Sud-Est asiatico, letterature del
I Paesi del Sud-Est asiatico presentano sostanziali differenze sia sul piano politico e sociale, sia per il sistema economico, per la libertà di espressione e per le influenze della cultura occidentale diretta o derivata dal colonialismo. Una certa omogeneità di fondo è tuttavia costituita dalla profonda influenza della cultura indiana penetrata nel corso di secoli, in particolare del buddhismo theravada.
La scarsità di trattazioni sintetiche e di traduzioni nelle lingue occidentali rende difficile delineare un quadro complessivo della produzione letteraria di questi Paesi che hanno conosciuto vicende tanto diverse nel corso del 20° secolo. Due correnti di pensiero ne caratterizzano le linee generali. La prima ritiene che lo sfaldamento della società tradizionale sia stato causato dall'introduzione dei valori occidentali attraverso il colonialismo e dalla penetrazione delle ideologie del comunismo e del capitalismo. Questa corrente avversa e contesta in particolare i guasti del consumismo e induce gli scrittori a privilegiare i temi letterari tradizionali connessi con i valori autoctoni rappresentati dalla morale buddhista, dal potere trascendente dei sentimenti, dalle forze della natura, dai miti, dalle leggende e, soprattutto, dalla nostalgia di un glorioso passato. Questa tendenza ha in Outhine Bounyavong (1942-2000), per il Laos, e in Mya Than Tin (1929-1998), per la Birmania, i rappresentanti più famosi.
L'altra corrente sostiene che sia possibile conservare i valori tradizionali contemperandoli con una visione universalistica della letteratura al fine di favorire il progresso ed evitare il ripiegamento e l'autodistruzione. Sono fautori di questo pensiero Soth Polin (n. 1943), per la Cambogia, e Win Liaowarin (n. 1956), per la Thailandia.
Non mancano in ogni singolo Paese, oltre a correnti minori, anche mutamenti, rotture e tendenze caratteristiche che testimoniano l'originalità e la vitalità della creazione letteraria.Cambogia
di Irma Piovano
La letteratura degli inizi del 21° sec. è stata caratterizzata dalla produzione di raccolte poetiche, di novelle e, soprattutto, di romanzi di una gamma di generi assai variegata: sentimentale, d'avventura, storico, poliziesco e di spionaggio, politico e sociale, filosofico e psicologico. I romanzi testimoniano nei contenuti, ma anche nel sistema di diffusione e di ricezione, una profonda critica dell'ordine tradizionale. La creazione letteraria ha assunto una dimensione umana e profana, e pertanto storica, sottraendosi all'ambito della corte e della pagoda e affermando l'individualità dell'autore.
La modernità è stata tuttavia percepita con sentimenti contrastanti: agognata per la tecnologia e per la speranza di una maggiore libertà di espressione, ma, al tempo stesso, avversata per le sue forme straniere e la forza destabilizzante nei confronti di equilibri consolidati, infine reinventata perché ritenuta vitale per la determinazione di una nuova identità culturale.
Si tratta di tendenze nuove, forti, che hanno accompagnato l'elaborazione di una letteratura khmer autentica, che è diventata soprattutto un terreno di confronto tra passato e futuro, tra influenze esterne diverse, il ricordo della tradizione e di un glorioso passato. Vi sono stati, tuttavia, evidenti segnali di un'evoluzione progressiva, segnata dalla comparsa di scrittori d'eccezione: il già citato Polin, autore di Chivit et nay (1965, Una vita assurda) e di numerosi romanzi e novelle di ispirazione filosofica (Neak phsâng preng arat ariey, 1969, Avventuriero alla deriva; ripubblicato in Francia nel 1982); Kong Bunchoeurn (n. 1939), autore di Viesna nieng Marina (2000, Il destino di Marina), che predilige il racconto sentimentale e il romanzo satirico e di critica nei confronti della corruzione; Chuth Khay (n. 1940), naturalizzato francese nel 1980 con il nome di Chut Chance, autore di due raccolte di novelle satiriche nei confronti della borghesia ipocrita, pubblicate negli anni Novanta. La fine del 20° e l'inizio del 21° sec. sono stati segnati da una crisi di creatività letteraria. Infatti, a partire dal 1990 non sono stati pubblicati nuovi romanzi, ma solo riedizioni di romanzi popolari. Il raggiungimento della stabilità politica ed economica potrebbe forse in futuro migliorare la situazione.bibliografia
K. Hoc Dy, Écrivains et expressions littéraires du Cambodge au XXe siècle, Paris 1993; Bilan et perspectives des études khmères (Langue et culture), Actes du Colloque de Phnom Penh (20 novembre-1 dicembre 1995), éd. P.L. Lamant, Paris 1997; C. Jacquet, Écrivains du Cambodge, in Europe, 2003, 889, pp. 197-201.
Laos
di Irma Piovano
Il Laos, nonostante sia stata instaurata a partire dal 1996 una politica di maggiore flessibilità, è uno Stato ancora fortemente coercitivo dove le manifestazioni di dissidenza sono vietate, i mezzi di comunicazione sono controllati e i diritti umani sono talvolta violati.
Il progresso della letteratura laotiana è rallentato anche dalla carente distribuzione delle opere, dalla sopravvivenza della trasmissione orale, tuttora utilizzata dalla cinquantina di gruppi etnici presenti nel Paese, e dalla tendenza a praticare adattamenti, imitazioni e riassunti di opere tradizionali. La mancanza di una piena libertà creativa e della diffusione di produzioni audiovisive Thai hanno determinato una forma di dipendenza intellettuale nei confronti della Thailandia.
I mutamenti generati dalla globalizzazione, come la predominanza della lingua inglese, la diffusione dei valori occidentali e dei media, hanno dato origine a sentimenti di incertezza e di diffidenza accentuando la crisi del mondo letterario.
Tra gli scrittori, si distinguono il già citato Bounyavong, il più famoso, appartenente alla corrente di pensiero che avversa e contesta i guasti prodotti nella società laotiana dalle ideologie introdotte dall'Occidente e, soprattutto, dal consumismo e autore di Mother's beloved: stories from Laos (Seattle 1999); Xaysouvanh Phengphong (n. 1950); Douangdeuane Bounyavong (Dok Ket, n. 1947); Daovieng Boutnako (n. 1954).
I temi ricorrenti, indipendentemente dalle scelte ideologiche individuali, sono la ricerca della saggezza, la critica dell'abbandono dei valori da parte della società, il rifiuto della modernità, i problemi dell'ambiente naturale, la difesa della tradizione, le ingiustizie, la tragedia della guerra.
bibliografia
P. Koret, Contemporary Lao literature, in Texts and contexts: interactions between literature and culture in South-East Asia, ed. L.J. Mallari-Hall, Manila 1999, pp. 77-103; F. Maurel, Écrivains du Laos, in Europe, 2003, 885-86, pp. 253-61.
Thailandia
di Irma Piovano
L'ultimo decennio del 20° sec. è stato caratterizzato da una forte crescita economica alla quale però si è accompagnato sul piano politico un processo di democratizzazione assai lento. Gli scrittori hanno affrontato temi nuovi, suggeriti dall'attualità: la diffusione dell'AIDS, la decadenza del clero buddhista, i problemi dell'ambiente, lo sviluppo del capitalismo, la società minata dalla lussuria, l'accentuato individualismo, l'arbitrio dei potenti, la bramosia di denaro. Agli inizi del 21° sec. la scena letteraria è occupata da due romanzieri: Nikhom Rayawa (n. 1944) e Chart Korbjitti (n. 1954), considerato l'iniziatore del romanzo Thai moderno. Numerosi altri valenti scrittori condividono la denuncia della degenerazione della società: Wanit Charungkit-anan (n. 1949), Sila Khomchai (pseudonimo di Winai Bunchuay, n. 1952) e il già citato Liaowarin, famoso autore di racconti brevi, fautore di una sintesi dei valori tradizionali e delle nuove istanze introdotte dalla modernità. Utilizzando una scrittura sperimentale semplificata, egli ha raggiunto una rara virtuosità che gli ha permesso di conciliare il gusto del gioco verbale con la denuncia dei mali della società. Scrittore di talento è Prachakhom Lunachai (n. 1959), autore del romanzo realista Khon kham fan (2000, Al di là del sogno).
Alcuni scrittori, in seguito alla crisi generale del 1997, liberi da schemi precostituiti e inclini alla sperimentazione, sono stati attirati da temi scabrosi come turbamenti sessuali e fatti di sangue. Per il primo tema è emblematico il racconto breve Ban keut (1996, La casa natale) di Kanokpong Songsompan, per il secondo è esemplificativo il romanzo Karn-lom salai khong sathaban khropkhrua thi khwamrak mai at yiao ya (1997, Il fallimento dell'istituzione familiare per mancanza d'amore; la versione francese è intitolata, più semplicemente, La voix du sang), opera prima della ventenne scrittrice Arunwadee Arunmat. Questa tendenza, che rasenta spesso il nichilismo intellettuale, è efficacemente rappresentata da Saneh Sangsuk (n. 1957) nel romanzo Ngao si khao (1994, Ombra bianca), considerato un autentico inno alla trasgressione e agli elementi più deleteri della modernità.
bibliografia
P.H. Phillips, Modern Thai literature with an ethnographic interpretation, Honolulu 1987; L. Pichard Bertaux, Les rues de la littérature: quelques aspects de Bangkok dans les nouvelles thaï contemporaines, in Aséanie, 2000, 6, pp. 105-24; F. Maurel, Écrivains de Thaïlande, in Europe, 2003, 885-86, pp. 195-205.
Myanmar
di Irma Piovano
La letteratura birmana degli inizi del 21° sec., come già nel passato, è stata profondamente influenzata dal contesto storico e sociale. Nonostante i condizionamenti imposti dalla dittatura militare, alcuni scrittori hanno conservato intatte le caratteristiche tipiche dello spirito birmano come la capacità di osservazione, la vena umoristica, l'arte di evocare atmosfere suggestive connesse con situazioni sentimentali, la descrizione avvincente dei paesaggi naturali. Ne sono famose rappresentanti le scrittrici Khing Hning You (Khin Hnin Yu, n. 1925) e la ricordata Mya Than Tin, autrice del romanzo pubblicato a Ginevra nel 1999 con il titolo Sur la route de Mandalay. Histoire de gens ordinaires en Birmanie. L'importanza del ruolo femminile sia in campo economico e sociale sia in quello letterario è stato da sempre essenziale per l'apporto di forza di carattere, di umanità generosa e di profonda attenzione verso le culture diverse.
Con la graduale trasformazione della letteratura di corte in versi in una più popolare in prosa, avvenuta nel 19° sec. grazie anche all'introduzione della stampa, i generi prediletti da questa letteratura, sempre più attenta ai problemi concreti, sono diventati il romanzo e la novella. I temi riguardano le origini della civiltà birmana, la religione, la natura come tema dominante o di sfondo, gli stati d'animo, la difesa della tradizione, l'avversione verso la colonizzazione, la denuncia della corruzione e della gerarchia sociale, la cui trattazione testimonia la penetrante osservazione della quotidianità e dei suoi problemi. Tra gli autori più rappresentativi: U Win Pe (pseudonimo di U Zaw Weik, n. 1936), autore anche di opere cinematografiche; Ma Sanda, (n. 1947), molto apprezzata per le sue opere a carattere realistico; Ne Win Myint (n. 1952), che nella famosa novella allegorica Koma (tradotta in francese con il titolo Monsieur Dur) tratta la contrapposizione del materialismo alla filosofia buddhista.
bibliografia
M.H. Cardinaud-Steyaert, Littérature birmane, in Dictionnaire universel des littératures, 3 voll., Paris 1994; K. Mya Tchou, Les femmes de lettres birmanes, Paris 1994; D. Bernot, Écrivains de Birmanie, in Europe, 2003, 889, pp. 257-62; Le rire de la terre: anthologie de nouvelles birmanes, éd. D. Bernot, Paris 2003.
Vietnam
di Irma Piovano
A partire dal 1986 gli intellettuali appartenenti alla 'generazione senza compromessi' hanno dato origine a una produzione più realistica e di critica della decadenza morale della società. Una denuncia che si è avvalsa anche di metafore e di stratagemmi narrativi. Ne sono i più autorevoli rappresentanti la scrittrice Duong Thu Huong (n. 1947), sostenitrice del rinnovamento culturale vietnamita che, con toni perentori, denuncia le contraddizioni del proprio Paese, dipingendone il volto drammaticamente perduto. Il suo romanzo più noto è Ben kia boa o vong (1985; trad. it. Oltre ogni illusione, 2004). Nguyên Huy Thiêp (n. 1950), forse il più grande e originale scrittore vietnamita vivente, autore di raccolte di novelle tra le quali la più celebre è Nhung ngon giov Hua Tat (1989; trad. it. Soffi di vento sul Vietnam, 2004, comprendente la famosa novella Il generale in pensione). Alcune sue opere teatrali del 2001, come quelle pubblicate l'anno seguente in Francia con i titoli Une petite source douce et tranquille (tit. orig. Suôi nho êm diu) e Les démons vivent parmi nous, descrivono la terrificante oppressione sia politica sia sociale ed economica del Paese. Nelle sue opere Nguyên Huy Thiêp sa cogliere, con un linguaggio semplice e uno stile diretto di grande efficacia, la drammatica frattura della società contemporanea. Duong Huong (n. 1949), che in Bên Không, Chông (1990; di cui è stato fatto un adattamento cinematografico nel 2000 per la regia di L. Trong Ninh e che è stato pubblicato in Francia nel 2002 con il titolo L'embarcadère des femmes sans mari) dipinge la situazione drammatica delle donne di un villaggio che, rimaste sole a causa della guerra, si ribellano alla sofferenza e alla morte con la disperata ricerca di avventure amorose. A questo romanzo, nel 1991, è stato assegnato il primo premio dell'Associazione vietnamita degli scrittori insieme con quelli di Bao Ninh (n. 1952: Noi buon chien tranh, 1991; tradotto in francese, nel 1994, con il titolo Le chagrin de la guerre) e di Nguyên Khac Truong (n. 1946; Manh dat lam nguoi nhieu ma, 1990; tradotto in francese, nel 1996, con il titolo Des fantômes et des hommes).
La letteratura vietnamita si trova di fronte a una sfida: trovare il modo di liberarsi sia dall'oppressione della censura sia dalle nefaste conseguenze di un capitalismo selvaggio che ha dato luogo a una produzione di massa di scarso valore letterario.
bibliografia
Mille ans de littérature vietnamienne. Une anthologie, éd. N. Khac Vien, H. Ngoc, Paris 2000; Ph. Langlet, Q. Tham Tâm, Introduction à l'histoire contemporaine du Viêtnam, de la réunification au néocommunisme (1975-2001), Paris 2001.
Indonesia
di Maria Citro
Tra la fine del Novecento e gli inizi del nuovo secolo l'Indonesia ha perso alcune delle più forti personalità intellettuali. Autore di numerosi romanzi, raccolte di poesie, saggi e articoli su riviste nazionali ed estere, Sutan Takdir Alisjahbana (1908-1994) è stato uno studioso attivo in molti campi del sapere, dalla letteratura alla linguistica, dalla filosofia alla politica. Altrettanto prolifico è stato Pramoedya Annata Toer (1925-2006), ma soprattutto grande difensore dello spirito di indipendenza morale e politica del popolo indonesiano e per questo detenuto in un campo di concentramento. Le sue memorie sul lungo periodo di prigionia nell'isola di Buru (Molucche), Nyany sunyi seorang bisu (Il canto silenzioso di un muto), sono state pubblicate in Malaysia e in Indonesia soltanto nel 1995, pur essendo già apparse nel 1988 nei Paesi Bassi con il titolo Lied van een Stomme. Liberato dopo quindici anni nel 1979, è rimasto agli arresti domiciliari fino al 1992. La sua vita e i suoi scritti testimoniano l'amara esperienza di milioni di indonesiani dalla lotta per l'indipendenza nel 1945 alla dittatura di Sukarno (1945-1967) fino alla lunga autocrazia di Suharto (1967-1998). Sempre del 1995 è il suo famoso romanzo storico ambientato nel 16° sec., Arus balik (Controcorrente). Pramoedya ha ricevuto numerosi riconoscimenti da università e centri di cultura stranieri per aver narrato le sofferenze degli indonesiani nel lento processo di creazione di una moderna identità nazionale. Si distinguono da Pramoedya due suoi contemporanei, Umar Kayam (1932-2002) e padre W.S. Manguwijaya (1929-1999). Scrittore, regista, accademico il primo, prete cattolico, scrittore e ingegnere il secondo, entrambi hanno offerto una interpretazione più tradizionalista e spirituale dell'Indonesia. Alla stessa generazione appartiene un altro famoso intellettuale, Sitor Situmorang (n. 1924), scrittore, giornalista e, soprattutto, poeta. Dopo aver patito il carcere in patria, ha vissuto nei Paesi Bassi dal 1982 al 1990 e a Islamabad nel 1991. Numerose sono le sue raccolte di poesie pubblicate tra il 1948 e il 2005. Di recente si è dedicato allo studio della sua etnia, i Batacchi del lago Toba nell'isola di Sumatra, della quale ha scritto una storia sociopolitica che parte dal 13° sec. e arrivia al 20° dal titolo Toba na sae: sejarah lembaga sosial politik abad xiii-xx (2004).
La protesta sociale ha continuato a trovare espressione nella poesia e, soprattutto, nel teatro del maggior poeta indonesiano vivente, Renda (n. 1935). Contro ogni forma di abuso da parte del governo sono alcune delle sue rappresentazioni teatrali come Selamatan anak cucu Suleiman (1988, Una cerimonia per i discendenti di Suleiman) e Kantata taqwa (1990, Cantata alla purezza), ricche tra l'altro di effetti scenici speciali. Negli ultimi anni insieme al suo gruppo, il Bengkel Teater, ha tenuto numerose letture di poesie a New York, Tokyo, Sidney. Sono in particolare gli ultimi componimenti, come Jangan takut ibu (Non aver paura madre) a richiamare l'attenzione sull'indifferenza dello Stato e la violenza nei confronti delle donne. Nell'ambito di quella tradizione avviata proprio da Renda si collocano diversi poeti contemporanei. Wiji Thukul (n. 1963) nella raccolta Aku ingin jadi peluru (2000, Io voglio essere un proiettile) dà voce alle rivendicazioni dei lavoratori e dei poveri delle città. Scomparso, forse assassinato dopo la rivolta scoppiata a seguito dell'attacco militare contro le sedi del Partai Demokrasi Indonesia (Partito della democrazia indonesiana), il 27 luglio 1996, un suo verso ripreso dalla poesia Peringatan (1986, Avvertimento) è diventato l'emblema delle nuove generazioni contro ogni forma di corruzione di esponenti del governo: "Hanya ada satu kata, lawan!" (C'è una sola parola, resistere!). Anche gli scritti di Fathyen Hamama Handry (n. 1967), nota come Fatin, e di Ayu Utami (n. 1968) trattano dei gravi problemi sociali dell'Indonesia contemporanea. Poetessa la prima, dopo aver studiato teologia presso l'università al-Azhar del Cairo non ha mancato mai di esprimere anche la sua profonda spiritualità, come nella raccolta Papyrus (2002). Famosa giornalista indipendente la seconda, è diventata una popolare scrittrice con il suo primo romanzo Saman (1998), premiato dal Dewan Kesenian Jakarta (Istituto nazionale per la cultura artistica di Djakarta), nel quale i temi della sessualità femminile vengono analizzati sullo sfondo dei difficili rapporti tra cristiani e musulmani. Utami incarna il nuovo tipo di donna intellettuale. Dopo il declino del presidente Suharto nel 1998, il succedersi di altri tre presidenti e numerose rivolte nel Paese, le giovani scrittrici indonesiane hanno incominciato a parlare liberamente di sesso, ma spesso le loro opere vengono definite in senso dispregiativo sastra wangi (letteratura profumata), pur trattandosi al contrario di scritti impegnati che denunciano la difficile situazione a loro contemporanea.
Amarezze e tribolazioni sono anche il contenuto dei racconti di Remy Sylado (n. 1945), esponente negli anni Settanta del 20° sec. della sastra mbeling (letteratura ribelle, un genere letterario fortemente satirico sorto in opposizione alla letteratura dominante), ma all'interno di un orizzonte di speranza e consolazione (pengharapan dan peghiburan, sono termini a lui molto cari). Suo contemporaneo è Sutardji Calzoum Bachri (n. 1941), famoso per le letture di poesie con uno stile esplosivo che ricorda gli antichi dukun (guaritori). Il suo impegno letterario è sempre stato finalizzato a liberare le parole dal peso dei significati tanto che i suoi componimenti sono considerati dei mantra (formule magiche).
Un genere letterario che continua a essere molto in voga in Indonesia è il racconto breve (cerita pendek o, come è ancor più noto, cerpen). Esponenti di spicco sono Danarto (n. 1940) e Putu Wijaya (n. 1944), famosi anche come drammaturghi. I racconti del primo creano un mondo quasi surreale, solitario, dove non sono mai definite le identità e le origini dei personaggi, a volte quasi fantascientifico o profondamente intriso di mistica musulmana. I racconti del secondo rasentano spesso l'assurdo e non sempre hanno una compiuta connessione logica.
bibliografia
M.I. Cohen, Timely art: an interview with Rendra, in International Institute for Asian studies newsletter, 1999, 19, pp. 22-23; R. Curtis, Where is Wiji Thukul? The dreadful silence of an outspoken poet, in Inside Indonesia, 2000, 63; P. Janssen, J. Wilson, Indonesia's literary ladies, in Newsweek. International edition, 20 october 2003; A. Vickers, A history of modern Indonesia, Cambridge 2005.