Telecamera

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telecamera Apparecchiatura che, in un sistema di televisione, effettua la ripresa dell’immagine da trasmettere realizzando la trasformazione delle differenze tra le intensità luminose dei diversi elementi dell’immagine analizzata in variazioni di tensione elettrica: queste costituiscono il segnale video, che viene inviato, mediante un collegamento in cavo coassiale, dalla t. alle successive apparecchiature di trasmissione. La t. è costituita da una parte ottica, analoga a quella delle apparecchiature di ripresa cinematografica, che ha il compito di mettere a fuoco sull’elemento fotosensibile del tubo di ripresa l’immagine da trasmettere. Le t. dispongono di vari obiettivi di diversa distanza focale (normali, grandangolari e teleobiettivi), montati su una torretta girevole, oppure di un unico obiettivo a focale variabile (zoom). Le altre parti della t. sono formate soprattutto da dispositivi elettronici. Per le t. che utilizzano come sistema di ripresa un tubo a raggi catodici (CRT, cathode ray tube), l’analisi dell’immagine, ossia l’ordinata esplorazione degli elementi in cui l’immagine stessa viene suddivisa, si effettua per mezzo di un fascio di elettroni opportunamente deviato. Le tensioni per la deviazione del fascio elettronico di esplorazione sono generate da oscillatori contenuti nella t., sincronizzati da segnali che giungono attraverso il cavo di collegamento della t. alle altre apparecchiature di trasmissione. Il segnale prodotto dal tubo di ripresa prima di essere trasmesso viene amplificato da un preamplificatore. Lo sviluppo della tecnologia digitale ha portato alla progressiva sostituzione delle t. a tubo catodico con t. in cui l’elemento fotosensibile è costituito da dispositivi a stato solido, quali matrici di CCD (➔) o di CMOS (➔ transistore), costituite da milioni di sensori microscopici capaci di convertire la radiazione luminosa che li colpisce in un segnale elettrico.

La t. è montata su un complesso meccanico snodato che ne consente l’orientamento; l’operatore controlla l’orientamento osservando l’immagine inquadrata dalla t. su un piccolo display alimentato dal segnale video, che funge da mirino elettronico. Si parla in tal caso di t. professionale o da studio, per distinguerla dalla t. portatile che viene appoggiata sulla spalla dell’operatore, e dalla t. compatta che può essere tenuta in mano come una macchina fotografica. Queste t. sono normalmente dotate di obiettivo zoom (per es., con escursione focale 12-72 mm) ad alta luminosità (in genere con diaframma 1,4), adatto spesso per riprese macro di tipo autofocus; sono dotate di mirino ottico, di tipo reflex, o elettronico (monitor da 2,5 pollici); molte delle funzioni di preregolazione, quali il bilanciamento del bianco e la taratura della temperatura colore, e di regolazione della t. in fase di ripresa, sia audio sia video, sono generalmente automatizzate e controllate da microprocessore. Le t. compatte sono inoltre dotate di un supporto di registrazione digitale che può essere fisso (hard disk a disco magnetico o a stato solido) oppure estraibile (DVD, memory card).

Le t. per uso industriale o comunque di controllo a circuito chiuso, utilizzate, per es., per la verifica di prossimità o per il riconoscimento, hanno spesso uno standard diverso.

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