CHILDERICO, Tomba di

Enciclopedia dell' Arte Antica (1959)

CHILDERICO, Tomba di

J. Werner

La tomba del re dei Franchi Childerico, morto nel 482 (per la data cfr. W. Levison) fu scoperta il 27 maggio 1653 presso la chiesa di St. Brice a Tournai (Belgio) e identificata in base all'anello con sigillo con l'immagine e l'iscrizione Childerici regis.

Secondo la relazione del medico di Anversa J. J. Chiflet, il sepolcro fu trovato a m 2,50 di profondità, con numerosi oggetti, accanto a resti di un secondo scheletro e ad un cranio di cavallo. Vi erano incluse le seguenti armi: una lunga spada a doppio taglio (spatha), un brando ad un taglio (sax), una scure da lanciare (francisca) e una lancia dalla punta di ferro. In quanto agli oggetti di ornamento si trovarono numerose fibbie d'oro con almandini e guarnizioni per cinte, lustrini d'oro per il vestiario, all'incirca 300 cicale d'oro con almandini e assicurate al mantello da asole, una fibula d'oro con bottone a cipolla e con chiusura a vite, un anello d'oro massiccio per il braccio, l'anello d'oro con il sigillo, una borsa con manico d'oro ornato di almandini e con teste di cavallo e più di 300 monete, oltre a parti dei finimenti del cavallo. Su oltre 100 solidi, tra gli 87 registrati da Chiflet, 57 sono attribuiti all'imperatore Leone (457-474) e 15a Zenone (474-491). Le 200 monete d'argento sono quasi esclusivamente denari dell'epoca imperiale più antica.

Tutto il ritrovamento fu pubblicato dal Chiflet nel 1655 con dovizia di illustrazioni; pervenne nel 1656 alla corte imperiale a Vienna e nel 1665, con la mediazione di Filippo di Schönborns, in possesso di Luigi XIV. Nel 1831 fu rubato dalla Bibliothèque Royale e dai ladri gettato nella Senna, Gli scarsi resti che poterono essere recuperati si trovano dal 1852 nel Cabinet des Médailles.

La ricostruzione della spatha; dal manico d'oro, e del brando (sax), con guaina, fu eseguita egregiamente da H. Arbman (1948), quella della guaina della spatha da K. Böhner (1948). La provenienza da paesi del Danubio delle guarnizioni d'oro cloisonnées di ambedue le armi e e della maggioranza delle fibbie d'oro è assicurata da due tombe contemporanee di principi di Apahida in Transilvania (J. Hampel) e di Blučvina in Moravia (Časopis Morav. Mus. Brno, 39, 1954, 31 e ss.; per la dipendenza della spatha e del brando dallo sviluppo ungherese del periodo di Attila, cfr. anche J. Werner). L'ornamento di cicale del mantello risale alle fibule a forma di cicala dell'Ungheria e della Russia meridionale della prima metà del V secolo (H. Kühn). Le cicale furono spesso per errore ritenute api. Come "api" le portò Napoleone I sul mantello di porpora in occasione della sua incoronazione a imperatore il 2 dicembre 1804 (cfr. il quadro dell'incoronazione di A. David). L'anello con il sigillo e la fibula di Childerico sono certamente opera degli orafi dell'Impero Romano d'Occidente.

Lo stile cloisonné della Tomba di Ch. introduce nel territorio del regno dei Merovingi quell'indirizzo stilistico formatosi nell'artigianato dei paesi danubiani, che si può identificare soprattutto in numerosi oggetti di ornamento nelle tombe della nobiltà franca e alemanna all'epoca di Clodoveo e Teodorico (5oo d. C.).

Bibl.: J. J. Chiflet, Anastasis Childerici I Francorum regis, sive Thesaurus sepulchralis Tornaci, Nerviorum effosus et commentario illustratus, Anversa 1655; Abbé Cochet, Le tombeau de Childéric Ier, roi des Francs, Parigi 1859; W. Levison, in Bonner Jahrb., 103, 1898, p. 42 ss.; J. Hampel, Altertümer des frühen Mittelalters in Ungarn, 3, 1905, tavv. 32-36; E. Babelon, Le tombeau du roi Childéric et les origines de l'orfévrerie cloisonnée, in Mémoires de la soc. nat. des antiquaires de France, LXXVI, 1924, pp. 1-112; H. Kühn, in Ipek, X, 1935, p. 85 ss.; K. Böhner, Das Langschwert des Frankenkönigs Childérich, in Bonner Jahrb., CXLVIII, 1948, pp. 218-248; H. Arbman, Les épées du tombeau de Childéric, in Bull. de la soc. royale des lettres de Lund, 1947-48, pp. 97-137; P. E. Schramm, Herrschaftszeichen und Staatssymbolik, I, Stoccarda 1954, pp. 213-217 (anello con sigillo); J. Werner, Beiträge z. Archäol. d. Attila-Reiches, 1956.

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