Lipps, Theodor

Dizionario di filosofia (2009)

Lipps, Theodor


Psicologo e filosofo tedesco (Wall­halben, Palatinato, 1851 - Monaco 1914). Studiò matematica, scienze naturali, filosofia e teologia a Erlangen, Tubinga, Utrecht e Bonn. Fu prof. a Breslavia (1890) e a Monaco (1894), dove fondò l’Istituto psicologico. Sviluppò una filosofia della psicologia intesa, piuttosto che come scienza sperimentale, come scienza dello spirito. Adottò un metodo di analisi psicologica basato sulla retrospezione degli atti passati, distinguendo l’atto dal contenuto (pur riferiti entrambi all’unità della coscienza). Concepì la psicologia come dottrina della coscienza, includente dunque la filosofia, nelle sue varie branche (etica, estetica, logica). In contrapposizione all’approccio genetico dello psicologismo tese a una descrizione degli aspetti non individuali ma normativi (o a priori) degli atti psichici, risentendo sia dell’influenza neokantiana sia di quella della fenomenologia husserliana. Connessa alla teoria psicologica di L. è la sua teoria estetica, fondata sul concetto di Einfühlung, l’atto di comprensione simpatetica che è alla base della fruizione come produzione estetica. Opere principali: Grundtatsachen des Seelen­lebens (1883); Psychologische Studien (1885); Grundzüge der Logik (1893); Die ethischen Grundfragen (1899); Vom Fühlen, Wollen und Denken (1902); Ästhetik (2 voll., 1903-06); Naturwissenschaft und Weltanschauung (1907); Psychologische Untersuchungen (2 voll., 1907-12).

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