adolfo Leoni, nel 1942 a Fausto Coppi (che lo stesso anno batteva il primato mondiale dell'ora senza allenatori con partenza da fermo con km. 45,671), nel 1943 a Mario Ricci. Non furono disputate gare nel 1944 e l'anno successivo il campione dei pr0fessionisti su strada fu Severino Canavesi mentre Bruno Pontisso si aggiudicava il titolo per i dilettanti.

Solo dal 1946 si può parlare di ripresa di questo sport che in Italia divide con il calcio la predilezione popolare. Fausto Coppi e Gino Bartali si sono imposti all'attenzione del mondo intero. Il primo si è aggiudicato la vittoria nella Milano-San Remo e nel giro di Lombardia, il secondo ha trionfato nel Giro d'Italia ed in quello della Svizzera. A questi nomi vanno aggiunti quelli di Giulio Bresci, vincitore della Ronde de France, e di Aldo Ronconi campione italiano dei professionisti. Nei campionati del mondo svoltisi a Zurigo gli Italiani hanno conquistato un solo titolo (Elia Frosio, mezzofondo dietro motori). Gli altri titoli sono stati appannaggio di: Plattner (Svizzera) per la velocità dilettanti; Derkens (Olanda) velocità professionisti; Roger Rioland (Francia) inseguimento dilettanti; Peters (Olanda) inseguimento professionisti; E. Aubry (Francia) gara su strada dilettanti; Hans Knecht (Svizzera) gara su strada professionisti. Una grande affermazione ottenne Fausto Coppi a Parigi vincendo il G. P. delle nazioni, gara individuale a cronometro (vinta dallo stesso anche l'anno successivo) che può essere considerata come il campionato del mondo di inseguimento su strada.

Nel 1947 in Italia l'attività ciclistica fu ancora più intensa e le figure di Coppi e Bartali dominarono ancora il campo. Il primo si aggiudicò il titolo di campione d'Italia su strada e nell'inseguimento e vinse il Giro d'Italia e quelli del Piemonte, Romagna, del Veneto, di Lombardia; il secondo vinse il Giro della Svizzera, la Milano-San Remo, e si classificò secondo nei giri d'Italia, di Romagna, di Lombardia. Si distinsero fra i professionisti Vito Ortelli (secondo classificato nel campionato italiano), Fiorenzo Magni (1° nelle Tre Valli Varesine), Pasquini (1° nel Giro di Toscana), Ricci (1° nella Coppa Bernocchi), Motta (1° nel Giro del Lazio); tra i dilettanti Mario Ghella, Arnaldo Benfenati, Alfio Ferrari, campioni rispettivamente di velocità, di inseguimento e di corsa su strada e Raffaele Abate campione di corsa ciclocampestre. I campionati del mondo si svolsero in Francia e gli italiani primeggiarono. Coppi si aggiudicò il massimo titolo nella gara di inseguimento, i dilettqnti Benfenati (inseguimento) e Ferrari (gara su strada) lo emularono degnamente. Le altre prove furono vinte da: Reg Harris (Gran Bretagna) velocità dilettanti; Scherens (Belgio) velocità professionisti; Raoul Lesueur (Francia) mezzo fondo dietro motori; T. Middelkamp (Olanda) prova su strada professionisti. Il Giro di Francia fu vinto dal francese Jean Robic dopo che l'italiano Ronconi (quarto classificato) era riuscito fino all'ultima tappa a tenere la "maglia gialla".

Confermati i dilettanti Ghella, Benfenati e Ferrari campioni italiani delle specialità, il titolo dei professionisti passò a Vito Ortelli nel 1948, mantenendo Coppi quello dell'inseguimento, Elia Frosio e Italo Astolfi rispettivamente quelli della velocità e degli stayers. Nello stesso anno Fausto Coppi vinse il maggior numero di gare in Italia (Milano-San Remo, Giro di Lombardia, G. P. Ursus - già Giro dell'Emilia - e Tre valli Varesine) seguito per numero di vittorie da Luciano Maggini (Giro di Campania, Giro del Veneto), da Bartali (Giro di Toscana), da Ortelli (Giro di Romagna). La 31ª edizione del Giro d'Italia fu vinta da Fiorenzo Magni. In campo internazionale, assente Coppi, Berton si aggiudicò il Premio delle nazioni, mentre Gino Bartali colse la sua più bella vittoria nel Giro di Francia. Il Giro della Svizzera è stato vinto da Kubler quello del Belgio da Ockers, la Freccia Vallone dall'italiano residente in Francia Fermo Camellini. La Challenge Desgrange-Colombo (somma di punti conquistati in un calendario internazionale comprendenti le più classiche gare) è stata vinta dal belga Schotte, il più costante e redditizio corridore dell'annata. All'Italia il primo posto della classifica per nazioni. Alle Olimpiadi di Londra i ciclisti azzurri conquistarono due titoli: velocità (Ghella) e tandem (Renato Perona e Ferdinando Teruzzi); la prova su strada fu vinta dal francese Beyaert, un altro francese (Dupont) conquistò il titolo nella gara a cronometro. A Valkenburg nei campionati del mondo, disputatisi pochi giorni dopo la chiusura dei giuochi olimpici di Londra, i dilettanti Mario Ghella e Guido Messina conquistarono alla Italia i titoli nella velocità e nell'inseguimento e furono queste le due uniche vittorie degli azzurri che cedettero nelle altre gare per errata tattica. Il dilettante svedese Snell conquistò la maglia iridata nella gara su strada, gli olandesi Van Vliet e Schulte nella velocità e nell'inseguimento professionisti, il francese Lamboley per gli stayers ed il belga Schotte nel campionato mondiale professionisti su strada.

Ginnastica. - Alle Olimpiadi di Londra i titoli olimpionici sono stati assegnati alla Finlandia (prova a squadre e prova individuale) ed alla Cecoslovacchia per la ginnastica femminile. La squadra maschile italiana ha mantenuto la posizione conquistata alle Olimpiadi berlinesi del 1936 classificandosi al quinto posto. Le ginnaste italiane che alla precedente edizione dei giuochi olimpici si erano classificate al settimo posto sono passate a Londra all'ottavo.

Ippica. - Con la fine delle ostilità l'ippica riprese il suo posto nella vita sportiva italiana benché il materiale fosse scarso in relazione ai densi programmi degli ippodromi. Il campione del 1946 fu Gladiolo, il tre anni della Razza del soldo, vincitore del Gran premio di Milano e nelle maggiori corse dell'annata. Suo più diretto avversario fu l'anziano Fante che inviato a disputare a Parigi il G. P. dell'Arc de Triomphe subiva una dura sconfitta, che peraltro riusciva a far dimenticare ottenendo un bel successo nel nazionale Premio Chiusura. L'anno successivo si è imposto Tenerani (scuderia Tesio) vincitore delle principali monete, che, insieme agli ottimi tre anni Zambra, Scanno, Trevisana, Astolfina e l'anziano Fante ancora in linea, ha movimentato le principali gare dell'annata. Nel 1948 Tenerani conquistò una doppia vittoria sui campi di corsa inglesi: ad Ascot nel "Queen Elizabeth Stakes" su 2400 m. e a Goodwood nella tradizionale "Coppa" m. 4.200. Le gare italiane vedevano numerosi successi dei prodotti di Tesio: Astolfina, Trevisana, Naucide, quello di Leon de San Marco della scuderia Mantova nel Derby, e di Tenerani nell'Omnium e le ottime prove degli anziani Giabir e Grifone. Nelle corse ad ostacoli a differenza degli anni precedenti si è notata una certa ripresa.

Intensa fu l'attività del trotto nel 1946 con netta supremazia di Mistero e Loreto per la vecchia generazione e di Ionia per la nuova. La situazione non cambiò nel 1947 (vittorie di Mistero a Parigi nel G. P. d'America e nel G. P. d'Europa). In Italia si affermarono Giaur da Brivio, Ionia e Rialto. Ancora Mistero (Prix de Paris e Prix de Copenhagen) e Mighty Ned (G. P. d'America) tennero alti i colori italiani in campo internazionale nel 1948 mentre Rialto confermò nelle gare italiane le sue doti. Notevoli nell'annata le prove degli americani importati Mighty Ned, Jenifer Hanover e Volotone e degli italiani Ionia, Giaur da Brivio, Baimonti e fra i giovani quelle di Rialto, Taro e Tudor.

Motociclismo. - Nel 1939 Pietro Taruffi migliorava il record mondiale dell'ora da lui stesso detenuto raggiungendo i km. 205,252 di media su moto Gilera. Con questa prova si aggiudicava anche i primati dei 50 e 100 km., delle 50 e 100 miglia per le classi 500, 700 e 1000 cmc. Pochi mesi dopo, sempre a Brescia, R. Alberti e G. Sandri su Guzzi miglioravano rispettivamente gli stessi primati per le categorie 250 e 350 cmc. Le principali gare della stagione furono vinte dalla Guzzi con Ettore Villa (Milano-Napoli-Taranto) e Nello Pagani (Circuito del Lario). Amilcare Rossetti, Aldo Bernardoni e Francesco Lama furono i campioni delle singole classi. Nelle gare di regolarità notevoli le affermazioni della Sertum con Benzoni, Lorenzetti, Francisci (Coppa del Re e Sei giorni internazionali). Con il 1940 cessò ogni attività e solo nel 1945 il motociclismo riprese il ritmo degli anni precedenti. Ripristinato il campionato italiano per le classi 250 e 500, nel 1946 il titolo venne assegnato a Lino Martelli e Nello Pagani, l'anno successivo a Dario Ambrosini e Omobono Tenni. Nello stesso anno Tenni su Guzzi coglieva una splendida affermazione vincendo a Berna il G. P. d'Europa; al secondo posto il compagno di squadra Ferdinando Balzarotti. Nel 1948 dominio incontrastato delle Guzzi e delle Gilera in Inghilterra, Belgio, Francia, Spagna e Svizzera montate sia da campioni italiani sia da elementi nazionali.

Enrico Lorenzetti e Bruno Bertacchini, entrambi piloti di Guzzi, sono stati i campioni per l'anno 1948, che è stato caratterizzato da corse e raduni di micromotori che hanno ottenuto enorme successo. Nota triste l'immatura perdita del campione Tenni caduto sul circuito di Berna, durante le prove per il G. P. d'Europa, quasi contemporaneamente ad un altro grande campione del motore, Achille Varzi, perito sulla stessa pista alla vigilia del G. P. Automobilistico.

Nuoto. - La supremazia dei nuotatori degli Stati Uniti e del Giappone rimase pressoché immutata fino allo scoppio della seconda Guerra mondiale e solo nel dopoguerra i francesi tentarono la scalata ai principali primati mondiali. Durante i campionati europei svoltisi nel 1947 a Montecarlo Alex Jany, che due anni prima aveva conquistato il titolo mondiale nei 200 metri s. l. col tempo di 2′05″ 4/10 batté il record mondiale nei 400 metri s. l. coprendo la distanza in 4′35″ 2/10. Dopo la vittoria del campione francese restano ancora agli Stati Uniti i primati nelle 100 yards (A. Ford in 49″7), negli 800 m. (B. Smith in 4′38″5) e nella staffetta 4 × 100 ed ai giapponesi quelli dei 1000 e dei 1500 metri (T. Amano in 12′35″8 e 18′58″8).

Alle Olimpiadi di Londra il più grande successo arrise alla rappresentativa nordamericana che conquistò i sei titoli in palio con Willy Ris (m. 100 s. l. in 57″3), Bill Smith (m. 400 s. l. in 4′41); Alan Stak (m. 100 dorso in 1′06″4), Joe Verdeur (m. 200 rana in 2′39″3), Jimmy Mc Lane (m. 1500 s. l. in 19′18″5) e staffetta 4 × 200 (8′46″, nuovo primato mondiale). Completarono il successo dei nuotatori d'oltreoceano la vittoria, nella categoria femminile, di Ann Curtiss (m. 400 s. l.) e quella nella staffetta 4 × 100, mentre le danesi Greta Andersen e Karen Harup si aggiudicarono le prove dei 100 m. s. l., e dei 100 m. dorso; all'olandese Nel Van Vliet il titolo nei 200 m. rana. Incontrastato successo degli americani anche nelle gare di tuffi per entrambe le categorie. L'Italia non ha partecipato alle gare di nuoto della XIV Olimpiade, poiché non ha potuto presentare elementi che dessero garanzia di buon piazzamento.

Pallanuoto. - La superiorità dei giocatori ungheresi ebbe conferma anche nel 1939, ma la squadra nazionale italiana cominciò a farsi luce, e a Montecarlo nel 1947 ed a Londra nel 1948 conquistò i titoli rispettivamente di campione d'Europa e olimpionico. In Italia si è continuato ogni anno a disputare il campionato della specialità con i seguenti risultati: 1939 R. N. Napoli, 1940 R. N. Florentia, 1945 S. S. Lazio, 1946 R. N. Camogli, 1947 Canottieri Olona, 1948 R. N. Florentia.

Pallacanestro. - I campionati europei, disputatisi nel 1939 a Kaunas, riconfermarono la classe dei cestisti lituani che però, alla ripresa del torneo (1946), nel quale l'Italia figurò al secondo posto della graduatoria, furono costretti a cedere il titolo alla squadra cecoslovacca. L'anno successivo il campionato fu vinto dalla URSS e l'Italia si classificò al nono posto. La squadra cecoslovacca riconquistò il titolo europeo nel torneo del 1948 e quella italiana fu quarta nella classifica generale. La squadra cestistica degli Stati Unití è stata la vincitrice del torneo olimpico di Londra, seconda classificata la squadra francese. Scadente la prova degli italiani, molto lontani dai vincitori. Nell'ultimo decennio le squadre che hanno vinto il titolo di campione italiano sono: Borletti di Milano (1939), Ginnastica Triestina (1940-1941), Reyer di Venezia (1942-1943), Virtus di Bologna (1946-1947-1948). Il campionato italiano non è stato disputato negli anni 1944-1945.

Pugilato. - La figura dominante dell'ultimo decennio è quella del campione assoluto Joe Louis. Conquistato il titolo dei pesi massimi il 22 giugno 1937 contro James Braddock, lo ha difeso vittoriosamente contro Arturo Godoy, Billy Conn, Lou Nova, Tami Mauriello, Joe Walcott e molti altri. Un altro atleta eccezionale, ormai scomparso dallo sport attivo, è stato il negro Henry Armstrong, più volte campione del mondo. Campioni dei piuma e dei leggeri, sono attualmente Sandler e Ike Williams che si sono aggiudicati il titolo battendo, rispettivamente, Willie Pep (Papaleo) e Bob Montgomery. Gli altri attuali campioni del mondo sono: Monaghan (mosca), Manuel Ortiz (gallo), Ray Robinson (medioleggeri), Marcel Cerdan (medî), Freddy Mills (medio-massimi).

In Europa il campione del mondo Cerdan è quello che più si è distinto. Dopo di lui l'inglese Freddie Mills, che ha conquistato il titolo dei mediomassimi, capovolgendo il primo risultato conseguito contro l'ex-detentore Gus Lesnevitch. Altri atleti europei degni di menzione per l'attività svolta ed i risultati conseguiti sono: Bruce Woodcock, Olle Tandberg, Paco Bueno, fra i massimi; Delannoit fra i medî; Willemain fra i medio-leggeri; Ray Famechon fra i piuma e Peter Kane fra i mosca ed i gallo.

Dei pugili italiani si è distinto Egisto Peyre, per il clamore delle sue vittorie, mentre Roberto Proietti e Guido Ferracin si sono imposti alla ammirazione generale conquistando i titoli europei dei leggeri e dei gallo. Altro atleta di classe è Tiberio Mitri, i cui successi in campo nazionale ed internazionale fanno bene sperare per l'avvenire. Anche Gino Buonvino, Livio Minelli e Enrico Bertola si sono imposti sui quadrati americani.

Un cenno a parte merita Michele Palermo, per la sua eccezionale longevità sportiva e la solidità fisica e morale. Anche Gino Bondavalli, già due volte campione d'Europa ancora si batte con varia fortuna; mentre Enrico Urbinati si è ritirato dalle battaglie pugilistiche. Lo stesso hanno fatto Luigi Musina e Ascenzo Botta, un giorno ammirati campioni dei medio-massimi e dei leggeri. Notevole l'attività dei dilettanti che si sono classificati primi nel torneo di pugilato alle ultime Olimpiadi (una vittoria, due secondi e due terzi posti) ex aequo coi pugilatori sudafricani.

Ecco i titoli olimpionici assegnati a Londra nel 1948: pesi mosca: Perez (Argentina), 2° Spartaco Bandinelli (Italia); pesi gallo: Csik (Ungheria), 2° Gianni Zuddas (Italia); pesi piuma: Ernesto Formenti (Italia); pesi leggeri: Dreyer (Sud Africa); pesi medio-leggeri: Torma (Cecoslovacchia), 3° Alessandro D'Ottavio (Italia); pesi medî: Papp (Ungheria), 3° Ivano Fontana (Italia); pesi medio-massimi: Hunter (Sud Africa); pesi massimi: Inglesias (Argentina).

Rugby. - Il rugby francese ha ancora dominato il campo europeo nell'ultimo decennio, ma grandi progressi ha fatto l'Italia dove questo sport comincia ad appassionare sempre maggior numero di sportivi. La squadra nazionale italiana ha ottenuto negli incontri internazionali dell'ultimo decennio i seguenti risultati: 1939 a Milano, Germania-Italia 12 a 3; a Roma, Italia-Romania 3 a 0;1940 a Bucarest, Romania-Italia 3 a 0; a Stoccarda, Italia-Germania 4 a 0;1942 a Milano, Italia-Romania 22 a 3;1948 a Rovigo, Francia B-Italia 39 a 6; a Parma, Italia-Cecoslovacchia 17 a 0. Dal 1938 al 1946 il titolo di campione italiano è rimasto senza interruzioni alla squadra milanese dell'"Amatori", nel 1947 passò alla Ginnastica Torino e l'anno successivo alla Rugby Roma.

Scherma. - Pochi nomi nuovi ed abbassamento di quel livello tecnico che aveva circondato di un alone di superiorità gli schermitori italiani che, ai campionati del mondo del 1938, avevano conquistato quattro titoli su sei in palio. Nel dopoguerra la Francia ha dominato il campo internazionale ai campionati europei (Lisbona 1947) e alla XIV Olimpiade dove vinse le gare di fioretto e spada a squadre. L'italiano Aldo Montano si classificò primo nella gara individuale di sciabola ed i francesi d'Oriola e Artigas vinsero rispettivamente quelle di fioretto e di spada.

Alle Olimpiadi di Londra il risultato fu pressoché analogo con la variante che l'Ungheria prese il posto dell'Italia in testa alla classifica della sciabola. Dagli Italiani fu conseguito il secondo posto nelle gare delle tre armi a squadre vinte dalla Francia (fioretto e spada) e dall'Ungheria. Nelle gare individuali Gino Cantone conquistò all'Italia la medaglia d'oro per la spada mentre Vincenzo Pinton terminava al secondo posto nella sciabola dietro all'ungherese Gerevich. Completò il successo francese la vittoria di Jean Buhan nell'individuale di fioretto. La prova femminile di questa specialità è stata vinta dall'ungherese Ilona Elek.

Sci e sport invernali. - I campionati del mondo si svolsero nel 1939 a Zakopane in Polonia e registrarono i successi degli sciatori germanici in quasi tutte le gare tranne quelle di fondo e gran fondo nelle quali si distinsero finlandesi e norvegesi. I migliori piazzamenti degli italiani si ebbero nelle gare di staffetta (3° posto), pattuglie militari (4°), discesa libera (6° v. Chierroni). Nel 1940 i campionati non vennero disputati e quelli del 1941, svoltisi in Italia, non furono riconosciuti perché lo stato di guerra impedì una partecipazione adeguata di atleti. Le gare internazionali ripresero nel dopo guerra ma la prima veramente grande manifestazione internazionale degli sports della neve si ebbe nell'inverno del 1948 con lo svolgimento della V Olimpiade della neve a Saint Moritz. Prevalsero, come nella tradizione, gli scandinavi nel fondo, nel gran fondo e nel salto; francesi e svizzeri vinsero nelle gare di slalom e di discesa. Buone le prove degli italiani Silvio Alverà, Vittorio Chierroni e Celina Seghi. Nelle gare di guidoslitta si distinsero la Svizzera (bob a 2) e gli Stati Uniti (bob a 4), nello skeleton il titolo di campione olimpionico fu assegnato all'italiano Nino Bibbia. I pattinatori scandinavi dominarono nella velocità e nel fondo mentre le prove di pattinaggio artisticó furono vinte dagli Stati Uniti (maschile), dal Canada (femminile) e dal Belgio (coppie). Altri titoli assegnati: alla Svizzera per la pattuglia militare, alla Svezia per il pentathlon, al Canada per l'hockey.

Tennis. - Nel 1939 la Coppa Davis passò all'Australia e nel 1946, dopo sei anni di sospensione del torneo, tornò agli Stati Uniti. Sia prima sia dopo il conflitto mondiale i principali tornei internazionali di tennis sono stati vinti dagli americani. Il 1947 ha ribadito questa superiorità e i tennisti nordamericani hanno vinto la Coppa Davis ed il torneo di Wimbledon con il campione Jack Kramer. Anche nell'anno successivo vittoria americana nella Coppa Davis, alla quale dal 1949 l'Italia è stata riammessa a partecipare. Nell'ultimo decennio i tennisti italiani hanno ben figurato in campo europeo battendo le rappresentative del Belgio, Danimarca, Egitto, Finlandia, Germania, Olanda, Romania, Svizzera ed incontrandosi con alterna sorte con le forti squadre della Francia, della Svezia e dell'Ungheria. Si sono distinti fra essi Gianni Cucelli, i fratelli Marcello e Rolando Del Bello, Vanni Canepele, Francesco Romanoni, Belardinelli e le signore A. Bossi, E. Gaviraghi e L. Manfredi.

TAG

Seconda guerra mondiale

Attività ciclistica

Nazionale austriaca

Adolfo consolini

Harrison dillard