Teoria strutturalista della Gestalt

Enciclopedia della Scienza e della Tecnica (2008)

teoria strutturalista della Gestalt


Teoria psicologica contemporanea (nota anche come Gestaltpsychologie, o psicologia della Gestalt, o della forma) sorta in Germania nel secondo decennio del XX sec. per opera di Max Wertheimer, Kurt Koffka e Wolfgang Köhler in opposizione alla psicologia associazionistica. Secondo la teoria, i fenomeni percettivi non possono essere spiegati sulla base di una giustapposizione o addizione di singole unità elementari (sensazioni), ma piuttosto globalmente nel loro organizzarsi in strutture (Gestalten) secondo leggi ben determinate. Gli psicologi gestaltisti sostengono che l’attività percettiva svolge non un semplice lavoro passivo di registrazione delle stimolazioni, ma un compito attivo di organizzazione e strutturazione dei dati registrati dagli organi di senso. Questo lavoro di organizzazione, che approda alla resa percettiva, avviene secondo criteri e modalità che sono stati definiti da Wertheimer leggi dell’organizzazione formale: (a) la legge della chiusura, la quale stabilisce che parti delimitate da un contorno chiuso, a parità di altre condizioni, si costituiscono come unità figurali; (b) la legge della continuità di direzione, per la quale una linea che presenti una traiettoria continua sarà vista procedere senza interrompersi nel punto in cui incontra o incrocia un’altra linea; (c) la legge della regolarità e della buona forma, in base alla quale si strutturano come unità autonome le componenti più regolari e meno complesse. Tuttavia, il passaggio organizzativo più importante di ogni atto percettivo è la segregazione tra la figura e lo sfondo, ovvero le operazioni cognitive con cui l’individuo separa dal campo percettivo complesso gli attributi dell’oggetto specifico a cui rivolgere attenzione, da tutto ciò che oggetto non è (ossia, lo sfondo). Una conseguenza importante del lavoro organizzativo che la percezione compie separando la figura dallo sfondo sta nel fatto che cambiano le qualità fenomeniche (cognitive, emotive e comportamentali) delle parti che vanno a costituire l’una oppure l’altro: la figura ha una maggiore evidenza di concretezza e, soprattutto, è dotata di forma, mentre lo sfondo appare più indefinito e inconsistente. (*)

Neuroscienze. Basi biologiche dell’intelligenza

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