SULFAMIDICI

Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)

SULFAMIDICI (App. II, 11, p. 929)

Mario FILOMENI

Dalla sulfanilamide, per opportune modificazioni chimiche, si sono ottenuti in questi ultimi anni nuovi composti con attività antibatterica e con attività farmacologiche notevolmente diverse: inibitori della funzione tubulare renale (caronamide, benemide, ecc.); inibitori dell'anidrasi carbonica (acetazolamide e derivati); ipoglicemizzanti (glicoprotiazolo, carbutamide, ecc.). Tralasciando di parlare di questi ultimi perché trattati altrove (diabete, diuretici, in questa App.), ci occuperemo dei più recenti s. antibatterici.

Questi si possono distinguere in: s. con comportamento farmacologico fondamentalmente identico ai tradizionali e s. con proprietà diversa. Questa differenza non riguarda l'attività antibatterica - che è all'incirca eguale - ma l'eliminazione, che avviene per via renale e in maniera particolarmente lenta. Sul terreno terapeutico ciò comporta la diminuzione delle dosi singola e giornaliera, un più lento ritmo di somministrazione e un'azione protratta. Per queste caratteristiche detti s. sono indicati come s. a basso dosaggio, o ad azione protratta, o - con termine più semplice ma meno esatto - come sulfamidici ritardo. I vantaggi che offrono sono di ordine terapeutico (possibilità di ottenere concentrazioni superiori e di maggiore durata, minore incidenza dei fenomeni d'intolleranza, ecc.) e di ordine pratico (possibilità di ridurre il dosaggio, migliore accettabilità da parte dei pazienti, sensibile economia, ecc.). Non mancano tuttavia gli inconvenienti dovuti a un sovraccarico tossico per dosaggio eccessivo o a somministrazione troppo ravvicinata o a disfunzione acuta degli emuntori. I più recenti s. ad azione ritardata, entrati nell'uso clinico, sono: la N′-(6-metossi-3-piridazinil) sulfanilamide o sulfametossipiridazina, il 3-amino-benzen-sulfonamido-2-fenilpirazolo o sulfafenilpirazolo, la 2,4-dimetossi-6-sulfanilamide-1,3-diazina o sulfadimetoxina.

Farmacologia. - I s. qui in esame sono sostanze cristalline, poco solubili in acqua. Il sulfafenilpirazolo può essere reso solubile per formazione del sale di sodio. L'assorbimento per via orale è rapido (3-6 ore). La ripartizione nei tessuti e liquidi dell'organismo in genere è analoga a quella degli altri s. La sulfametossipiridazina si ripartisce più degli altri nel liquor cefalo-rachidiano. Le trasformazioni che subiscono nell'organismo non sono a tutt'oggi completamente note. La sulfadimetoxina per l'85% si ritrova nel sangue in forma attiva, per il 10% in forma acetilata e per il resto in forma di un glucuronide. L'eliminazione si effettua in prevalenza per via renale e accessoriamente per via intestinale. Gli effetti secondarî non si differenziano da quelli noti per gli altri s. Una minore incidenza si è verificata nei riguardi della cristalluria, di danni epatici e di discrasie ematiche.

Terapia. - Il campo d'azione dei s. ad eliminazione protratta è analogo a quello dei s. antibatterici tradizionali, di uso generale. Talune differenze tra prodotto e prodotto possono essere determinate da particolarità relative alla ripartizione nei varî distretti o liquidi dell'organismo (liquor, bile, ecc.). Attualmente, per mancanza di dati comparativi, l'ambito delle indicazioni dei singoli prodotti resta da precisare. Essi non devono essere usati quando si sospetti una meiopragia epatica e in particolar modo renale. La somministrazione si fa per via orale in forme farmaceutiche solide (compresse) o liquide (sospensione). Solo il sulfafenilpirazolo può essere introdotto anche per via parenterale. Il trattamento va continuato per 5-7 giorni o per 48-72 ore dalla remissione dei sintomi. La posologia varia a seconda del prodotto ed è di stretta pertinenza del medico.

Bibl.: Per la sulfametossipiridazina: Second Conference on sulfonamides, in Ann. N.Y. Acad. Sci., LXIX (1957), pp. 377-524; per il sulfafenilpirazolo: L. Neipp, W. Padowetz, W. Sackmann e J. Tripod, in Schweiz. Med. Wschr., LXXXVIII (1958), pp. 835-858; Esperienze cliniche sul sulfafenazolo, in Minerva Medica, XLIX (1958), n. 100, pp. 4699-4768; per la sulfadimetoxina: Antibiotic Med. & Clin. Ther., VI (1959), n. 2, suppl. i.

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