TRASPORTO

Enciclopedia Italiana (1937)

TRASPORTO

Giulio Cesare Paribeni

. Musica. - Si chiama "trasporto" o "trasposizione" l'esecuzione di un brano in una tonalità diversa da quella per cui esso è stato originariamente scritto. La pratica del trasporto è frequente soprattutto nella musica vocale, quando diviene necessario adattare un pezzo alle particolari facoltà canore di un esecutore, o affidarlo addirittura a una voce di registro differente da quella per la quale il pezzo stesso era destinato.

I sistemi per trasportare sono due: o leggere in un'altra chiave, o realizzare l'insieme armonico nella diversa tonalità in cui si vuol trasporre. Il primo metodo è ottimo per una sola parte o linea monodica; l'altro può essere consigliabile per gli strumenti atti alla polifonia (pianoforte, organo). V'è un'altra specie di trasposizione: quella effettuata naturalmente da certe categorie di strumenti, la cui costruzione li obbliga ad eseguire in tono diverso da quello scritto. Si ha così una notazione scritta e una notazione d'effetto. Tali sono gli strumenti che non hanno l'impianto in do maggiore, come i clarinetti, il corno inglese, i sassofoni, le trombe, i corni.

Nel sistema guidoniano - solmisazione - il passaggio da un esacordo all'altro, con la ripetizione del semitono mi-fa, anche quando i suoni erano in realtà diversi (la-si b), cioè quella norma che Guido chiamò mutazione, era in sostanza una trasposizione.

Un genere di trasporto automatico si è ottenuto, con speciale meccanismo, in certi strumenti, come l'harmonium.

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