Trombosi

Dizionario di Medicina (2010)

trombosi


Condizione clinica caratterizzata dalla presenza, all’interno dei vasi sanguigni, di un trombo, cioè di una massa solida costituita da fibrina e contenente piastrine e fattori della coagulazione.

Eziologia

Le cause della t. sono rappresentate essenzialmente da tre fattori: alterazioni del flusso sanguigno, alterazioni dell’endotelio vasale, alterazioni della coagulazione del sangue. Le alterazioni del flusso sanguigno possono verificarsi in tutte quelle situazioni caratterizzate da una riduzione della velocità del flusso sanguigno. Il rallentamento del flusso provoca un aumento del rischio tromboembolico perché, a seguito della rallentata velocità di circolo, si determina una maggiore adesione dei fattori della coagulazione e delle piastrine alle cellule endoteliali. Contemporaneamente, l’ipossia, che si crea a livello dell’endotelio, può determinare un’esposizione del fattore tissutale che attiva il processo coagulativo. A fronte di tale meccanismo, si può innescare anche un processo di rallentamento della fibrinolisi, a causa di una riduzione del rilascio dell’attivatore tissutale del plasminogeno. Tali condizioni si verificano nei casi di stasi del circolo (insufficienza cardiaca congestizia, aumento della viscosità del sangue, presenza di varici agli arti inferiori, aneurismi, valvulopatie mitraliche) e nei casi in cui si ha un aumento della turbolenza del circolo (nei punti di biforcazione o di stenosi dei vasi). Le alterazioni dell’endotelio vasale si verificano in numerose condizioni cliniche (placche ateromasiche, ipercolesterolemia, diabete, infiammazioni, neoplasie, fumo). Le alterazioni della coagulazione del sangue si hanno nelle condizioni di trombofilia congenita e acquisita. Tutti questi tre fattori possono portare a ipercoagulabiltà del sangue e, pertanto, al verificarsi di un evento trombotico (venoso o arterioso) all’interno del torrente circolatorio.

Trombi e trombosi

I trombi, in base alle dimensioni, si distinguono in ostruttivi o parietali: i trombi ostruttivi sono quelli che provocano un’occlusione completa del lume del vaso, mentre i trombi parietali sono quelli che non occludono completamente il vaso. I trombi si distinguono, inoltre, in venosi e arteriosi a seconda che interessino le arterie o le vene. Le manifestazioni cliniche più frequenti dei trombi arteriosi sono rappresentate dall’infarto del miocardio e dall’ictus cerebrale. Le manifestazioni cliniche più frequenti dei trombi venosi sono rappresentate dalla t. venosa degli arti inferiori. Nell’ambito delle t. venose, si distinguono le t. venose superficiali, che interessano le vene superficiali degli arti, e le t. venose profonde (dette anche flebotrombosi), più pericolose, perché possono comportare l’insorgenza di una embolia polmonare. La t. venosa profonda è un evento relativamente frequente che può complicare il decorso di interventi chirurgici, politraumatismi, malattie autoimmuni e neoplastiche o presentarsi senza causa apparente.

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