Trasfezione

Enciclopedia della Scienza e della Tecnica (2008)

trasfezione

Stefania Azzolini

Introduzione di DNA esogeno in cellule riceventi eucariotiche. La trasfezione può essere transiente o stabile, a seconda che il DNA trasfettato venga mantenuto nel citoplasma per un periodo limitato di tempo (come 2 o 3 giorni) o integrato nel genoma cellulare. L’inserimento di materiale genetico estraneo all’interno di una cellula viene effettuato con metodiche sia fisiche che chimiche e si rivela un mezzo importantissimo in terapia genica, per lo studio della struttura e della funzione dei geni, per l’identificazione di sequenze regolative e per la produzione di quantità notevoli di proteine. Introdurre DNA esogeno in cellule di mammifero è un processo altamente difficile vista l’elevata inefficienza. Infatti, per poter ottenere alla fine della trasfezione un numero discreto di cellule trasfettate, il numero di cellule competenti di partenza deve essere molto alto. Tra i metodi chimici oggi usati per la trasfezione ci sono il metodo del DEAE-Destrano e la coprecipitazione con fosfato di calcio, entrambi poco costosi e con una soddisfacente efficienza. Il primo utilizza il DEAE-Destrano, un polimero cationico che si lega ai gruppi fosfato del DNA carichi negativamente; le particelle formate con il DNA aderiscono alle superfici cellulari e vengono inglobate mediante endocitosi. Il secondo utilizza la capacità delle cellule di inglobare DNA estraneo sotto forma di precipitato di fosfato di calcio. Entrambi i metodi, tuttavia, anche abbastanza tossici e soggetti a variabilità, non sono adatti per trasferimenti in vivo, e possono essere utilizzati solo per trasfezione transienti. I metodi fisici, di origine più recente, sono la microiniezione e l’elettroporazione. Il primo introduce direttamente gli acidi nucleici nella cellula grazie a un elettrodo a punta fine montato su uno specifico microiniettore, il secondo grazie a pori nelle membrane creati transitoriamente in seguito a brevi impulsi elettrici. Infine, la trasfezione può avvenire mediante lipidi cationici: la testa cationica di un composto lipidico si lega ai gruppi fosfato del DNA e il complesso formatosi si fonde con le membrane cellulari rilasciando il DNA all’interno di quest’ultime. Tale metodica risulta abbastanza efficiente in diversi tipi di cellule, è facile da usare e può essere adottata nel trasferimento genetico in vivo.

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