AEROTRASPORTATE, TRUPPE

Enciclopedia Italiana - II Appendice (1948)

AEROTRASPORTATE, TRUPPE

Giuseppe SANTORO

. Si distinguono due tipi di truppe aerotrasportate: quelle - dette anche aviolanciate - particolarmente addestrate e munite di speciale armamento, destinate ad essere trasportate in volo sulla zona di azione ed ivi lanciate con paracadute o alianti; le usuali truppe con usuale armamento, trasportate per via aerea e sbarcate con normale atterraggio nelle immediate vicinanze della zona ove debbono operare.

Uno dei principali fattori che influiscono sulla realizzazione di un trasporto aereo è il mezzo di cui si dispone con la relativa attrezzatura per l'assistenza alla navigazione. I mezzi di trasporto oggi in esperimento sono: grossi velivoli da trasporto a grande autonomia; alianti (v. aliante, in questa App.) rimorchiati, di grande capacità; infine, come mezzo sussidiario, il paracadute.

Il concetto di intervenire sul rovescio degli eserciti avversarî con truppe aviolanciate o aerotrasportate ebbe le prime applicazioni sperimentali alcuni anni prima della guerra, in Libia e, soprattutto, in Russia. Questi tentativi destarono qualche interesse negli ambienti militari, ma furono in sostanza accolti con un certo scetticismo o, quanto meno, non si percepì l'importanza della loro applicazione in una guerra futura.

Nel 1939 la Germania organizzò la prima divisione aerotrasportata, unità che entrò in azione fin dalla campagna di Norvegia e che, nel maggio 1940, ottenne successi brillanti sul fronte occidentale con la conquista del forte Eben Emael in Belgio, con lo sbarco alle spalle degli Olandesi, e col prolungamento dello sfondamento verso la Mosa.

La conquista germanica di Creta costituì però la prima operazione in grande stile che - data la locale supremazia marittima nemica - non sarebbe stata possibile se non con truppe aerotrasportate. Dal 20 al 31 maggio 1941 furono lanciati ed aerotrasportati su Creta 15.000 uomini che conquistarono in 11 giorni tutta l'isola, con gravi perdite: 2011 morti, 1948 dispersi, 2494 feriti, 100 velivoli da trasporto Ju 52. Malgrado l'innegabile buon successo dell'impresa, il comando tedesco dovette ritenere le perdite subìte troppo sproporzionate, perché nella campagna di Russia rinunciò a sbarchi aerei a tergo delle linee sovietiche, che pure avrebbero potuto essere suscettibili di favorevoli sviluppi.

L'armata rossa impiegò più volte nelle retrovie tedesche unità paracadutiste o di normale fanteria aerotrasportate, che riuscirono spesso ad interrompere linee ferroviarie e vie di rifornimento e ad occupare posizioni e villaggi. Ma si trattò sempre di disturbi locali, senza successo operativo determinante.

Nel 1941, la Gran Bretagna costituì la sua prima divisione aerotrasportata (2 brigate paracadutisti e 1 brigata alianti); nel 1942, gli Stati Uniti costituirono una simile unità, che impiegarono la prima volta per lo sbarco in Africa settentrionale.

Molti sono stati i casi di impiego di piccoli nuclei isolati: qui si ricorda solo l'operazione di Vermork, intesa a distruggere l'impianto dove veniva prodotta l'acqua pesante, che offriva alla Germania la possibilità di costruire la bomba atomica: lo scopo fu raggiunto da truppe norvegesi aviolanciate nel febbraio 1943 (v. vermork, in questa App.).

Dal 1943 alla fine della guerra le operazioni di sbarco aereo si susseguirono con varia fortuna su tutti i teatri di guerra. Nel luglio 1943, lo sbarco della 82ª divisione aerotrasportata americana in Sicilia costò gravi perdite.

Nel giugno 1944, per lo sbarco in Normandia, entrarono in azione 2 divisioni americane ed 1 corpo d'armata inglese aerotrasportati. Nel settembre un'armata anglo-americana aerotrasportata venne impiegata in Olanda in un'operazione in grande stile (34.000 uomini, armamento e materiali sbarcati da 5000 velivoli e 2000 alianti), che non ebbe però completo successo, anzi rappresentò un vero scacco per i reparti britannici decimati ad Arnhem (v. in questa App.).

Risultati decisivi ebbe, nel marzo 1945, il superamento del Reno compiuto dall'armata alleata aerotrasportata: in un sol giorno, il 24 marzo, da velivoli trasporto ed alianti sbarcarono 14.360 uomini, 695 veicoli, 113 cannoni, 109 tonn. di munizioni. Su circa 2800 velivoli da trasporto impiegati ne vennero abbattuti 55; le perdite fino all'atterraggio furono del 2% dei paracadutisti e del 3% degli alianti.

Anche nel Pacifico le truppe aerotrasportate americane sono state ripetutamente impiegate: nella Nuova Guinea, nelle isole Noemfors, a Luzon, ove, nel febbraio 1945, occuparono la fortezza di Corregidor.

Oltre a vere e proprie operazioni tattiche delle truppe aviolanciate o aviosbarcate, l'ultimo conflitto offrì numerosi esempî di truppe aerotrasportate per rinforzare rapidamente reparti in linea nella zona principale delle operazioni.

Durante la guerra alla Grecia furono trasportati dall'aviazione italogermanica oltre 48.000 uomini e 5500 tonn. di materiali dalle Puglie in Albania, per arrestarvi la minacciosa avanzata nemica. Nel novembre 1942 la lotta in Tunisia fu prolungata dai 1000-2000 uomini che l'aviazione tedesca vi trasportava giornalmente. La fase critica dello sbarco americano a Salerno fu superata grazie al rinforzo di truppe aerotrasportate. Nel culmine della battaglia delle Ardenne una divisione fu trasportata per via aerea dall'Inghilterra in Francia, per alimentare la resistenza al trasporto aereo di truppe fu spesso usato per superare gli ostacoli geografici di vaste distese d'acqua o di regioni montane.

La campagna di Birmania, infine, rappresentò il primo esempio di un intero esercito trasportato, sostenuto, rifornito, evacuato esclusivamente per via aerea: il rifornimento in personale e materiale della 14ª armata ammontava nell'aprile 1945 a 1750 tonn. al giorno, da trasportare attraverso le propaggini dell'Himālaya.

L'impiego di truppe aerotrasportate presenta alcuni svantaggi e difficoltà, in quanto dipende dalle condizioni atmosferiche per il movimento e dalla superiorità aerea per la protezione ed il rifornimento; esse sono vulnerabili nella fase di sbarco e di radunata e, se non s'impiegano grossi aerei da trasporto, hanno potenza di fuoco limitata; i loro effettivi debbono essere sufficienti a consentire il consolidamento e l'ampliamento delle teste di sbarco e l'eventuale collegamento con le unità operanti in settori vicini. Alcune di queste difficoltà potranno essere superate, sia col progredire della tecnica costruttiva degli aerei da impiegare, che dovranno consentire il trasporto di equipaggiamenti più pesanti, sia con l'adozione di armamenti speciali, potenti e leggeri o anche scomponibili.

Anche in una guerra futura definita dall'impiego di nuove armi, sia pure atomiche, il fante, comunque trasportato ed armato, conserverà il compito essenziale di conquistare e presidiare zone del nemico. Masse più o meno considerevoli di uomini e di materiali dovranno essere trasportate da una regione all'altra e prevarrà il belligerante che più rapidamente, nei punti più sensibili ed importanti dei territorî degli avversarî o degli alleati, saprà trasportare uomini e materiali, in misura sufficiente per sfruttare la sorpresa.

I trasporti marittimi richiedono lungo tempo e grandi mezzi per la loro preparazione e, nella loro attuazione, incontrano difficoltà gravi da parte degli uomini e degli elementi. Rapidità di preparazione, velocità di attuazione, elasticità d'azione infinitamente più ampie presentano i trasporti aerei che sono più indipendenti dalle accidentalità della superficie terrestre e dagli elementi meteorici, meno soggetti alle offese nemiche, non perché difettino formidabili mezzi di difesa anche contro di essi, ma soprattutto a causa della maggiore libertà di scelta dei tempi, delle basi di partenza, delle rotte di avvicinamento e delle zone di sbarco. Il problema dell'esercito aerotrasportato, dell'organizzazione, dell'armamento e dell'addestramento di questo - così come dopo la prima Guerra mondiale quello dell'esercito meccanizzato - viene attentamente studiato dagli stati maggiori delle principali potenze rnilitari.

Bibl.: C. Rougeron, Le rôle des troupes aéroportées dans une guerre future, in Science et vie, ottobre 1946; T. F. Wolwich, Airbone artillery, in The Journal of the Royal Artillery, gennaio 1947.

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