BENVENUTI, Tommaso

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 8 (1966)

BENVENUTI, Tommaso

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Nacque a Cavarzere (Venezia) il 4 febbr. 1838. Ereditato un discreto talento musicale dalla madre, fu un fanciullo prodigio e quasi un autodidatta; si crede abbia studiato in seguito a Venezia probabilmente con il maestro A. Buzzolla, poíché nella linea melodica delle sue composizioni è evidente l'influsso di questo musicista.

Il suo primo lavoro, scritto in giovanissima età, fu un Inno a Pio IX, cui seguirono alcuni canti della Divina Commedia. Appena diciottenne, volle tentare il teatro drammatico, scrivendo l'opera Valenzia Candiani per il Teatro Sociale di Mantova, opera non rappresentata a causa di deficiente esecuzione alla prova generale. Il 26 nov. 1857 il B. fece eseguire a Milano, sulle scene del Teatro alla Canobbiana, una seconda opera, Adriana Lecouvreur (libretto di L. Fortis), il cui esito fu mediocre. Accoglienza d'incoraggiamento ebbe anche la terza opera del B., Guglielmo Shakespeare, sul libretto di F. M. Piave, rappresentata al Teatro Regio di Parma il 14 febbr. 1861, mentre la Stella di Toledo (che A. Ghislanzoni aveva ripreso dal libretto Don Juan d'Autriche, di C. Delavigne) riportò un buon successo alla Canobbiana - pur con inadeguata messa in scena e trascurata esecuzione - il 23 apr. 1864 e venne data anche al Teatro Carlo Felice di Genova nella primavera dello stesso anno.

La Stella di Toledo doveva rappresentarsi al Teatro alla Scala di Milano, ma l'amministrazione del teatro preferì far eseguire un'opera del francese H. A. Chélard, Le aquile romane (10 marzo 1864), che fu un vero disastro. Amareggiato da tali vicissitudini, il B. voleva abbandonare la musica, ma ritornò sulla sua decisione dopo una serie di viaggi in Calabria e in Sardegna.

Incontro felice di critica e parzialmente di pubblico ottennero le opere successive del B., IlFalconiere (libretto di L. Marenco) e Beatrice di Svevia, eseguite a Venezia, la prima al Teatro Rossini il 16 febbr. 1878 e la seconda al Teatro La Fenice il 20 febbr. 1890. Del Falconiere la Casa Ricordi stampò anche alcuni pezzi scelti. Cinque anni dopo (31 gennaio 1895) il B. diede al Teatro Pagliano di Firenze Le Baruffe Chiozzotte su libretto in prosa di E. Golisciani, tratto dall'omonima commedia di C. Goldoni, che piacque molto e la cui esecuzione fu pure lodevole. Un'ultima opera, Tre milioni (libretto di F. M. Piave), non venne rappresentata e concluse l'attività operistica del B., che morì a Roma il 26 febbr. 1906.

Se per novità di forma o per originalità di pensiero il B. non si distinse nel quadro dei minori operisti ottocenteschi, fu, tuttavia, musicista di notevole valore. La grazia naturale, scorrevole della sua melodia, l'eleganza generale delle sue composizioni e l'accuratezza strumentale nelle opere, rifuggente da risoluzioni troppo facili o di facile "effetto" teatrale, palesano il compositore coscienzioso e di sicura dottrina, soprattutto non imitatore di alcuno. Non ebbe, invece, meritata fortuna, sia per le mediocri o cattive esecuzioni delle sue opere, spesso difficili (la Beatrice di Svevia, per esempio, venne massacrata dai cantanti impreparati), sia per i libretti non sempre adatti alla sua vena. Delle sue numerose composizioni da camera (qualcuna potrebbe ascoltarsi ancora) si ricordano in particolare: Tu primo pensiero, duettino su parole di F. Quercia, op. 9, Napoli s.d.; Impressioni di autunno, melodie per canto e pianoforte, Milano s.d.; Lotta con amore, per mezzo soprano, e Vuol bere, per mezzo soprano o baritono, in Anacreonte. Odi tradotte da Andrea Maffei e poste in musica da vari autori, Milano s. d. (n. XI, pp. 7 s.; n. XXXI, pp. 5 s.); Rapsodia greca, canzone delle isole Ionie ad una o due voci ad libitum con accompagnamento di pianoforte (testo greco e italiano, versione di G. Gabardi), Milano s.d.; Rapsodia sarda, canzone per soprano o mezzo soprano o tenore con accomp. di pianoforte, ibid.; Il Ritorno, romanza senza parole per pianoforte, op. 30, ibid.; infine un Graduale per contralto con coro ad libitum e accomp. di organo o di pianoforte (dalla Messa in gloria eseguita per il centenario d'Imola il 5 giugno 1883), ibid.

Fonti e Bibl.: P. F., Corrispondenze, in Gazzetta music. di Milano, XXXIII (1878), n. 8, p. 70; XLV (1890), n. 9, p. 144; L. V., Corrispondenze, ibid., L (1895), n. 7, p. 117; F. Filippi, Conversazione musicale, in L'Illustrazione italiana, 3 marzo 1878, p. 134; G. Masutto, I maestri di musica italiani del sec. XIX…, Venezia 1882, p. 18; P. E. Ferrari, Spettacoli drammatici-musicali e coreografici in Parma dal 1628 al 1883, Parma 1884, pp. 144, 253; P. Cambiasi, La Scala 1778-1906, Milano 1906, pp. 416, 432; necrologio, in L'Illustrazione italiana, 11 marzo 1906, p. 230; G. B. Vallebona, Il teatro Carlo Felice nella storia di un secolo: 1828-1928, Genova 1928, p. 154; F. J. Fétis, Biogr. univ. des Musiciens, Supplément et Complément, I, Paris 1881, p. 72; C. Schmidl, Diz. univ. dei Musicisti, I, p. 157; Encicl. dello Spettac., II, col. 272; Encicl. della Musica Ricordi, I, Milano 1963, p. 237.

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