TROIA d'EGITTO

Enciclopedia dell' Arte Antica (1966)

TROIA d'EGITTO

S. Donadoni

È, non lontano dall'odierno Cairo, una località così chiamata dai Greci per etimologia popolare, dal nome egiziano di una cava di calcare bianco, il più pregiato che fosse in Egitto.

Di questo calcare sono rivestite le tombe delle necropoli menfite del Regno Antico e le piramidi: ma le più antiche iscrizioni commemorative dei lavori di estrazione in queste cave non risalgono più in su della XII dinastia, e scendono fino all'età tolemaica. La tecnica di estrazione si può ancora identificare: il taglio dei blocchi avviene secondo un disegno che è prima tracciato sulla parete rocciosa, e ci si va man mano spingendo entro la montagna in caverna. Per misura di sicurezza si lasciano pilastri e muri di roccia viva, che sostengano il soffitto: cosicché l'aspetto definitivo è quello di un vasto complesso di camere in grotta.

Bibl.: A. Daressy, Inscriptions des carrières de Tourah et Masarah, in Ann. Serv. des Ant. de l'Eg., XI, 1911, p. 257.