TEODORO I Lascaris, imperatore di Nicea

Enciclopedia Italiana (1937)

TEODORO I Lascaris, imperatore di Nicea

Angelo Pernice

Fondatore dell'impero di Nicea dopo la conquista latina di Costantinopoli. Era, per il suo matrimonio con Anna, figlia di Alessio III, imparentato con le famiglie imperiali degli Angelo e dei Comneno. Come generale dell'esercito bizantino, egli aveva dato prove di valore nella guerra contro il bulgaro Ivanko e durante l'assedio di Costantinopoli da parte dei Franco-Veneziani della quarta crociata.

Quando questi, il 12 aprile 1204, penetrarono nella città, mentre l'imperatore Alessio Murzuflo fuggiva, T. veniva designato come nuovo sovrano dal patriarca Giovanni Camateros. Egli tentò di organizzare la resistenza; ma di fronte allo sbandamento generale ogni suo sforzo fu vano. Si ritirò allora sulla riva asiatica. Il suo programma d'azione era quello di stabilirsi a Nicea, prendervi la corona imperiale e farsi centro e promotore della riscossa greca contro i Latini. Molti ostacoli si frapponevano all'attuazione di questo ardito disegno. Prima di tutto, egli non era stato consacrato imperatore e il patriarca, invece di seguirlo in Asia, era andato in Bulgaria. In secondo luogo, egli mancava di milizie per opporsi all'avanzata dei Latini che, verso la fine del 1204, occuparono tutta la parte nordoccidentale della penisola anatolica da Adramitto a Nicomedia: solo Nicea e Prusa poterono sostenersi. Infine, a complicare la situazione, si formavano nello stesso tempo altri due stati bizantini che, alla loro volta, tendevano a farsi centro del mondo greco e della riscossa nazionale: il despotato di Epiro in Occidente e l'impero di Trebisonda. Ma T. riuscì a superare questi ostacoli mercé la sua eccezionale abilità diplomatica. Nell'aprile del 1205, l'imperatore Baldovino era sconfitto dai Bulgari ad Adrianopoli e perdeva la vita. Le milizie latine che operavano in Asia dovettero allora arrestarsi e in parte rientrare in Europa. Teodoro ne approfittò per estendere i suoi possessi mandando a vuoto il tentativo di David Comneno di Trebisonda di impadronirsi di Nicomedia. Una nuova spedizione, intrapresa nel 1206 da Enrico, fratello di Baldovino, diventato imperatore di Costantinopoli, ebbe scarsi risultati. In questo tempo moriva il patriarca Giovanni Camateros. T. riuscì a fare eleggere il nuovo patriarca in Nicea dal quale poi si fece incoronare imperatore. Ma allentatasi la pressione latina si delineò la minaccia dei Turchi Selgiuchidi. Il sultano di Iconio, Kay-Khusrū I, cedendo alle pressioni dell'ex-imperatore Alessio III, intraprese nel 1210 una spedizione contro Nicea. Ora T. riuscì a riportare una decisiva vittoria sulle rive del Meandro. Alessio III, fatto prigioniero, fu chiuso in un convento. Non altrettanto fortunato fu nella guerra contro i Latini. Nell'ottobre del 1211, questi passarono in Asia sotto il comando di Enrico. T. fu sconfitto sulle rive del Luparkos (Rhyndacos) e dovette chiedere la pace lasciando ai Latini quasi tutti i territorî che essi avevano occupato nel 1204-05. Un altro rovescio egli subì nel 1215. Assalito dal sultano Kay-Kāwus I, figlio di Kay-Khusrū I, egli fu sconfitto e fatto prigioniero. Riuscì ad ottenere la libertà personale e la pace pagando un riscatto e cedendo alcune fortezze di frontiera. Coi Latini rimase in pace fino al 1220. In quest'anno, approfittando della morte di Iolanda di Courtena y della quale nel 1219 aveva sposato in terze nozze una figlia, e dell'interregno, tentò di prendere di sorpresa Costantinopoli; ma l'attacco fallì e sopraggiunto il nuovo imperatore Roberto si indusse a rinnovare il trattato di pace. Morì l'anno seguente, 1222, lasciando il trono, invece che al proprio figlio, ancora ragazzo, al marito della propria figlia maggiore, il prode Giovanni Ducas Vatatze che doveva ampliare e consolidare l'impero da lui fondato.

Bibl.: 'Α. Μηλιαράκης, ‛Ιστορία τοῦ βασιλείου τὴς Νικαίας καὶ τοῦ Δεσμοτάτου τῆς 'Ηπείρου (1204-1261), Atene 1898; A. Gardner, The Lascarids of Nicaea; the history of on Empire in exile, Londra 1912; M. A. Andreeva, Saggio sulla civiltà della corte bizantina nel sec. XIII, Praga 1927 (in russo).