Steatoepatite

Dizionario di Medicina (2010)

steatoepatite


Epatite acuta, subacuta o cronica caratterizzta da accumulo di sostanze lipidiche negli epatociti. Nella s. le cellule epatiche sono gradualmente rimpiazzate da tessuto cicatriziale fibroso. Il processo richiede tempo, ma nel corso di 10 o 20 anni si può arrivare alla cirrosi. Le cause di s. possono essere: alcol, virus dell’epatite, farmaci, alterazioni metaboliche. Per quanto riguarda le forme da virus, l’andamento clinico è talvolta imprevedibile, ma se si associa a elevata carica virale si attua terapia antivirale. Le forme alcoliche acute e subacute regrediscono con la sola sospensione dell’alcol, mentre quelle croniche possono comunque evolvere in cirrosi.

Steatoepatite non alcolica

S., detta anche NASH (Non Alcoholic Steato-Hepatitis), causata da alterazioni metaboliche. È associata alla presenza di insulinoresistenza e alla sindrome metabolica (cioè, la concomitante presenza di obesità viscerale, dislipidemia, alterata tolleranza al glucosio, iperinsulinemia e ipertensione) ed è verosimilmente secondaria a un eccessivo rilascio di acidi grassi nel circolo e un conseguente iperafflusso di substrati lipidici al fegato (steatosi). La s. di origine virale è una caratteristica istologica comune anche all’epatite cronica da virus C (HCV), ma i meccanismi di accumulo intraepatico di lipidi possono essere diversi: potrebbe essere in parte causata da un effetto steatogenico diretto del virus, specialmente nei pazienti infetti da HCV genotipo 3, con una ridotta esportazione di grassi dal fegato. Non esiste una terapia specifica per la NASH; se il paziente è anche sovrappeso o ha elevati livelli di glucosio e di grassi nel sangue, la terapia è quella consigliata per la sindrome metabolica: esercizio fisico, alimentazione moderata e farmaci; riducendo il peso e i trigliceridi la s. non alcolica può regredire.

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