TANGERI

Enciclopedia Italiana - II Appendice (1949)

TANGERI (XXXIII, p. 230)

Massimo BRUZIO
Ettore ANCHIERI

La popolazione del territorio era nel 1941 di 106.000 ab., di cui 46.000 nella città (16.500 Europei). Il commercio ha segnato i seguenti valori (in milioni di franchi):

Finanze. - In base alla legislazione marocchina il territorio di Tangeri è considerato fuori della zona del franco. Non vigono restrizioni valutarie. Il franco marocchino è moneta legale nell'interno della zona internazionale; la peseta spagnola vi ha tuttavia potere liberatorio.

Storia. - Dopo lo scoppio della seconda Guerra mondiale, le forze franchiste del Marocco spagnolo, approfittando del crollo della Francia e della difficile situazione dell'Inghilterra, si impadronirono il 14 giugno 1940 della zona internazionale di Tangeri, allo scopo di "garantirne la neutralità"; e il 23 novembre dello stesso anno, un decreto del generale Franco estendeva a Tangeri il regime vigente nel Marocco spagnolo. Il 19 marzo 1941, con la nomina dell'amministratore marocchino da parte del califfo del Marocco spagnolo anziché da parte del sultano del Marocco francese, l'annessione di Tangeri da parte della Spagna di Franco era un fatto compiuto.

Naturalmente la vittoria alleata del 1945 e la sconfitta di talune delle potenze già firmatarie dell'Atto di Algeciras del 1906, fra cui l'Italia, determinavano una nuova evoluzione della situazione. Dopo complessi negoziati, una conferenza anglo-francese, che ebbe luogo nell'agosto 1945 a Parigi, si concluse con un accordo (21 agosto) in base al quale la zona di Tangeri era affidata a un Comitato di controllo, incaricato di amministrarla provvisoriamente e secondo gli accordi del 1923 e 1928, in attesa delle decisioni di una futura conferenza da tenersi a Parigi con la partecipazione di tutte le potenze già firmatarie dell'Atto di Algeciras. Nell'accordo del 21 agosto una clausola particolare era riservata all'Italia, riguardo alla quale era stabilito che il governo italiano sarebbe stato invitato ad aderire ad esso accordo, sotto riserva delle disposizioni del trattato di pace con l'Italia. Quest'ultimo poi (art. 41) impone all'Italia il riconoscimento dell'accordo, nonché l'accettazione delle eventuali disposizioni posteriori che fossero adottate, in base a quello, dalle potenze firmatarie.

Il Comitato di controllo, con la partecipazione anche degli Stati Uniti e dell'URSS, si è installato a Tangeri nell'ottobre 1945, contemporaneamente al ritiro delle truppe spagnole, dato che la Spagna aveva ritenuto opportuno rinunciare all'occupazione. Tuttavia, con l'inasprirsi dei rapporti internazionali, anche lo svolgimento dell'opera del consiglio si è dimostrato particolarmente difficile per l'atmosfera di confusione e di sfiducia reciproca tra i rappresentanti delle grandi potenze. Si aggiunga a ciò l'inquietante nazionalismo arabo, che ha avuto, nel maggio 1947, una saliente dimostrazione con la visita a Tangeri del sultano del Marocco e con le dichiarazioni da questo fatte in favore dell'unità dell'Africa settentrionale musulmana.

In questa situazione confusa, e mentre non è ancora fissata la data di convocazione della nuova conferenza, un esplicito riconoscimento della funzione equilibratrice svolta dall'Italia a Tangeri sin dai tempi di Algeciras, è stato l'invito rivolto al governo italiano dalla Francia e dalla Gran Bretagna (gli S. U. si erano espressi in senso analogo sin dal maggio 1947) perché nominasse un proprio rappresentante nel Comitato di controllo.

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