FOLCHETTI, Stefano

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 48 (1997)

FOLCHETTI, Stefano

Beatrice Hernad

Nacque a San Ginesio, presso Tolentino, nelle Marche, da Francesco, come si apprende da un'iscrizione apposta su una delle sue tavole: "Hoc opus pinxit Stephanus Francisci de Sancto Genesio 1498". Non si conoscono le date di nascita e di morte né altre notizie biografiche: la sua attività è documentata dalle iscrizioni firmate, e spesso datate (tra il 1492 e il 1513), poste nelle sue opere.

La prima testimonianza è un quadro oggi conservato nella Pinacoteca comunale di San Ginesio, una Madonna in trono con il Bambino tra i ss. Benedetto, Rocco, Sebastiano e Bernardo (1492); allo stesso anno risale un affresco, nella chiesa del Rosario ad Amandola, raffigurante una Madonna con Bambino. Nella chiesa di S. Maria di Brusciano, presso Urbisaglia, si trova una Madonna con Bambino, angeli e donatori (1494). Nella Pinacoteca comunale di San Ginesio è conservata anche una Madonna in trono con Bambino, tra s. Francesco ed il beato Liberato, firmata e datata 1498, proveniente dalla chiesa di S. Liberato; nella chiesa di S. Gregorio in San Ginesio si trova una Madonna con Bambino e angeli insieme al donatore Silvestro Bosio, datata 1506, posta originariamente nella chiesa di S. Maria di Brusciano, presso Urbisaglia; un trittico (1507) nella chiesa di S. Lorenzo ad Urbisaglia rappresenta, sul pannello centrale, lo Sposalizio di s. Caterina, sui laterali S. Lorenzo e s. Metro e l'Annunciazione, i ss. Sebastiano, Francesco, Nicola da Tolentino, Rocco, Agata, Apollonia, e sulla predella Cristo tra i dodici apostoli. L'ultima opera datata del F. (1513) è la Crocifissione con la Vergine, s. Giovanni Evangelista e Maria Maddalena, a Sarnano, già nella chiesa di S. Francesco e attualmente conservata nella Pinacoteca comunale.

Si segnalano ancora fra le opere attribuite al F. gli affreschi di S. Francesco, ad Amandola, raffiguranti l'Annunciazione e la Crocifissione con evangelisti e santi; un frammento di una predella rappresentante un'Annunciazione aipastori (nella collezione Johnson di Filadelfia) che, secondo il Serra (1934, p. 406), potrebbe anche essere opera di un pittore appartenente al seguito del F.; i Ss. Francesco e Ubaldo nella sacrestia del duomo di Recanati, un affresco raffigurante una Pietà nella chiesa della Maestà presso Urbisaglia; gli affreschi della chiesa di S. Croce a San Ginesio (1500): Crocifissione e Madonna con Bambino tra i ss. Antonio Abate, Sebastiano e Rocco; l'edicola affrescata di S. Michele, sempre a San Ginesio, con una Madonna con Bambino e santi e inoltre la Deposizione e altri santi. L'attribuzione al F. proposta da Aliberti Gaudioso (1971 p. 323) della Madonna dell'Accademia Georgica di Treja, solitamente ritenuta opera di Lorenzo d'Alessandro, resta finora incerta (Lorenzo Lotto, 1981, p. 109). La Madonna di Loreto tra i ss. Sebastiano e Rocco nell'oratorio di S. Rocco di Fiastra, attribuita anch'essa al F., sarebbe un'opera tarda (ibid.).

La formazione artistica del F. rimane sconosciuta quanto la sua vita. Tuttavia le sue opere sembrano indicare che egli non sia mai uscito dalle Marche. Infatti la sua arte riflette la complessa situazione artistica di questa regione durante la seconda metà del Quattrocento con le sue diverse correnti parallele. Egli ha, infatti, assorbito i contributi delle scuole di San Severino e di Camerino e nella sua opera si notano gli influssi di Girolamo di Giovanni, che introdusse l'arte padovana nelle Marche, Lorenzo d'Alessandro e il maestro di Patullo, entrambi vicini all'arte veneta, e di Niccolò Alunno. L'influenza dei Crivelli, di Carlo e più ancora di Vittore, è però la componente più importante dell'arte del Folchetti. Nelle sue opere i temi crivelleschi vengono proposti secondo un accentuato espressionismo e in maniera talvolta popolaresca; è evidente il suo sforzo di accordare l'eleganza veneziana con un'arte più rozza e l'interesse quasi neogotico per la preziosità e la decorazione. Nel complesso la sua produzione manca di personalità e la staticità di certe composizioni la rendono talvolta attardata rispetto a quella coeva.

Fonti e Bibl.: G. Colucci, Antichità picene, XXIII, Fermo 1795, p. 300; A. Ricci, Mem. delle arti e degli artisti della Marca di Ancona, Macerata 1834, p. 186; G. Salvi, Mem. stor. di San Ginesio, Camerino 1889, pp. 97, 323; G. Cantalamessa, Marche, in Nuova Rivista misena, 1889, p. 218; G. Astolfi, Dipinti del F., di Durante..., in L'Arte, IV (1901), p. 424; Id., in Esposizione marchigiana, 1905, n. 6, pp. 45 s.; E. Calzini, L'antica arte marchigiana all'esposizione di Macerata, in L'Arte, VIII (1905), p. 464; C. Ricci, La pittura antica alla mostra di Macerata, in Emporium, XXIII (1906), p. 108; C. Mason Perkins, Note sull'esposizione d'arte marchigiana a Macerata, in Rassegna d'arte, VI (1906), pp. 54 s.; G. Astolfi, in Rassegna bibliogr. dell'arte ital., XI (1908), p. 87; B. Berenson, Catalogue of a collection of paintings and some art objects John G. Yohnson, Philadelphia, I, Italian paintings, Philadelphia 1913, p. 81; G. Crocioni, Le Marche, Città di Castello 1914, p. 198; A. Venturi, Storia dell'arte italiana, VII, 3, Milano 1914, pp. 405 s.; G. Bernardini, Due quadri in Urbino, in Rassegna d'arte, XV (1915), pp. 61 s.; L. Serra, Itinerario artistico delle Marche, Roma 1921, p. 73; Id., L'arte nelle Marche, Roma 1934, pp. 405 s.; Id., Le Gallerie communali delle Marche, Roma 1934, pp. 151, 162; P. Rotondi, Panfilo da Spoleto e gli affreschi di S. Francesco in Amandola, in Rassegna march., XII (1934), pp. 429-444; M. Cinotti, Arte di tutti i tempi, Novara 1956, pp. 345-349; F. Allevi, Poesia delle rovine, Roma 1956, pp. 60, 125, 127 s., 220, 253; B. Berenson, Pitture italiane del Rinascimento, La Scuola veneta, I, London-Firenze 1958, p. 81; F. Allevi, Il balcone della Sibilla, Milano 1960, pp. 62, 86, 90, 134, 164; G. Pagnoni, San Liberato e il suo convento, Falconara 1962, pp. 28, 80; A. Stramucci, Arte nel Maceratese, Ancona 1966, pp. 159 s., 179; F. Laudi, Indice degli artisti marchigiani, Roma 1968, pp. 45, 195; P. Zampetti, La pittura marchigiana del '400, Venezia 1969, pp. 192 s.; Id., A dictionary of Venetian painters, I, Leigh-on-sea 1969, p. 48; Id., La pittura marchigiana da Gentile a Raffaello, Milano 1970, pp. 23, 192 s., 200; F. Aliberti Gaudioso, in Mostra delle opere d'arte restaurate..., Urbino 1970, pp. 117 s.; S. Di Provido, La pittura di Vittore Crivelli, L'Aquila 1972, p. 290; F. Aliberti Gaudioso, in Mostra delle opere d'arte restaurate..., Urbino 1973, pp. 321, 325, 777; A. Vastano, Quattordici schede di restauro, in Quaderni della Gall. naz. delle Marche, 1980, n. 2, pp. 41 ss.; Lorenzo Lotto nelle Marche. Il suo tempo, il suo influsso (catal., Ancona), a cura di P. Dal Poggetto - P. Zampetti, Firenze 1981, pp. 108 ss.; L. M. Armellini, S. F. il suo momento la sua pittura, in Atti del XXIII Convegno di studi maceratesi (Abbadia di Fiastra-Tolentino 1987), Macerata 1990, pp. 573-630; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XII, pp. 148s.

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