TEURNIA

Enciclopedia dell' Arte Antica (1966)

TEURNIA (Τεουρνία, Teurnia)

R. Egger

Città che domina l'unica pianura della Carinzia superiore, il Lurnfeld, in una posizione facilmente difendibile.

T. era il luogo terminale della strada attraverso la valle del Lieser, che conduceva poi, oltre il Katschberg e i Tauri di Radstadt, a Iuvavum (Salisburgo). Detta strada era già percorsa nell'epoca preistorica e venne completata dai Romani nel III sec. d. C. Testimoniano la colonizzazione preistorica per ora soltanto monete d'argento del regno norico con il nome dei principi Atta, Adnamat, Excingomarus, Nemet. Della città romana sono note le terme e il Foro, nonché singole case; di quella tardo-antica e cristiana, conosciamo le mura costruite verso il 400 d. C., sul limite dell'altipiano, con due porte e la chiesa del cimitero all'estremità inferiore settentrionale del monte. Non si sa a quale gruppo di popolazioni o di lingua appartenga il nome T.; non è attendibile, come si è spesso creduto, il legame con la montagna dei Tauri. Data la modesta importanza che la città ebbe nella vita della provincia e del regno norico, le testimonianze sono relativamente scarse. In Plinio (Nat. hist., iii, 24, 146), T. appare tra le città autonome istituite da Claudio. Tolomeo (ii, 13) la menziona. Da Eugippio (Vita S. Severini, 17, 21, 25), veniamo a sapere di un assedio da parte di Goti erranti, all'incirca nel 474 d. C., dell'elezione del vescovo Paolino, dell'incursione degli Alemanni. T., all'epoca della redazione della Vita, nel 511 d. C., vi è indicata come metropolis Norici, sede dell'amministrazione della provincia norica, fintanto che appartenne ancora all'Italia. Dopo la petizione del vescovo di Aquileia all'imperatore Maurizio (Register Gregorii, i, 16 a) nel 591 d. C., la diocesi di T. era, all'epoca di Giustiniano, in mano alla chiesa franca.

Accanto alla religione romana di stato, sussistono testimonianze di culti indigeni: la dea della città Teurnia Sanctissima Aug., una Abiona e le Quadrubiae. Sinora non è stato scavato né il Campidoglio di T. e nemmeno uno dei templi, ma solo un luogo per un culto di carattere indigeno ad O a Lendorf: un cortile poligonale irregolare, circondato da un muro coperto di tegole, all'incirca di 30 × 20 m, all'interno del quale erano due cappelle. Il più antico monumento architettonico è lo stabilimento termale sul pendio meridionale che chiude verso N la piazza del Foro (larghezza m 27,30) lastricata e attorniata da portici. Il principale monumento di T. è la chiesa del cimitero. È giunta sino a noi la decorazione del suo pavimento, uno schema a tappeto di tipo raro: 12 immagini, 3 in ognuna delle 4 file, incorniciate alternativamente in un cerchio ed in un rettangolo. Nel mezzo sono messe due immagini simboliche, che hanno caratteri diversi dai soliti tipi del repertorio. La colomba sulla coppa ansata fiancheggiata da due serpenti e l'albero con uccelli, metà palma e metà opuntia; questa ultima rappresenta il paradiso, la colomba e i serpenti sul cantaro continuano forse antiche rappresentazioni di anime che cercano l'acqua della vita. La prima costruzione della chiesa risale al principio del V sec., l'ampliamento e il mosaico, dello stesso periodo, al 500 circa d. C.

Bibl.: Bericht über die Ausgrabungen, in Österr. Jahreshefte, XIII, 1910, Suppl. c. 161 ss.; XV, 1912, Suppl. c. 17 ss.; XVII, 1914. Suppl. c. 17 ss.; Sonderschriften des Österr. Arch. Inst., IX, 1916, p. i ss.; R. Egger, in Pauly-Wissowa, V A, i, 1934, c. 1138 ss., s. v.; id., Teurnia, die römischen und frührchrlistchen Altertümer Oberkärntens4, Klagenfurt 1955.

© Istituto della Enciclopedia Italiana - Riproduzione riservata