Stabilità

Dizionario di Economia e Finanza (2012)

stabilita

Enrico Saltari

stabilità  Capacità di un sistema economico (un singolo mercato o anche l’intera economia) di tornare nella posizione di equilibrio una volta che ne sia stato allontanato. La centralità del concetto di equilibrio nella teoria economica giustifica l’interesse degli economisti per la stabilità. Questa, tuttavia, non è di per sé una caratteristica desiderabile in un modello teorico, come, per es., nell’analisi del ciclo economico (➔).

Stabilità locale, asintotica e globale

Un sistema si dice localmente stabile se lievi perturbazioni che lo allontanano dall’equilibrio sono seguite da movimenti che lo riportano in un intorno dell’equilibrio sufficientemente piccolo, ossia in una posizione non molto distante dall’equilibrio stesso. Viceversa, un equilibrio è instabile se una perturbazione arbitrariamente piccola lo allontana significativamente dalla posizione iniziale. La s. locale non ci dice, tuttavia, se il sistema tornerà nella situazione di equilibrio; a tal fine, occorre introdurre il concetto di s. asintotica. L’equilibrio si definisce asintoticamente stabile, oltre a essere stabile, se accade che ogni movimento che parte sufficientemente vicino all’equilibrio, comporta che a esso si arrivi con il trascorrere del tempo. Diversamente dalla s. locale, la s. globale implica che il sistema sia in grado di convergere all’equilibrio indipendentemente dalla distanza della sua posizione iniziale. Si noti che la s. globale si riferisce a una situazione in cui l’equilibrio è unico. Se vi sono equilibri multipli, infatti, nessuno di essi può essere globalmente stabile; tuttavia, vi possono essere equilibri multipli localmente stabili. ● La presenza di equilibri multipli ha spostato l’attenzione dal concetto di s. globale dell’equilibrio a quello di s. globale di un processo di aggiustamento e a quello di quasi-stabilità. Un processo di aggiustamento si dice globalmente stabile se, per ogni situazione iniziale di partenza, esiste un equilibrio verso il quale il sistema converge. Il concetto di quasi-s. implica la costruzione di una successione di punti, a partire da qualunque condizione iniziale, in corrispondenza di una successione di tempi. Se ciascuna di queste sequenze converge verso un punto quando la sequenza dei tempi tende a infinito, e se tutti questi punti limite sono punti di equilibrio, allora il processo è detto quasi-stabile. Questo concetto ha importanti applicazioni nella teoria della s. dell’equilibrio (➔ equilibrio competitivo) generale concorrenziale. Un’altra specificazione del concetto di s. si presenta quando l’equilibrio e la sua s. dipendono dal movimento seguito dal sistema. Questa dipendenza si verifica perché il movimento del sistema economico fuori dall’equilibrio può cambiare i dati sulla base dei quali l’equilibrio stesso è definito. In tal caso, l’equilibrio non è indipendente dal movimento dinamico del sistema, ma è in relazione con il sentiero seguito, ossia è path-dependent (➔ path-dependence).

Stabilità statica e dinamica

La s. statica indica l’esistenza di forze economiche in grado di far convergere il sistema verso l’equilibrio, senza tuttavia indicare il sentiero temporale che il sistema segue per raggiungerlo. Si ammetta, per es., che il prezzo effettivo esistente su un mercato sia maggiore del prezzo di equilibrio. Il sistema è stabile in senso statico se l’offerta eccede la domanda, poiché in tal caso l’eccesso di offerta spinge il prezzo a tornare verso il suo valore di equilibrio. Al contrario, se il prezzo effettivo è minore del prezzo di equilibrio, il sistema è stabile se sul mercato sussiste un eccesso di domanda. Tuttavia, la s. statica non offre alcuna informazione sul sentiero temporale che il sistema segue nell’approssimarsi all’equilibrio: per determinare questo sentiero, occorre spostarsi sul terreno della s. dinamica e introdurre ipotesi sul comportamento degli agenti. Con riferimento all’esempio precedente, si supponga che le imprese stabiliscano la quantità da offrire nel periodo corrente sulla base del prezzo osservato sul mercato nel periodo precedente. Questa ipotesi, che è alla base del teorema della ragnatela (➔ ragnatela, teorema della), consente di analizzare il percorso temporale seguito dal sistema economico e quindi il processo di convergenza del prezzo. Soltanto attraverso questa analisi si può arrivare a sapere se tale sentiero converga verso il prezzo di equilibrio, e dunque se l’equilibrio è stabile.