TAMAYO y BAUS, Manuel

Enciclopedia Italiana (1937)

TAMAYO y BAUS, Manuel

Antonio CICU

Drammaturgo spagnolo, nato il 1829 a Madrid, morto ivi nel 1898. La passione per il teatro era tradizionale nella sua famiglia: attore di bella fama era suo padre e ancora più celebre sua madre Giovacchina Baus, che rappresentarono a Granada e a Madrid due suoi primissimi drammi: Geneva de Brabante (1841) e Juana de Arco (1847), rifacimento della Pulzella d'Orléans dello Schiller. Ma pur movendo dal romanticismo il T., insieme con A. López de Ayala, doveva iniziare in Spagna il dramma moderno, che interessasse per la naturalezza e verità delle scene e dei personaggi, ritratti dalla realtà attuale, anche a sostegno di una tesi moraleggiante.

Non passò però d'un tratto il T. a questo secondo indirizzo: oltre alla Juana de Arco, è ricalcata su modello dello Schiller Angela (1852), ed è dramma completamente romantico-sentimentale El cinco de agosto (1849). Prima opera importante nella sua produzione teatrale è Virginia (1853), d'influenza alfieriana. Naturalmente la tendenza etica e didattica nuoce a drammi quali La bola de nieve (1856) sulle funeste conseguenze della gelosia, Lo positivo (1862), rifacimento di modello francese (Le Duc Job) di L. Laya che insegna ad anteporre nello sposo l'amore e la virtù alla ricchezza, Lances de honor (1863), circa la questione del duello, Los hombres de bien (1870), in cui è satireggiata la tolleranza della società che transige vilmente con i malvagi e col vizio dilagante: drammi sociali questi in cui l'ispirazione e la preoccupazione etica appaiono come qualcosa di posticcio, a detrimento e a mortificazione dell'arte. Opere invece di arte più libera sono quelle in cui il T. si abbandona al suo puro istinto drammatico: La Ricahembra (1854), dramma storico prettamente spagnolo. Seguono i due capolavori di tutto il teatro del T.: La locura de amor (1855) e Un drama nuevo (1867), entrambi in prosa; il primo, profondo studio psicologico, ha per soggetto la tragica follia della sventurata sposa di Filippo il Bello, Giovanna la Pazza; il secondo, quanto mai originale, ispirato alla vita e all'opera di Shakespeare, si svolge fra i comici della compagnia del grande inglese. Comprende, dentro un dramma fittizio, un dramma reale in quanto Yorick, il "gracioso" o buffo della compagnia ha chiesto e ottenuto per sé, insolitamente, una parte tragica di "un dramma nuovo" che sta per rappresentarsi la prima volta, la parte di un marito oltraggiato da chi doveva invece essergli tanto grato. Il soggetto immaginario e trito per gli spettatori ecco che si tramuta in terribile realtà per gli attori: Yorick scopre di essere davvero tradito da Alicia sua sposa e da Edmondo che aveva in conto di figlio.

Ediz.: Obras, Madrid 1898-1900; voll. 4.

Bibl.: B. de Tannenberg, Un dramaturge espagnol: M. T. y B., Madrid-Parigi 1898; E. Cotarelo y Mori, Estudios de historia literaria de España, Madrid 1901, pp. 363-403; N. Sicars y Salvadó, Don M. T. y B., ivi 1906; C. Oyuela, Estudio sobre "Un drama nuevo", Buenos Aires 1891.