STRUMA

Enciclopedia Italiana (1936)

STRUMA (A. T., 81)

Giuseppe Caraci

Uno dei fiumi più notevoli della regione balcanica. Il nome è conosciuto fin da epoca classica (Στρυμών, Strymon) come quello del limite tradizionale tra Macedonia e Tracia; al tempo di Tucidide limitava precisamente il territorio della Macedonia e della Peonia a O., dal regno degli Odrisî a E.

Sceso dal rovescio del Vitoša, lo Struma si volge dapprima a occidente, attraverso i bacini di Pernik e di Radomir, intaglia con un lungo solco epigenetico (Zemen) la Konjavska Gora e quindi scende con direzione N.-S. verso l'Egeo, separando il gruppo Rila-Pirin dai rilievi (Osogovo, Vlahinja, Maleš, Ograšden) su cui corre il confine bulgaro-iugoslavo. A valle della confluenza con la Strumica, il fiume s'apre la via con un'altra gola di sovrimposizione nei Belasica e sbocca infine nella zona litoranea dell'Egeo, invasa nel Quaternario da laghi, di cui gli attuali Boutkóvos e Tachino rappresentano gli avanzi, per metter foce nel Golfo di Orfáni. Con 390 km. di corso (dei quali 122 in territorio greco) e un bacino di circa 16 mila kmq., lo Struma ha grande importanza antropogeografica, perché riunisce un buon numero di bacini interni della Bulgaria meridionale e della Macedonia, e segna una delle vie naturali di comunicazione di qui all'Egeo; ma questa sua funzione, già limitata da poco favorevoli condizioni fisiche (deflusso torrentizio, forti pendenze, angustia del fondo), è oggi anche ristretta dall'artificiale decorso delle frontiere politiche, che spesso interrompe l'unità idrografica del bacino. Una ferrovia a scartamento ridotto segue il corso del fiume dalla confluenza col Rilska alla frontiera bulgaro-greca; una a scartamento normale, lo segue nel tratto a S. dei Belasica, ma senza giungere alla foce. Lo sbocco economico della valle è così spostato verso E. (Cavala).

Il fiume bagnava nell'antichità l'antica Siride (la Seres odierna), nella palude Cercinitide, dalla quale probabilmente ha avuto origine la fama dei molti uccelli, e specialmente delle gru dello Strimone. All'uscita dalla palude il fiume passava presso la città di Anfipoli. Secondo una tarda leggenda, riferita in Apollodoro, il fiume sarebbe stato navigabile anche più in su, finché fu ostruito da massi scagliati da Ercole. Presso Anfipoli era celebre un incrocio di strade, l'ἐννέα ὀδοί, dove Serse nella sua spedizione gettò un ponte sul fiume. Per la sua posizione geografica lo Strimone nella letteratura greca sta spesso a indicare genericamente il nord, onde si parla di "venti Strimonî", e dello Strimone "invernale". I Turchi lo chiamarono Kara su (fiume nero).

Bibl.: E. Oberhummer, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., IV A, col. 390 segg.; P. Collard e P. Devambez, Voyage dans la région du S., in Bull. Corresp. Hell., LV (1931), p. 171 segg.