BATTAGGI, Teresa

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 7 (1970)

BATTAGGI, Teresa

Sisto Sallusti

Nacque a Cuccaro Monferrato (Alessandria) il 26 marzo 1890 ed entrò nella Scuola di ballo del Teatro alla Scala di Milano nel 1902.Dopo avere studiato sotto la guida di Caterina Beretta e Raffaele Grassi, per le sue notevoli qualità d'interprete, il 4 genn. 1912 meritò, ancora allieva, di debuttare come mima nel ballo Bacco e Gambrinus su musica di Romualdo Marenco e coreografia di Giovanni Pratesi riprodotta da Vincenzo Dell'Agostino; quindi, nello stesso anno, si diplomò come prima ballerina. Le tournées all'estero, durante il periodo stagionale inattivo dei teatri italiani, furono la caratteristica prima della professione della B.; al seguito della compagnia lirica del direttore d'orchestra Cleofonte Campanini toccò i maggiori centri americani, da New York a Filadelfia e a Chicago, da Città di Messico a L'Avana, da Santiago a Buenos Aires: le sue prestazioni, già da allora, erano, oltre che di prima ballerina specializzata nel genere classico puro, anche di coreografa limitatamente alle danze operistiche. Dopo la costituzione in ente autonomo, il Teatro alla Scala ospitò di nuovo la B., che nella stagione 1921-22 interpretava la parte di Portatore del Graal nel Parsifal di R. Wagner. Il valore artistico e le doti morali della danzatrice, le sue cospicue attitudini di mima raggiunsero presto un'ampia risonanza. Nel 1924 il governo romeno la invitava a dirigere la nuova Scuola di ballo annessa all'Opera di Stato di Bucarest; nel 1925la B. tornava in Italia. Alla Scala poté avere finalmente la prima grande occasione di farsi apprezzare come coreografa di un balletto vero e proprio: infatti le fu affidato Il carillon magico di Riccardo Pick-Mangiagalli che, interpretato dalla sorella Placida, sua inseparabile compagna di studio e di lavoro, e da Cia Fornaroli, andò in scena il 23 gennaio 1926. Il lavoro a Milano ebbe quattro repliche e rivelò già la naturale disposizione della B. all'evocazione di atmosfere fiabesche e gentili, dove tutto fosse misura e buon gusto. La sua attività interessò da questo momento i grandi teatri europei e quelli italiani, come l'Arena di Verona, la Fenice di Venezia, il S. Carlo di Napoli. Nel 1937 fu dal governatore di Roma Piero Colonna chiamata a dirigere la Scuola di danza del Teatro Reale dell'Opera di Roma, in collaborazione con Ettore Caorsi e con la sorella, e la B. ebbe subito modo di farsi stimare per le sue doti di energia e di volontà.

Alta, sottile, dal tratto aristocratico e risoluto, ella ebbe, insieme con una cultura desta ad ogni sollecitazione di carattere spirituale, un culto appassionato dell'arte che la portava sì ad una severa concezione della disciplina ma anche ad una cordiale apertura di sentimenti nei riguardi dei suoi allievi. Volle essere innovatrice sin dagli inizi del suo insegnamento: ampliò la durata e la materia dei singoli corsi, caldeggiò, ed ottenne dal Colonna, il trasferimento della sede della scuola in via Ozieri dalle anguste sale annesse al teatro e potenziò l'insegnamento per uomini (che era stato già introdotto in notevole anticipo sul Teatro alla Scala); numerosi danzatori e danzatrici provengono dal suo magistero, a cominciare dai migliori ballerini scaligeri, come Ugo Dell'Ara, Giulio Perugini e Mario Pistoni; a Roma quasi tutto il corpo di ballo è uscito dalla sua scuola, come testimoniano i nomi di Marisa Matteini, Guido Lauri e Walter Zappolini.

A Roma la B. curò per un decennio le coreografie del repertorio operistico tradizionale (Gioconda di A. Ponchielli, rappresentata il 30 giugno 1938 in occasione dell'inaugurazione degli spettacoli alle Terme di Caracalla, Rigoletto e Traviata di G. Verdi, Salomè di R. Strauss) fino ad una pregevole edizione delle danze di Haensel e Gretel di E. Humperdinck, andate in scena il 3 genn. 1948. Del 22 apr. 1947 e del 26 dic. 1954 sono le coreografie di due novità ballettistiche, Racconto d'inverno e Canti del golfo di Napoli di Renzo Rossellini, e del 7 apr. 1954, nel quadro del Festival internazionale "La musica del XX secolo", è quella della prima romana di un'opera tedesca, Boulevard solitude di Hans Werner Henze.

Il primo balletto riscosse un grande successo di pubblico e di critica, unanimi nel riconoscere che ella aveva saputo rendere le intime suggestioni di una favola fine e delicata, secondata efficacemente da Marisa Matteini (il fanciullo povero) e Walter Zappolini (il burattinaio); nei Canti del golfo di Napoli, scritti espressamente per lei e riusciti il suo capolavoro, l'artista affidò ad Antonietta Niccoli (la fidanzata) e Alvaro Marocchi (il fidanzato) il compito di evocare con figurazioni agili e festose l'atmosfera tipica del paesaggio napoletano; in quanto alle danze di Boulevard solitude, sisarebbe desiderata dai critici una maggiore aderenza all'atmosfera surreale di quest'opera antitradizionale, ma sta di fatto che proprio esse affascinarono il pubblico per la loro sobrietà e il loro nitore.

Le sue ultime creazioni, del 26 maggio 1957, composero il suggestivo "passo d'addio" dei diplomandi, che ella volle ampliare sino alle dimensioni di un vero spettacolo (secondo atto di Giselle di. A.-C. Adam, L'après-midi d'un faune di C. Debussy e ripresa dei Canti del golfo di Napoli).

Dopo una breve malattia la B. morì in Roma, il 10 luglio 1957, quando ormai la sua scuola superava i cento allievi d'ambo i sessi, lasciando manoscritto un trattato di danza, tuttora inedito, conservato dalla sorella a Roma.

Fonti e Bibl.: Schedari degli Uffici Stampa del Teatro alla Scala di Milano e del Teatro dell'Opera di Roma; recensioni teatrali del quotidiano Il Tempo di Roma del 23 apr. 1947 (F. Natale), dell'8 apr. 1954 (G. Pannain), del 27 dic. 1954 (G. Pannain) e del 27 maggio 1957 (G. Carandente); del quotidiano Il Messaggero di Roma del 23 apr. 1947 (M. Rinaldi) e del 27 maggio 1957 (G. Tani); necrologio del quotidiano Il Messaggero di Roma dell'11 luglio 1957; G. Marangoni-C. Vanbianchi, La Scala, Bergamo 1922, p. 397; G. Tani, Il Balletto in Italia, in Cinquant'anni di Opera e Balletto in Italia, Roma 1954, p. 93 e passim; G. Lauri, Alla memoria di T. B., in Balletto, Roma 1957, n. 5, pp. 32-34; L. Torossi, Scuole senza libri, in Balletto, numero speciale, Roma 1960, p. 9; Enciclop. d. spettacolo, VIII, coll.1131, 1791.

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