TURCHIA

Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)

TURCHIA (XXXIV, p. 534; App. I, p. 1072; II, 11, p. 1046)

Mario ORTOLANI
Florio GRADI
Ettore ANCHIERI

Dopo la seconda guerra mondiale la ricerca geografica è notevolmente progredita in T., per merito dei geografi turchi e di geografi occidentali, francesi e tedeschi.

I contributi originali turchi d'indagine sul terreno sono promossi da tre centri di studio: dalla Società turca di geografia e dagli istituti di geografia delle università di Istanbul (due professori ordinarî di geografia) e di Ankara (tre professori ordinarî di geografia). A ciascuna cattedra fanno capo liberi docenti e assistenti di competenza specifica. La società turca di geografia, Türk cografya kurumu, fondata nel 1941, ha sede in Ankara, ma pubblica ora il suo proprio periodico sociale in Istanbul; altro periodico scientifico viene curato dallo stesso istituto di geografia dell'università di Istanbul.

Rispetto allo stato dell'anteguerra, si può dire molto migliorata anche la rappresentazione cartografica. Oggi disponiamo di un'eccellente carta al 200.000 di tutta la T., al completo, in 124 fogli a colori: la nuova edizione è stata condotta a termine durante la seconda guerra mondiale. Ampliate e perfezionate, in confronto alle condizioni del passato, sono pure le pubblicazioni statistiche ufficiali, curate dallo Istatistik umum müdürluǧü: va particolarmente segnalato il Bulletin of Statistics, grosso fascicolo mensile.

Condizioni fisiche. - I ricercatori turchi hanno affrontato in questi ultimi anni varî problemi di studio, dalla morfologia alla climatologia, dalle oscillazioni marine ai paesaggi vegetali. Contributi di notevole valore sono stati portati all'indagine dei tipi di clima e al regime dei corsi d'acqua. Le regioni esoreiche dell'Anatolia, quivi compresi i bacini dell'Arasse e del Kura (Mar Caspio) risultano estese per circa 648.000 km2, mentre le regioni endoreiche, e quelle areiche limitrofe alla piattaforma siriana, non occupano in totale che 105.000 km2, cioè il 14% dell'intera Anatolia.

Il versante del Mar Nero il quale, forse per effetto del clima più umido, ha allargato il suo dominio a spese delle regioni endoreiche dell'Asia Minore, copre la superficie maggiore (246.000 km2) e sorpassa l'area totale degli altri tre versanti che fanno corona alla penisola: Mar di Marmara, Mare Egeo, Mar di Levante. Gli affluenti dei corsi superiori dell'Eufrate e del Tigri drenano verso il Golfo Arabico una regione di montagna a precipitazioni nevose abbondanti, che si estende su 182.000 km2.

Molte misure sono state eseguite sulla portata dei corsi d'acqua. Per l'Eufrate, in località Keban, è stata registrata una media annua (17 anni) di 660 m3/sec; si oscilla da un minimo di 225 in settembre a un massimo di 2160 in aprile. Il Manavgat, che proviene dalla regione montuosa della Pisidia, reca in media 220 m3. Segue il Seyhan con 160, destinati in gran parte a irrigare la piana cilicia.

Popolazione. - Il primo regolare censimento della popolazione turca data dal 1927. I censimenti successivi sono stati eseguiti negli anni 1935, 1940, 1945, 1950, 1955, 1960. La popolazione, che era di appena 13,6 milioni nel 1927, è salita con ritmo vertiginoso a 16,2 milioni nel 1935, a 17,8 nel 1940, a 18,8 nel 1945, a 20,9 nel 1950, a 24.121.728 ab. nel 1955, a 27.774.217 nel 1960. Questa popolazione viene quindi a raddoppiarsi in poco più di trent'anni. Fra il 1955 e il 1960, cioè fra i due ultimi censimenti quinquennali, l'indice di accrescimento ha toccato il valore straordinario del 29,3%. Soltanto le piccole repubbliche dell'America Centrale mostrano una vitalità altrettanto feconda. A mantenere altissima la natalità agisce senza dubbio fra i Turchi la struttura familiare ancora arcaica; d'altronde ad abbassare l'indice di mortalità giovano i diffusi provvedimenti igienici imposti dal governo repubblicano, e la salubrità delle alteterre anatoliche, dal clima secco e freddo.

Il territorio della repubblica è diviso in 67 province (iller), nella consuetudine locale indicate ancora come vilayetler. A capo della provincia è preposto il vali, che ha poteri più ampî del nostro prefetto. Ogni provincia è a sua volta suddivisa in un certo numero di distretti (ilçeler), comunemente chiamati kazalar. I capoluoghi di provincia e di distretto vengono classificati come "città" qualunque sia la loro popolazione. Ciascun distretto comprende numerosi comuni (bucaklar), e ciascun comune uno o più villaggi (köyler) e altre località abitate (mevkiler).

La popolazione delle città cresce con un ritmo un po' più rapido della popolazione rurale: mentre nel 1927 costituiva il 24% del totale, essa ammonta ora al 29%. Fra il 1950 e il 1955 la massima velocità d'aumento è registrata da Alessandretta.

Rispetto al 1927, il censimento del 1955 ha rilevato qualche variazione anche nei riguardi della religione professata: i cattolici, per esempio, calano da 39.500 a 22.300, per tutta la Turchia; gli ortodossi da 109.000 a 84.800, i cristiani di rito non specificato da 101.700 a 40.600; gli ebrei da 81.800 a 40.300. La popolazione turca diventa in sostanza sempre più compatta anche dal punto di vista religioso (musulmani 98,9%).

La minoranza etnica più forte è sempre quella curda (1.504.500 persone). I Curdi furono in aumento fino al 1950: a partire da quell'anno sembrano in fase di regresso. Gli Arabi sono 346.500; i Greci 82.000; gli Armeni 47.000. Il censimento turco si riferisce alla lingua materna.

Gli analfabeti rappresentavano nel 1927 l'89% della popolazione di oltre sei anni; adesso sono il 59%.

Struttura economica. - In campo geografico-economico le indagini di questi ultimi quindici anni (1945-60) si sono rivolte soprattutto all'agricoltura e ai generi di vita pastorali. Le modificazioni apportate al paesaggio dall'enorme espansione delle aree agricole sono state in certe regioni radicali e profonde: in un ventennio, fra il 1935 e il 1955, la superficie coltivata della T. si è all'incirca raddoppiata; le colture investono ora più di un quarto della superficie territoriale. Questo sorprendente sviluppo è stato reso possibile non soltanto dall'uso di mezzi meccanici per l'aratura, ma anche da una politica governativa decisamente favorevole all'aumento dei prodotti alimentari di base. In effetti il trattore ha potuto convertire con facilità alla coltura vaste aree d'altopiano già abbandonate al pascolo collettivo delle pecore: i trattori, che erano appena un migliaio nel 1940, formavano un parco di 42.000 unità nel 1959. Meccanizzazione agraria, e irrigazione, non hanno tuttavia ancora intaccato la parte orientale dell'Anatolia, e cioè l'Armenia, che serba gli aspetti colturali originarî.

L'espansione dei cereali sulle terre vergini dell'altopiano ha d'altronde permesso di selezionare le aree periferiche di vecchia coltura a seconda delle attitudini particolari del terreno e del clima; si sono pertanto avvantaggiati alcune piante industriali (cotone di Cilicia, semi oleosi) e alcuni prodotti d'esportazione. Certe caratteristiche fondamentali dell'agricoltura turca restano nondimeno immutate: e cioè i fortissimi sbalzi di resa e di produzione assoluta da un anno all'altro, e l'indiscusso predominio dei cereali. La coltura cerealicola dell'altopiano anatolico sembra materiata dai giganteschi sili metallici che si ergono presso qualche stazione ferroviaria e qualche nodo stradale, e che mettono una nota abnorme nel paesaggio giallastro e polveroso della steppa.

L'aumento della produzione agraria non mira soltanto a sopperire alle esigenze alimentari degli abitanti, ma cerca di procurare anche un certo margine per l'esportazione all'estero.

Proseguono incessanti gli sforzi del governo per dotare il paese di un apparato industriale sufficiente alle esigenze fondamentali. L'utilizzazione delle fonti di energia viene condotta con successo. Le miniere di carbone (tutte nazionalizzate) nel 1958 hanno prodotto 6.600.000 t: produzione a bocca di miniera, scorie comprese. I giacimenti di lignite rendono altre 3.600.000 t. Sempre in campo minerario, la produzione della cromite è viceversa diminuita rispetto agli ultimi anni: nel 1958, t 540.000.

La produzione dell'energia elettrica è affidata quasi totalmente alle centrali termiche. Si ha per ora un solo grande impianto idroelettrico sul Seyhan, alle spalle di Adana: 54.000 kW di potenza installata. La diga di ritenuta ha provocato un enorme lago-serbatoio, di circa 325 km2, che serve anche ad usi irrigui.

La grande industria moderna resta per ora essenzialmente concentrata sulla tessitura del cotone, sullo zuccherificio, sul cementificio. Nel 1950 è stato condotto il primo censimento industriale turco da cui risulterebbe che gli operai salariati sono appena 250.000 (63.000 nell'industria tessile e 37.000 nell'alimentare). Gli stabilimenti si sono per ora concentrati nei distretti urbani, e quindi nella porzione occidentale dello stato: la regione del Mar di Marmara e la regione di Smirne figurano attualmente in testa per numero di addetti.

La circolazione interna converge sui grandi assi ferroviarî, e specialmente sulla diagonale Scutari-Ankara-Adana. Esistono anche modesti servizî di autobus, su grandi distanze, lungo le malagevoli vie dell'altopiano. Nel 1959 il porto di Istanbul ha avuto un movimento di 2.900.000 t (Smirne 1.500.000).

Finanze. - Lo sviluppo economico della T. nell'ultimo decennio è segnato da un incremento di oltre quattro volte del reddito nazionale, che per poco più della metà riflette un aumento dei prezzi all'ingrosso. Il volume delle riserve valutarie del paese, dopo una riduzione negli anni centrali, si è accresciuto dal 1955 in poi grazie al cospicuo afflusso di aiuti americani e di capitali esteri. Tale afflusso ha più che compensato la serie ininterrotta di deficit della bilancia dei pagamenti correnti.

Le autorità pubbliche hanno esercitato una vigorosa azione propulsiva per il potenziamento delle attività economiche e, in particolare, delle industrie locali, che ha potuto essere attuata mediante una congrua mobilitazione dei crediti bancarî. Lo stato è ricorso sempre più all'indebitamento pubblico e al credito bancario per finanziare il disavanzo.

A partire dall'agosto del 1958, la complessa struttura dei cambî esteri era stata semplificata in un nuovo sistema che prevedeva un unico cambio all'importazione e tre cambî all'esportazione, successivamente ridotti a due (agosto 1959). Il 20 agosto 1960 la parità è stata portata a 9 lire per i dollaro U.S.A. e il sistema dei cambî è stato unificato.

Storia. - Il processo già in atto di progressiva liberalizzazione della politica interna ebbe inizio nell'immediato dupoguerra. Segnarono le tappe di questo processo: la costituzione di un nuovo partito conservatore antikemalista e favorevole alla religione islamica e alla istruzione religiosa (1947), l'abrogazione della legge marziale (1948), che durava da molto, e infine le nuove elezioni "democratiche" del maggio 1950, che portarono Celâl Bayar, leader del partito democratico, alla presidenza della Repubblica e Adnan Menderes al governo. La linea politica di Atatürk e di Inönü fu di massima seguita, attenuandosi però la lotta antireligiosa e accentuando gli aspetti liberaldemocratici. La T. si avviò così verso un sistema pluripartitico. Il Partito del Millet o Partito nazionale, favorevole alla rinascita della religione islamica (che nel giugno 1953 tenne ad Ankara un suo congresso con manifestazioni antikemaliste), fu sciolto nel gennaio 1954; ma si ricostituì immediatamente come Partito repubblicano nazionalista, e riuscì ad ottenere una certa affermazione alle elezioni del maggio 1954, venendo terzo dopo il Partito democratico, che ne fu il vincitore, e dopo il Partito repubblicano del popolo (kemalista). Per mantenere il potere il Partito democratico si avvicinò alle opposizioni antikemaliste, favorendo il riaccendersi dello spirito religioso, tanto che nel suo seno si formò un'ala pro-islamica. L'eredità politica di Atatürk fu allora raccolta dal Partito repubblicano del popolo, di Inonü, al quale il governo cercò inutilmente d'imporsi con dure misure di polizia. Il che non avvenne senza una crisi del Partito democratico, i cui esponenti più liberali, contrarî al premier Menderes, fondarono (dicembre 1955) il Partito della libertà, rappresentato in parlamento da 29 deputati. Il governo, accentuando la lotta contro l'opposizione, varò una nuova legge restrittiva della libertà di stampa ed un'altra che proibiva riunioni e manifestazioni politiche (giugno 1956) e tolse l'immunità parlamentare a quattro deputati dell'opposizione (luglio 1956). In questo clima vennero indette le elezioni dell'ottobre 1957, vinte dal Partito democratico con 424 seggi, seguito dal Partito repubblicano popolare con 178 seggi. Celâl Bayar venne rieletto presidente della Repubblica e Adnan Menderes formò un nuovo governo. Nel decennio 1948-58 la T. adottò una politica economica liberista, ma con poco successo, nonostante gli aiuti degli S.U.A. e i non pochi trattati commerciali (di particolare importanza quello con il governo di Bonn). Il bilancio rimase gravato da ingenti spese militari, la circolazione monetaria inflazionata. Le condizioni economiche della popolazione furono, in complesso, assai disagiate.

Le restrizioni imposte dal governo Menderes provocarono una cospirazione militare esplosa il 27 maggio 1960; il governo Menderes fu abbattuto e il potere assunto da un Comitato di unità nazionale composto da 38 ufficiali e presieduto tlal generale Cemal Gürsel. I precedenti governanti furono confinati e sottoposti a un processo concluso il 15 settembre 1961 con 15 condanne a morte, di cui furono eseguite quelle contro Menderes, l'ex ministro degli Esteri F. Zorlu, e l'ex ministro delle Finanze A. Polatkan. Il 6 gennaio 1961 fu insediata un'Assemblea costituente, scelta per designazione dall'alto, che elaborò una nuova Costituzione sul modello di quelle più evolute dell'occidente europeo. La nuova Costituzione fu approvata mediante referendum popolare il 9 luglio 1961. Le elezioni svoltesi il 15 ottobre 1961 segnarono tuttavia un imprevisto successo del Partito della giustizia, erede del disciolto Partito democratico di Menderes. Se infatti all'Assemblea nazionale il Partito repubblicano popolare ottenne 173 seggi, contro 158 al Partito della giustizia, 65 al Partito della Nuova Turchia e 54 al Partito nazional contadino, al Senato il Partito della giustizia ottenne 70 seggi, il repubblicano popolare 36, il Partito della Nuova Turchia 28 e quello nazional contadino 16. Dinanzi a questi risultati si ebbe un irrigidimento dei militari, che imposero la formazione di un governo di coalizione nazionale e l'elezione del Gürsel alla presidenza della Repubblica (26 ottobre 1961).

In politica estera, la T. ha sempre tenuto un atteggiamento filo-occidentale (fu ammessa alla NATO il 18 febbr. 1952) e in particolare filo-americano, che le ha fruttato l'appoggio degli S.U.A. contro le pretese sovietiche e ingenti aiuti economici e militari, specialmente dal 1947 al 1950. La T., quale membro delle N.U., ha partecipato con un notevole e combattivo corpo di spedizione al conflitto coreano (1950-51). Il 28 febbraio 1953 ha stretto con Iugoslavia e Grecia un patto di collaborazione, perfezionato poi nel trattato di alleanza siglato il 9 agosto 1954 e ratificato il 16 febbraio 1955. Questa alleanza ha avuto una vita difficile, dato che T. e Grecia perseguivano una politica filo-occidentale, mentre la Iugoslavia si manteneva su posizioni neutraliste; ma più di ogni altra è stata la questione di Cipro a creare difficoltà. Dal 1954, infatti, i Ciprioti greci, sostenuti dal governo di Atene, chiesero l'annessione di Cipro alla Grecia, mentre il governo turco in appoggio alla minoranza cipriota turca, chiedeva la spartizione dell'isola. I contrasti si accentuarono in seguito alla conferenza anglo-greco-turca di Londra (settembre 1955), alla quale seguirono, ad Istanbul, violente manifestazioni di piazza antigreche, tanto che alla fine del 1955 le relazioni greco-turche sembrarono volgere al peggio. Avviata la questione di Cipro ad una pacifica soluzione, i rapporti fra T. e Grecia migliorarono, grazie anche all'azione diplomatica pacificatrice svolta dal governo inglese. Il governo turco perseguì inoltre una politica di collaborazione con gli altri stati del Medio Oriente filo-occidentali, e il 24 aprile 1954 stipulò un patto di mutua assistenza con il Pakistan, il 24 febbraio 1955 un patto con l'Irak (Patto di Baghdād), al quale accedettero poi Inghilterra, Pakistan e Iran, dando luogo alla formazione della METO (Middle East Treaty Organisation), con segretariato permanente a Baghdād.

Nel 1960 si ebbe finalmente la soluzione della questione di Cipro, con la dichiarazione d'indipendenza dell'isola (16 agosto), che coronò il felice esito delle trattative intraprese a seguito dell'accordo per l'indipendenza, firmato a Londra dai rappresentanti dei governi inglese, greco e turco il 19 febbraio 1959. I capovolgimenti interni del 1960-61 non hanno influito sulla politica estera turca.

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