Turchia

Enciclopedia Dantesca (1970)

Turchia

Guido Rispoli

La T. moderna ha una sua identificazione storica con la proclamazione della repubblica di T. (29 ottobre 1923) che segnò la fine del sultanato e del califfato dell'Impero ottomano durato circa 500 anni. Lo stato turco nasceva in Anatolia proprio al tempo di D. che tuttavia non ne fa mai cenno. I territori già appartenenti agli Arabi passarono in buona parte sotto il dominio dei Turchi, ma l'influenza araba era stata fortissima dal punto di vista religioso e culturale. In modo particolare si ricorda qui la questione di precedenti musulmani della Commedia, per la quale v. la voce ISLÀM; Libro della Scala.

La conoscenza che D. e i suoi contemporanei potevano avere di questo mondo orientale, e in particolare della nazione turca che era nel cuore dell'Anatolia, è molto approssimativa e derivava soprattutto dall'eco delle crociate, nonché dai resoconti di viaggiatori (v. ASIA) e di mercanti: sappiamo in particolare che Firenze aveva rapporti commerciali con la T. per l'importazione di panni di lana colorati. E proprio a questo mondo di mercanti ci riconduce D. con il ricordo dei drappi turchi e tartari (If XVII 17) che egli, unitamente alle tele di Aracne, paragona alla fantasmagoria colorata del dorso di Gerione.

Durante i secoli che seguirono l'età di D. il mondo mussulmano, tranne le brevi parentesi di Maometto II e di Solimano il Magnifico, fu poco ricettivo della cultura occidentale e non è da meravigliarsi se non solo D., ma tutta la letteratura e l'arte dell'Occidente venissero pressoché ignorate. Si dovrà arrivare a tempi moderni per trovare orientamenti diversi e vive tracce del culto per D.; infatti soltanto la T. creata dall'Ataturk si piegò decisamente verso l'Occidente e la cultura nostrana. Sono appunto di quegli anni le prime traduzioni del poema dantesco in prosa turca, traduzioni prive di un vero valore letterario. Una di queste, opera di un italianista, Hamdi Varoglu, ha avuto molta diffusione negli scorsi decenni. Ma la più importante traduzione turca della Commedia è di Feridum Timur, in tre volumi (Ilâhi Komedya, Ankara 1955-1956). Il Timur, professore all'università di Istanbul, aveva già pubblicato un libro su D., Hayati, Sanati, Eserleri... (" La vita, l'opera e l'arte di D. ").

La celebrazione del VII centenario della nascita del poeta dette luogo anche in T. a varie manifestazioni in suo onore. Un ciclo di conferenze tenute presso il Centro Italiano di Studi in Istanbul illustrò adeguatamente il pensiero e l'arte di Dante. Pierre Gauthier e Ziya Umur parlarono efficacemente del pensiero religioso e politico di Dante.

La celebrazione ufficiale del VII centenario fu tenuta da G. Getto, cui seguirono Alessandro Bausoni con una conferenza sulle fonti islamiche della Commedia, e Guido Rispoli, che rievocò la vita e l'opera di D., chiudendo così il ciclo delle manifestazioni dantesche. Si ricorda anche una mostra di disegni illustrativi della Commedia a opera di artisti italiani contemporanei: da Carrà a De Chirico a Guttuso a Greco a Fazzini a Omiccioli a Tamburi a Levi a Purificato a Saetti.

Si può certamente affermare che le celebrazioni del VII centenario, svoltesi a Istanbul e ad Ankara, cui la stampa sia turca che straniera ha fatto eco, hanno destato in T. un certo fervore di studi danteschi, fervore che ha trovato il suo punto saliente nell'ottima monografia di Gül Iyik e Vaifro Sabatelli, Yeni Cağin Esiginde Dante, Istanbul 1966.

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